L’esponente di spicco dell’odierna drammaturgia francese saluterà il pubblico emiliano e romagnolo in due giorni ricchi di appuntamenti: la città felsinea metterà in scena al Dom lo spettacolo La soglia, mentre quella forlivese farà incontrare l’artista con appassionati e studenti
Michel Azama, nato a Villelongue-de-la-Salanque (nei Pirenei orientali) nel 1947, è oggi uno dei più importanti “uomini di teatro”. E non solo in Francia. Nella nostra regione è previsto un ricco programma di incontri con tale drammaturgo.
Si inizierà alle ore 15,00 di lunedì 19 maggio presso il Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna (via Barberia 4), dove verrà messa in luce la particolare scrittura dell’autore per il teatro. Il 20 maggio alle ore 11,00, invece, presso il Dipartimento di Interpretazione e Traduzione di Forlì (Dit), Azama dialogherà con gli studenti. Infine, al Dom (la Cupola del Pilastro) di Bologna (via Panzini 1), verrà recitata, alle 19,00, la sua pièce La soglia, con la regia di Alessandro Migliucci e l’attrice Silvia Lamboglia. La storia della sceneggiatura di tale opera risale al 1986 e nasce in condizioni del tutto straordinarie: il drammaturgo organizzò un laboratorio teatrale nella sezione femminile del carcere di Rennes, durante il quale si lasciò ispirare da dodici donne condannate a scontare lunghi periodi di detenzione.
È proprio a loro che la sua opera è dedicata. La soglia ha per protagonista una figura, simbolica e realistica al tempo stesso, chiamata “la liberante”, ossia colei che è in attesa di uscire dalla prigione dopo anni di isolamento, senza sapere in che direzione andrà, perennemente sospesa in «uno strano spazio posto tra due mondi», come afferma lo stesso Azama. Al di qua del limite, infatti, ci sono le sbarre che chiudono – ma contemporaneamente proteggono – chi è confinato al loro interno, mentre al di là di questa linea immaginaria, eppure terribilmente concreta, si attende la liberazione, con tutta l’indeterminatezza e la problematicità che essa comporta.
L’anticamera per accedere, o semplicemente sperare, in una nuova vita è un territorio accidentato e ambiguo, fatto di continue negoziazioni di ruoli e spazi per ottenere, centimetro dopo centimetro, l’arretramento di quella dura soglia che divide un “noi” e un “loro” mai identici. Anche negli altri testi di Azama, come Crociate, Ifigenia o il peccato degli dei, Medea Black, il ruolo portante è affidato alle figure femminili che, da miti o destini apparentemente personali, incarnano modelli che investono lo spettatore, diventando esempi di esperienze collettive e senza tempo.
Alla trama avvincente e al tema di stretta attualità si aggiunge, poi, un motivo in più per assistere alla messa in scena teatrale: l’opera, infatti, è stata appositamente tradotta in italiano grazie a un progetto didattico che ha coinvolto gli studenti di Lingue del Dit di Forlì, coordinati dalle docenti Chiara Elefante, Licia Reggiani e Marie Line Zucchiatti. Una prima volta anche per l’artista, dunque, che avrà un incontro ravvicinato proprio con i ragazzi autori dell’impresa. Attraverso il tramite della trasposizione, che può essere considerata a sua volta una “soglia”, preziosa e contraddittoria, tra due lingue, penetreremo il limbo de La soglia, l’attesa di una libertà che non si conosce e per la quale, eroicamente o scioccamente, ci si dispera.
Per assistere allo spettacolo è possibile ritirare un coupon gratuito presso la segreteria di Alliance Française di Bologna (via De Marchi 4) fino a esaurimento dei posti disponibili.
Le immagini: Michel Azama e la locandina dell’evento.
Antonella Colella
(LucidaMente, anno IX, n. 101, maggio 2014)