Una normativa giusta o un aiuto ai produttori di sigarette tradizionali? Intanto, un vasto settore economico rischia un duro colpo
Una serie di provvedimenti che hanno avuto come effetto quello di indebolire un settore che negli ultimi anni aveva avuto una crescita esponenziale. Stiamo parlando delle e-cigarettes, ovvero le sigarette elettroniche.
Strumenti nati da qualche anno e lanciati sul mercato come sostitute delle sigarette tradizionali; il giusto modo per smettere di fumare. E per anni tali sono state. Ma nelle ultime settimane molte cose sono cambiate a livello legislativo. Lo scorso novembre, con il voto favorevole del Senato al decreto fiscale collegato alla manovra, sono state introdotte alcune modifiche in tema di sigarette elettroniche: in primis, l’assimilazione delle e-cig ai tabacchi sottoponendole quindi a monopolio statale. Proprio in quei giorni la Corte costituzionale ha ribaltato il precedente stop del Tar sulla tassazione dei liquidi stabilendo che l’imposta di 5 euro risulta essere legittima anche quando si parla di prodotti senza nicotina.
Un doppio colpo che ha messo sul chi va là tanti operatori del settore; soprattutto i produttori che operano online e che sono noti al grande pubblico, come Joyetech, ad esempio, per i quali si prevedono altre novità di rilievo. Infatti la nuova legge sulle sigarette elettroniche vieta la vendita a distanza e online di e-cigarettes contenenti nicotina. Chi vorrà quindi acquistarle potrà farlo soltanto presso le tabaccherie o i rivenditori specializzati presenti sul territorio.
Ecco cosa si intende quando si dice che anche le sigarette elettroniche sono state sostanzialmente messe sotto il controllo dei Monopoli di Stato. Come accade da sempre per il tabacco. Una serie di paletti per regolamentare e inquadrare al meglio un settore cresciuto negli ultimi anni a dismisura; questo secondo alcuni. Secondo altri, forse con un pizzico di dietrologia, si starebbe tentando di mettere le mani su un business che sta diventando troppo grande e, soprattutto, che sta togliendo parecchio campo d’azione alle sigarette tradizionali. C’è da capire ora cosa succederà, dato che sono circa 2.500 gli operatori del settore (per un giro d’affari stimato in 300 milioni di euro) che, con l’introduzione di queste nuove norme, rischiano di avere un contraccolpo notevole per il proprio business.
Dal 2018 le ricariche delle e-cigarettes non potranno più essere vendute online ma soltanto nelle tabaccherie e nei punti vendita autorizzati dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli. Sul web si potranno continuare a commercializzare soltanto i dispositivi per inalare, tanto quelli usa e getta quanto quelli più sofisticati. Così, se da un lato si cerca di garantire maggiore qualità mettendo fuori gioco tutta quella selva di prodotti scadenti, dall’altro si rischia di atrofizzare un settore in grandissima ascesa.
sara spimpolo
(LucidaMente, anno XIII, n. 145, gennaio 2018)