“Senza dire”: una lancinante poesia di Giorgio Susmel sui baratri della disperazione e sulla distanza dei “normali”, persi nell’odierno chiacchiericcio
Senza dire
Ti sei messo soloin una società che senti ostile.
Hai scambi di disperazionecon coloro ai quali chiedi sesso.
Hai fughe da te stesso in compagnia di colorocon i quali ti droghi.
Non c’è posto per te sei giovane e sinceroin un mondo di vecchi scaltri.
Sei solo fra più soli che ti rifiutano perché hanno pauradi parlare di se stessi.
Tu sei il dritto di una medaglia che portiamo al collo e il cui rovescio siamo noi che ti guardiamo morire che ci guardiamo morire e parliamo, parliamo, parliamo e parliamo,senza dire.
Giorgio Susmel
(LucidaMente, anno VIII, n. 89, maggio 2013)