La nostra serenità interiore è radicata in noi stessi ma troppo spesso non ce ne accorgiamo
La felicità potrebbe essere la miglior compagna della nostra vita se soltanto le concedessimo il giusto spazio. Non è irraggiungibile come potrebbe sembrare e per trovarla non occorre andare lontano, nella sfera personale come in quella professionale: basta soltanto saperla cogliere ma, per fare ciò, è necessario avere l’animo predisposto a questo. La possiamo scorgere anche nella quotidianità; in un sorriso ricevuto ma soprattutto regalato, in un gesto compiuto per il prossimo. È un concetto che prescinde dal fatto di professare o meno una fede. L’unica cosa in cui occorre credere fermamente siamo noi stessi.
Per iniziare è necessario avere una buona dose di autostima. Chi pensa di possedere meno risorse – non intendiamo quelle materiali – degli altri è realmente più povero e perde in partenza. Se è vero infatti che il denaro può aiutare a superare determinate difficoltà, è altrettanto assodato che la vera ricchezza dell’individuo è quella interiore: gli ideali in cui crediamo, le nostre convinzioni su quello che viene sintetizzato con la parola “bene”; ma soprattutto la certezza che possiamo superare ogni ostacolo con il semplice potere della nostra mente. Non dimentichiamo personaggi come Michael Jackson, Whitney Houston e Amy Winehouse: dalla vita avevano avuto tutto – fama, bellezza, spiccate capacità artistiche – o quasi. In realtà è mancato l’unico ingrediente che avrebbe loro permesso di non buttare via le proprie giovani vite: la fiducia in se stessi (vedi al riguardo anche due altrinostri articolipubblicati su LucidaMente, Whitney Houston, una stella che non brilla più, La relazione segreta Michael-Whitney, quello di Viviana Viviani, Il popolo di Facebook ignora Oslo e omaggia Amy, e il duro intervento di un lettore, I problemi della Houston e delle star senza Dio).
Il secondo segreto è semplice anche se di applicazione non immediata: qualsiasi fatto che ci accade non deve essere considerato in assoluto ma piuttosto messo in relazione a situazioni ben differenti. Proviamo a spiegarci meglio con un paio di esempi. Un ragazzino preadolescente di una qualunque famiglia occidentale di oggi sbuffa di fronte all’ennesima raccomandazione da parte dei genitori; oppure alza gli occhi al cielo scartando un pacchetto ricevuto a Natale, mentre pensa «È la solita t-shirt anonima, senza nemmeno la firma…». Quello stesso ragazzo va in vacanza con i genitori a Cuba: rimane sbalordito dall’entusiasmo mostrato dai bambini indigeni – molti dei quali orfani – nel ricevere dai turisti una maglietta ancor più anonima. O ancora: un lavoratore – perlopiù demotivato – si mostra irrequieto e insofferente di fronte a un compito affidatogli dal responsabile del suo ufficio: lo ritiene scontato e poco stimolante. Come assodato è per lui il fatto che, ogni mese, il suo conto corrente venga rimpinguato con uno stipendio che non aumenta più da mesi nemmeno di un centesimo. «Quella maledetta promozione viene sempre concessa a chi meno se la merita!» borbotta in continuazione. Un giorno la moglie gli riferisce che la sua migliore amica – con il marito seriamente malato e due figli da crescere – ha appena perso il proprio lavoro da impiegata: l’azienda in cui lavorava da dieci anni è fallita. La donna l’ha chiamata in lacrime, chiedendole se lei conosca qualcuno che stia cercando una domestica per i lavori di casa… In sostanza, ciò che per alcuni di noi può apparire noioso o, più in generale, negativo, per altri può rappresentare addirittura una ragione di vita.
Ogni minuto che viviamo è unico e irripetibile. Le cellule di un corpo vivente si trasformano continuamente; al loro pari, la nostra esistenza è costituita da tanti istanti, ore, giorni, anni che, gli uni dopo gli altri, formano quella che noi chiamiamo “esperienza di vita”. Anche se talvolta ci appaiono uguali e per questo noiosi, i momenti che trascorriamo sono in realtà uno diverso dall’altro. Chi ogni mattina prende lo stesso mezzo pubblico o percorre la medesima strada in automobile per recarsi al lavoro ha comunque, un dì dopo l’altro, pensieri differenti; aspettative diverse dalla giornata che lo attende; delusioni più o meno amare da superare.
Impariamo a ragionare con la nostra testa, ignorando – qualora lo ritenessimo negativo – il giudizio altrui. Dove sta scritto che ciò che per gli altri è sfavorevole in senso assoluto lo sia anche per noi? Se – pur con oggettiva difficoltà – ci ricordassimo che ogni momento vissuto appartiene a una fase della vita che sfuma nel momento stesso in cui nasce, supereremmo meglio ogni difficoltà. Consideriamo il pianto adirato di un figlio piccolo che tanto irrita la madre e il padre nel momento del capriccio: e se invece divenisse – anni più tardi – il nostalgico ricordo di un periodo passato fra il calore e l’allegria che soltanto un bimbo può creare in una famiglia? Ignoriamo la nostra amica del cuore che ci compatisce continuandoci a ripetere: «Poverina! Ma come fai a sopportare quegli urli?». E ancora, se l’invadenza e la gelosia apparentemente insopportabile di alcuni genitori o suoceri diventassero invece una lezione accademica di come “non diventare” nei confronti dei propri figli, generi o nuore? Una sorta di “scuola a costo zero”, un investimento sul nostro futuro per farci amare maggiormente dai nostri cari. Ignoriamo chi, dall’alto del proprio distacco affettivo, ripete apertamente che, per essere davvero felici, ogni rapporto umano con la famiglia dovrebbe essere interrotto.
Anno nuovo, felicità rinnovata! Cogliamo l’occasione del cambio di anno per iniziare a estrapolare il bene in ciò che all’apparenza è negativo. Partiamo da noi stessi e viviamo ogni giorno come se fosse l’ultimo sulla faccia della terra: del resto, gli avvenimenti di cui è piena la stampa – fatti di cronaca e accadimenti geo-fisici – ci ricordano continuamente che le nostre vite non sono affatto scontate. A chi pensasse che quanto abbiamo scritto non sia poi così banale consigliamo di lasciarsi guidare dal numero uno dei formatori a livello europeo: Roberto Re. Questi, trasformando la propria passione e comunicatività in professione, ha formato i manager di importanti aziende italiane e migliorato le performance di atleti e squadre sportive. Potrebbe quindi aiutare anche noi! I suoi consigli sono racchiusi nel saggio Leader di te stesso. Come sfruttare al meglio il tuo potenziale per migliorare la qualità della tua vita personale e professionale (Mondadori, pp. 374, € 10,00).
Le immagini: Sonata delle stelle – Allegro (1908, tempera, 72,2 x 61,4 cm, Kaunas, Museo nazionale d’Arte M.K. Čiurlionis), del visionario pittore lituano Mikalojus Konstantinas Čiurlionis (Varėna, 22 settembre 1875 – Pustelnik, 10 aprile 1911); Riflessi dorati (olio e acrilico su tela, 80×40, di Angela Crucitti: l’omonima mostra si terrà da domenica 6 gennaio a venerdì 25 gennaio a Firenze, presso il Caffè letterario Giubbe Rosse, piazza della Repubblica, 13/14r – vedi Quei magici “Riflessi dorati”); e la copertina del libro di Roberto Re Leader di te stesso. Come sfruttare al meglio il tuo potenziale per migliorare la qualità della tua vita personale e professionale.
Emanuela Susmel
(LucidaMente, anno VIII, n. 85, gennaio 2013)