EDITORIALE DEL DIRETTORE

L’intervento del direttore nel primo trimestre del diciannovesimo anno di pubblicazione di “LucidaMente”

Gennaio-Marzo 2024 (nn. 217-219) – La “fascista” sfortuna di finire in «-acci»

Da Bombacci a Farinacci, dalla povera Petacci a Vannacci, tutto un destino racchiuso nel finale del cognome

Gli scherzi del fato. Per di più, tutto a causa delle quattro lettere finali di un cognome. L’ultimo a essere stritolato dalle morse della Storia (e della cronaca) è stato l’ormai famosissimo generale Roberto Vannacci. Noto per il suo libro Il mondo al contrario, del quale avevamo parlato in uno scorso editoriale, il militare sembra ora finito nei guai (non scriviamo “pasticci” per evitare la consonanza fonica). Pare, infatti, sia indagato per peculato e truffa (leggi qui l’articolo di RaiNews.it). E, comunque, è stato intanto sospeso per undici mesi dal proprio incarico, con stipendio dimezzato, a causa dei contenuti della sua pubblicazione.

Un cognome che non porta bene
Proprio ora che si prospettava (e si prospetta ancora?) una sua candidatura alle Elezioni europee di giugno in quota Lega. Che, infatti, grida al complotto, all’imboscata e alla solita “giustizia a orologeria”. Ma il povero Vannacci non deve demoralizzarsi. È solo l’ultima vittima dei cognomi che finiscono in «-acci».

Ve ne sono altri, tutti fascisti o accusati di esserlo, come Vannacci, prima di lui e con la stessa sfortunata peculiarità in comune delle quattro lettere finali. Ne dimenticheremo qualcuno, ma quelli che ricordiamo sono Nicola Bombacci, Claretta Petacci e Roberto Farinacci. Tutti “giustiziati” sommariamente lo stesso giorno, il 28 aprile 1945, nel corso delle forse comprensibili, ma certo non giustificabili, vendette avvenute in Italia dopo la fine della Seconda Guerra mondiale nei confronti di figure più o meno importanti del ventennale regime fascista.
I primi due presso il lago di Como (Bombacci a Dongo e la Petacci a Giulino di Mezzegra). Inoltre, la mattina del 29 aprile, a Milano, i loro corpi inermi furono appesi per i piedi al distributore di benzina di piazzale Loreto. Insieme a loro i cadaveri, per lo più deturpati, di Benito Mussolini e di altri gerarchi fascisti (o ex): la barbara «macelleria messicana» con la quale si apre la stagione post Ventennio dittatoriale.
La macchietta creata da Bracardi
Eppure Bombacci era stato prima socialista e poi tra i fondatori del Partito comunista d’Italia. In seguito, passato al fascismo “di sinistra” e alla Repubblica di Salò, fu fautore del tardivo progetto di socializzazione delle imprese e dei mezzi di produzione, che ricollegava il movimento mussoliniano ad alcune originarie posizioni socialiste dei primi Fasci italiani di combattimento. Piuttosto, la Petacci aveva, una sola colpa: essere l’amante del “Duce”. Come se all’amore-passione si potesse comandare…. Farinacci, invece, era stato segretario del Partito nazionale fascista. Fu fucilato a Vimercate, in Brianza.

Ma intendiamo concludere questa prima parte (scherzosa, anche se mescolata a orribili fatti storici) del nostro editoriale ricordando un «-acci» semplice caricatura fascista e che non ha fatto una brutta fine, anzi lo si ricorda con piacere. Perché faceva ridere. È Ermanno Catenacci («e giù manganellàtte»), il personaggio inventato dal comico Giorgio Bracardi negli anni Settanta. Sulla falsariga ironica, si potrebbe proprio dire che son “acci” loro…
La censura, la fine delle democrazie e le guerre del capitalismo globale
In questi mesi invernali LucidaMente 3000 si è occupata di manifestare la preoccupazione, se non l’angoscia, per la direzione assunta dalla politica e dall’economia capitalista (neoliberista, globalista-predatrice e finanziaria) in Occidente, soprattutto recensendo libri in aperta rotta di collisione col Sistema dominante.

Si è parlato di censura (Ma chi è che vuole imbavagliare la stampa (e i cittadini)?; Libertà di pensiero e di parola? Solo se si è allineati; L’«Inquisizione Digitale»). Di Poteri tutt’altro che “oscuri”, ma certo “forti”, che intendono sopprimere i sistemi democratici per come li conosciamo (Le verità sulla dittatura finanziaria che ci sta annientando; Il sogno distopico di Elon Musk: i tecnocrati al potere; L’inganno della neolingua e le parole censurate; L’elezione diretta del premier da Gelli a Meloni).
Di guerre che servono solo al sistema capitalista, con le sue industrie di armi e le sue speculazioni finanziarie (Il bellicismo continuo è una necessità del capitalismo; «Israele o Palestina»?; Mai più «mai più»).
Buona, anche se impegnativa lettura del nostro lavoro…

Le immagini: la copertina della seconda edizione del libro di Roberto Vannacci, edito da il Cerchio-Iniziative editoriali; fotogramma di pubblico dominio del film Banana Joe (Steno, 1982), tratto da it.wikipedia.org, con un altro personaggio (sergente José Felipe María Martiño), simile a Catenacci, interpretato sempre da Giorgio Bracardi; particolare della copertina di L’altra campana. Israele o Palestina (Byoblu Edizioni) di Lorenzo Bernasconi e Fulvio Grimaldi.

Rino Tripodi

(LucidaMente 3000, anno XIX, n. 219, marzo 2024)

Comments 10

  1. Roberto Bosi says:

    Come al solito… anzi di più… articoli interessanti! Complimenti!

  2. Franco mafrici says:

    Editoriale da non dimenticare! Complimenti!

  3. Simone says:

    Un pozzo di scienza…

  4. giuseppe says:

    Il pericolo di non attuare l’art. 4 della Costituzione è costante e ciò è a scapito della Democrazia che non dovrebbe favorire i sudditi, ma i cittadini artefici del proprio ambiente.
    Giuseppe Pace

  5. Mariateresa Martini says:

    OLIMPIADI.
    Alle molte chiacchere avrebbero dovuto sostituire le immagini delle diverse imprese. Inoltre è mancata la serie di vittorie di atleti di tanti altri paesi in gara.
    I media e la Rai restano provinciali, intanto il mondo corre avanti…
    Si impara dagli errori, ma come dice Linus, speriamo che non ne approfittino per ripeterli doviziosamente.

  6. Giampiero says:

    OLIMPIADI.
    Caro direttore, spero che alla tua voce se ne aggiungano altre.
    Chiedere al servizio pubblico di recuperare il buon gusto e la misura è quanto più di… buon gusto io possa immaginare!
    Alcuni pensano che la competizione con il privato si vinca inseguendolo.
    Ma se la Rai ha mantenuto la sua credibilità, tra alti e bassi, è proprio perché ha avuto il coraggio di sperimentare terreni che il privato non ha voglia di affrontare, e di fermarsi dove il privato pensa, invece, di aver trovato la “pentola del tesoro”! Ovvero, la tv degli eccessi.
    Anche sul recupero dei “valori umani” che i nostri atleti hanno portato sulla scena internazionale c’è stato (ma penso che ci sia sempre) qualcuno che ha giocato sporco, puntando sulla cafoneria e sui cattivi sentimenti come elemento di aggregazione nazionale: no, se ha un valore sentirsi italiani è proprio quello di condividere questi “valori umani”.
    E le medaglie di questi atleti devono farci pensare alle migliaia di giovani che in questi anni hanno lavorato in nome di quei valori. In silenzio. E senza mai parole d’odio!

  7. Roberto Bosi says:

    OLIMPIADI.
    Grazie per questo bel numero ferragostano! In effetti sembravano tutti emuli del mitico Bisteccone! Interessante constatare come tanti siano saltati sul carro dei vincitori multietnici sbandierando il vessillo dello “Ius soli subito”!
    Ci si ricorda dei migranti quando ci fanno vincere medaglie… non quando fanno parlare delle loro imprese delinquenziali… né quando sbarcano in 32.000 e più dall’inizio dell’anno… ci saranno futuri campioni olimpici fra loro? Dato che l’Europa non è interessata al fenomeno, dovremmo approfittarne!

  8. Bruno Bargiacchi says:

    Dott. Tripodi; mi ha fatto tornare indietro di diversi anni. A quando ventenne vivevo il famoso Sessantotto, che poi, con l’autunno caldo, mi vedeva manifestare accanto a quelli che lei descrive così: “coloro che qualche decennio fa contestavano il potere, ora, raggiuntolo, si stanno rivelando…. Stiamo parlando di quei politici, giornalisti, intellettuali, sanitari, accademici, che hanno nelle loro foto da giovani manifestazioni, proteste, trasgressioni…”.
    Sono stati proprio gli atteggiamenti di questi che gridavano al mio fianco con i pugni chiusi e il libretto rosso di Mao a insospettirmi e a indurmi a pensare che qualche cosa che non tornava.
    Poi qualcuno mi fece notare che l’egoismo, l’ipocrisia e l’incapacità degli uomini (anche se alcuni in buona fede) non potevano risolvere i problemi. Millenni di storia sotto regimi e colori diversi lo provavano.
    Queste riflessioni mi portarono ad un atteggiamento e un modo di vivere diverso. A riporre le mie speranze in qualcos’altro. In qualcun altro.
    Adesso, dopo 50 anni sono sempre più convinto delle mie scelte che grazie alla sua ospitalità ho espresso più volte in queste pagine con i miei commenti (vedi commenti a questi articoli):
    https://www.lucidamente.com/31192-il-lato-negativo-delle-religioni-monoteistiche-2-paolo-di-tarso-e-linvenzione-del-cristianesimo/.
    https://www.lucidamente.com/48531-la-futura-umanita-ma-quale/
    Grazie e buon lavoro
    Bruno Bargiacchi

  9. Roberto says:

    Nel paese dei ciechi l’orbo è re.

  10. Oscarrafffone says:

    Qui si rievoca la storia; il dopoguerra con la propria “economia socialdemocratica” ci ha fatto sviluppare e crescere, col bene comune imposto, anche se tra mafia e fascisti, volutamente introdotti dall’Occidente per controllarci; ma è durata poco. Da Ronald Reagan in avanti la deregulation, la svendita di tutto il capitale di stato prodotto dal popolo svenduto dai nostri politici ai paperoni. E oggi siamo falliti, che delusione.

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