Esce oggi, in forma autoprodotta, l’ennesima, convincente, prova del compositore Gianluca D’Ingecco: “Linear Burns”. Una musica elettronica contaminata da mille altre suggestioni e capace di narrare non solo l’interiorità
«Nel trambusto di una festa può nascere un’atmosfera magica che solo la musica può creare. Il sax, il basso, i sinth, le grida della gente, il ritmo, il funky, il groove, una miscela esplosiva che ti entra dentro, può sconvolgerti l’anima, ti trasforma… E, se ti fai coinvolgere, può davvero cambiarti l’esistenza. In una sera come questa può quindi accadere di assistere a una magia: la magia di come la musica jazzy può trasformare e cambiare anche un nazista».
Questo è il miracolo che avviene all’interno di Jazzy Trasforming Nazi, prima traccia del nuovo disco (Linear Burns, ben 12 brani, autoprodotto, e in uscita oggi, venerdì 6 novembre 2020) del musicista perugino D.In.Ge.Cc.O. (Gianluca D’Ingecco). Un lavoro che è l’ennesimo di un artista sulla scena fin dal 2013 con varie prove e sperimentazioni. Ma può un cd costituito da composizioni solo musicali, raccontare storie, sensazioni, concetti, come nello splendido brano d’apertura? Sì, magari anche aiutando l’ascoltatore con le minuziose annotazioni poste dallo stesso autore come accompagnamento esplicativo di tutti i componimenti. Anche perché la musica di D.In.Ge.Cc.O. è viva, eclettica, s’immerge tra folle e città, entra negli animi umani, nella natura e nella tecnologia. Su una prevalenza elettronica o electropop, si innestano jazz, funky, disco, dance, house, groove, world music e persino suoni e voci d’ambiente. Tra passato e futuro, tra vintage e sperimentazioni ancora inascoltate: in equilibrio tra vecchio e nuovo, col comune denominatore di coinvolgenti sonorità e atmosfere elettroniche sottili e trascinanti, carezzevoli quanto stuzzicanti, a volte piacevoli ticchettii di pioggia ristoratrice, altre volte satiriche o inquietanti.
Un esempio anche visivo di quanto stiamo provando a delineare è dato dal sofisticato videoclip di Foreign Doors (“Porte straniere”), ottava traccia del disco: un prodotto mirabile, con immagini e musica intriganti e tutte da scoprire (eh, già, poiché il compositore perugino è anche bravo regista e videomaker di videoclip…). Invece la seconda traccia, Lovely Crooked Streets, ci conduce entro paesaggi urbani che finiscono per farci innamorare della loro stessa sgangheratezza, ben rappresentata dal tema ritmico di base ripetuto lungo tutto il componimento, finché, alla fine, si spegne dolcemente. GloryduMM è caratterizzata da energia, vitalità, desiderio sfrenato di abbeverarsi a quella fonte inesauribile che è l’imprevedibile frenesia della vita.
Tradizione ancestrale e contemporaneità trovano un equilibrio finale nel quinto brano, Pan’s Call (But I Love Technology), che inizia coi suoni arcani del mistero della divinità pagana per approdare ad acustiche più contemporanee. La splendida Chicago è l’ariosa rappresentazione impressionistica della metropoli statunitense con le sue molteplici facce. Una sorta di dolce (e forse anche irridente) nenia sulle convenzioni sociali di certa jet society occidentale: questo è Just One Drink To Join Me To You (traccia 6). Ipnotico, quasi subliminale, è il dodicesimo e ultimo componimento, Within Us Above Us. Con la varietà di tutte queste ascendenze e peculiarità le avventure musicali di D.In.Ge.Cc.O. toccano sempre la spiritualità di chiunque: infatti linear burns significa letteralmente “ustioni lineari”, ovvero un fenomeno che colpisce, brucia, ma, invece di sfigurare, impreziosisce e migliora. Del resto, si sa, la musica può far miracoli e ci auguriamo che, come in Jazzy Trasforming Nazi, quella di Dingecco possa compiere altri prodigi. Anzi, ne siamo certi…
Rino Tripodi
(LucidaMente 3000, anno XV, n. 179, novembre 2020)