Esce oggi “Synchronizer” (catalogo INRI/Metatron), terzo album della band d’origini toscane: undici brani di godibilissimo, puro, festoso, emozionante rock
Loro si identificano come E-King (voce, piano, tastiere), Majic-o (chitarre, tastiere, cori), littelelade (basso, moog, cori) e HolyHargot (batterie, percussioni, piano, tastiere, cori). Sono i Piqued Jacks, e sono quattro geniali rockettari provenienti da quel di Buggiano (Pistoia). La loro avventura sboccia da un jack (cavo elettrico di collegamento strumento musicale-amplificatore) spaccato per caso.
Da lì è nata la scintilla per creare il nome della band (piqued significa “interessati”, “eccitati”, “spontanei”). Adesso sono già arrivati al loro terzo disco, primo prodotto da INRI, e in uscita oggi, 19 marzo 2021. Il titolo è Synchronizer, e contiene ben undici tracce, tutte godibilissime. L’impronta fondamentale è quella “british”. Non a caso, l’album è stato realizzato tra lo studio Esagono di Rubiera (Reggio Emilia) e l’Inghilterra, a fianco di tre dei top producer della scena britannica: Julian Emery (Nothing But Thieves), Brett Shaw (Florence + The Machine) e Dan Weller (Enter Shikari). Per non dire che il tour dell’album precedente, The Living Past (2018), si è dipanato con successo anche tra Gran Bretagna e Canada. Tanti i riconoscimenti ottenuti dalla band anche in Italia. Ne citiamo uno per tutti: la vittoria dell’edizione 2019 di Sanremo Rock. Il nuovo disco unisce due caratteristiche che sembrerebbero contrapporsi: l’omogeneità e la varietà.
Da un lato gli undici componimenti hanno uno stile comune, dall’altro la fantasia artistica della band e i tanti influssi musicali li rendono sempre sorprendenti e quindi intriganti per l’ascoltatore. Si tratta di un rock puro, vivace, emozionante, che alterna momenti festosi e gioiosi, ad altri più riflessivi, ma sempre caratterizzati dall’originalità dell’esecuzione e dalla mescolanza sorprendente nell’uso di voci, strumenti, ritmi, melodie, armonie, effetti sonori. Tensioni si alternano a sonorità più distese. Si fa fatica a segnalare al lettore qualche brano rispetto agli altri. Sapendo di farci influenzare dal nostro gusto personale, vi diciamo di non perdervi la meravigliosa energia di Every Day Special e, poi, Spin My Boy (che nulla ha da invidiare agli hit dei The Smiths), la potenza vocale di Mysterious Equations, le luminosità di Hello? e il bel videoclip di The Elephant. Canti di rabbia e di protesta, di interiorità e sentimenti, di ruvidità e fragilità… Non è questa l’anima del rock?
Rino Tripodi
(LucidaMente 3000, anno XVI, n. 183, marzo 2021)