Esce oggi “Matti e Angeli” (Pendragon): il diario di Alessandro Smulevich, protetto coi suoi a Firenzuola nei terribili anni della guerra e delle persecuzioni antisemite
L’ebreo Alessandro Smulevich era nato a Fiume nel 1923 ed è morto nel 2002. All’età di 15 anni fu espulso dalla scuola a causa delle leggi razziali varate dal fascismo. All’entrata in guerra dell’Italia nel 1940, suo padre fu arrestato e internato prima a Campagna, in provincia di Salerno, poi trasferito come “internato libero” a Firenze e successivamente a Prato, dove il figlio lo raggiunse insieme alla madre e alla sorella.
Dopo l’8 settembre 1943, Alessandro, i genitori, la sorella e il cugino, che si era sottratto all’internamento, fuggirono a Firenzuola. Presidiata da nazisti e fascisti anche per via della sua posizione strategica nel cuore dell’Appennino, la cittadina era uno dei luoghi più pericolosi in cui trovarsi nei mesi dell’occupazione tedesca del Paese. Eppure, proprio lì gli Smulevich trovarono rifugio, soccorso, protezione e salvezza presso due famiglie del luogo (nel novembre 2021 proclamate da Israele «Giusti tra le Nazioni»), sicché tra le sue strade si svolse un’incredibile avvenimento di solidarietà. Una vicenda ricca di colpi di scena, ma anche di calore e umanità. A raccontarla il diario scritto in presa diretta da uno dei protagonisti, Alessandro, allora ventenne. E oggi, 16 settembre 2022, lo scritto esce con il titolo Matti e Angeli. Una famiglia ebraica nel cuore della Linea Gotica. Diario 1943-1944 (A cura di Luciano Ardiccioni, Rosanna Marcato ed Ermanno Smulevich, Pendragon, Bologna, pp. 358, € 20,00).
Si tratta di un testo di grande lucidità e profondità. Ma è anche un documento di formidabile importanza storica, che va ad aggiungere nuovi elementi di conoscenza alle vicende degli ebrei italiani durante le persecuzioni nazifasciste. Ad evidenziarne l’eccezionalità una studiosa illustre come Anna Foa: «Ciò che rende questo diario davvero straordinario – scrive nella Prefazione – è il modo in cui è scritto, le minuziose descrizioni che l’autore fa delle vicende che vive, descrizioni che sono anche quelle della sua vita clandestina, dei colloqui con i suoi salvatori, dei conflitti con il cugino, delle paure, delle emozioni, fino alla descrizione del cibo quotidiano. A questi si uniscono i momenti in cui nel diario appare, come in una fotografia, la grande storia». Il diario è stato curato da due studiosi locali, Luciano Ardiccioni e Rosanna Marcato, insieme a Ermanno Smulevich, uno dei figli di Alessandro.
Le immagini: oltre alla copertina del libro, in apertura la famiglia Smulevich e in basso quella Matti-Angeli.
Nicola Marzo
(LucidaMente 3000, anno XVII, n. 201, settembre 2022)