Una vita in fermento fin dalla nascita. Un grande talento per gli artisti da lanciare sul mercato musicale e una spontaneità che l’ha resa anche un personaggio televisivo
Il prossimo 22 aprile per Mara Maionchi non sarà un giorno come gli altri: compirà infatti 70 anni. Nata a Bologna da padre originario di Lucca e madre comasca, la sua vita è in fermento fin dalla nascita. Vi è infatti un iniziale dubbio sulla correttezza del suo cognome: Maionchi o Majonchi? Dopo aver vissuto una felice infanzia nel capoluogo emiliano, nel 1959 abbandona gli studi ritenendosi incompatibile con essi, come ha raccontato nell’autobiografia Non ho l’età.
Talent scout di successo da decenni, la sua avventura in ambito musicale inizia casualmente nel 1967, dopo aver lavorato in un’azienda di prodotti antiparassitari per l’agricoltura ed essersi trasferita nel 1966 a Milano, in una ditta di sistemi antincendio. Rispondendo a un’inserzione pubblicitaria viene assunta come segretaria nell’ufficio stampa della casa discografica milanese Ariston Records, divenendone, in seguito, responsabile della promozione. Grazie alle sue capacità conosce – e segue – artisti come Ornella Vanoni e Mino Reitano. Viene poi chiamata da Mogol e Lucio Battisti come addetta stampa dell’etichetta Numero Uno, da loro fondata nel 1969. La sua esperienza nel mondo discografico accelera nel 1975, con il ruolo di responsabile editoriale presso Dischi Ricordi, scoprendo, uno su tutti, Umberto Tozzi. In seguito, sempre nella stessa etichetta, diviene direttrice artistica: segue Mia Martini, Gianna Nannini, Eduardo De Crescenzo – che, nel 1981, accompagna a Sanremo ove interpreta la celebre Ancora – e Fabrizio De André. Due anni dopo passa in Fonit Cetra – sempre quale direttrice artistica – e crede in Pino Mango.
A partire dal 1983 la sua carriera si unisce a quella del marito, il paroliere e produttore discografico Alberto Salerno: insieme fondano infatti l’etichetta Nisa, il cui nome si ispira al padre di lui, Nicola Salerno. Il suo successo come talent scout prosegue con la scoperta di Tiziano Ferro, con il quale ha una lunga collaborazione artistica. E non finisce qui. Nel 2006 la Maionchi realizza – insieme al marito, coadiuvati dalle loro figlie Giulia e Camilla – una nuova etichetta indipendente: la Non ho l’età, in onore del testo scritto nel 1964 da Salerno per Gigliola Cinquetti, dedicata specificamente alla scoperta di nuovi talenti. A séguito di questa nuova esperienza, nel 2008 Mara viene chiamata dalla dirigenza di Rai 2: il suo ruolo è quello di giurato – a fianco di Morgan e di Simona Ventura – nella prima edizione italiana di X Factor.
E proprio dal 2008 la Maionchi diviene anche un personaggio televisivo, grazie alla sua spontaneità. Il suo successo in tale veste è immediato, tanto che la Rai la conferma per la seconda edizione del format, affidandole anche l’incarico di conduttrice del programma musicale Scalo 76 con Francesco Facchinetti, nonché della terza e della quarta edizione, nel 2009 e nel 2010. In questo anno esordisce come scrittrice dell’autobiografia Non ho l’età e come attrice nei panni della suocera nel film La banda dei Babbi Natale di Aldo, Giovanni e Giacomo. Vanta poi la partecipazione in qualità di concorrente al talent show benefico di Canale 5 Let’s dance e alla fase finale della decima edizione di Amici di Maria De Filippi e al corpo docenti dell’undicesima e dodicesima edizione del programma. Continua la carriera di attrice – nel ruolo della madre di Nicola Savino – nello spot pubblicitario televisivo per Telecom Italia ed è presidente di giuria del festival canoro internazionale Videofestival live in più edizioni, oltre che caposquadra nella quarta edizione dello show di Canale 5 Io canto e conduttrice radiofonica in Benvenuti nella giungla su Radio 105 e di Xtra Factor su Sky Uno. Essendo ancora in attività, ci aspettiamo da lei ulteriori performance.
Le immagini: Mara Maionchi a X Factor con Morgan e Simona Ventura; in una scena del film La banda dei Babbi Natale; con il marito Alberto Salerno.
Emanuela Susmel
(LucidaMente 3000, anno XVI, n. 184, aprile 2021)