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Pandemia, è l’inizio della fine?

È certamente un’ulteriore prova dei limiti umani, ma, secondo la Bibbia e lo stesso libro dell’Apocalisse, i cambiamenti finali saranno positivi

Bruno Bargiacchi by Bruno Bargiacchi
1 Aprile 2021
in CITAZIONI, RELIGIONI E SPIRITUALITÀ
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È certamente un’ulteriore prova dei limiti umani, ma, secondo la Bibbia e lo stesso libro dell’Apocalisse, i cambiamenti finali saranno positivi

Nello scorso numero di LucidaMente abbiamo cercato di riassumere un anno di pandemia (Covid-19, grande è la confusione sotto il cielo…) e di ciò che l’ha accompagnata. Ovvero il ping-pong di notizie, contraddizioni e accuse di tutti contro tutti. Abbiamo visto che per alcuni il coronavirus non c’era, poi le polemiche sulle misure di contenimento. Abbiamo assistito a contestazioni sull’obbligo di stare in casa. Per non parlare delle discussioni prima, durante e dopo il periodo delle vacanze. Poi, “finalmente”, da varie case farmaceutiche, sono arrivati i vaccini.

Ma non per questo sono cessate le problematiche e le diatribe. Già, è sempre colpa del Governo, qualunque cosa faccia o non faccia, qualunque cosa dica o non dica. Nel precedente esecutivo il presidente del Consiglio parlava troppo. Nel nuovo, secondo alcuni, parla poco. C’è chi vede in tutto questo la chiara prova dei limiti o dell’egoismo degli uomini. C’è chi afferma che in qualunque Nazione, a qualsiasi parte politica appartenga, da qualunque cultura provenga, l’essere umano, pieno di contraddizioni e di difetti, non sappia autogovernarsi. Tutti i grossi problemi dell’umanità come le guerre, le pandemie, l’inquinamento, le ingiustizie sociali, che vedono milioni di persone morire di fame e poche migliaia possedere immensi patrimoni, non sono stati eliminati da nessuno dei vari sistemi politici. Anzi, questi problemi sono peggiorati. L’umanità ha visto, solo nell’ultimo secolo, due guerre mondiali e attualmente, tra grandi e piccoli focolai, milioni di persone muoiono a causa di conflitti. Il cambiamento climatico, avvertono molti scienziati, ha raggiunto il punto di non ritorno. Nonostante i progressi della scienza la situazione è addirittura peggiorata.

Eppure il 18 febbraio, mentre sulla terra continuavano i problemi e le difficoltà legate alla pandemia, un rover (Perseverance) arriva su Marte dopo un viaggio durato mesi. In seguito a un atterraggio perfetto inizia a mandare immagini e suoni sulla Terra. È degno di riflessione il fatto che l’uomo riesca in queste imprese spaziali e non sappia risolvere i suoi problemi “terrestri”. Milioni di persone che credono e ripongono fede nella Bibbia fanno notare ciò che molti secoli fa scrisse il profeta Geremia (10, 23): «[L’uomo] non è in grado di dirigere i suoi passi».

L’incapacità dell’essere umano, di ogni essere umano, di governare se stesso, è sottolineata anche dal libro Qoèlet (Ecclesiaste) 8, 9: «Tutto questo ho visto riflettendo su ogni azione che si compie sotto il sole, quando un uomo domina sull’altro per rovinarlo». Qualcuno pensa che abbia ragione chi afferma che siamo vicini alla fine del mondo. E tra questi non ci sono solo fanatici religiosi, ma anche alcuni studiosi che hanno sviluppato «L’Orologio dell’apocalisse», ideato nel 1947 dagli scienziati della rivista Bulletin of the Atomic Scientists dell’Università di Chicago. Si tratta di un orologio simbolico, riconosciuto da molte nazioni, che indica quanto l’umanità sia vicina a un’autodistruzione (vedi anche Orologio dell’apocalisse, 100 “secondi” alla fine del mondo. “Governi impreparati di fronte al Covid”). Gli studiosi della Bibbia, però, non sono d’accordo: affermano che sì, siamo vicini a un radicale cambiamento, ma non sarà la fine del nostro pianeta e dell’umanità. Spiegano, infatti, che la Bibbia, dopo aver evidenziato i problemi e il motivo dei problemi, mostra anche la soluzione. Nel libro del profeta Daniele (2, 44) leggiamo: «Il Dio del cielo farà sorgere un regno che non sarà mai distrutto e non sarà trasmesso ad altro popolo: stritolerà e annienterà tutti gli altri regni, mentre esso durerà per sempre». Ecco la soluzione. Sarebbe, dunque, Dio stesso che tramite il suo Regno porterà il cambiamento.

Questo, del resto, è il tema principale del messaggio di Cristo: «Il Regno di Dio» che da centinaia d’anni le persone invocano, forse senza neanche accorgersene, quando pregano: «Venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra» (Vangelo di Matteo, 6, 10). La frase «come in cielo così in terra» appare molto chiara. Quale sarà il risultato dell’istituzione di questo Regno divino? Altro che fine del mondo, altro che Apocalisse. Anzi, nel libro che porta quel nome è contenuto un messaggio tutt’altro che catastrofico, ma una “buona notizia”.

Per rimarcarlo viene citato un brano che descrive le condizioni che recherà il Regno di Dio qui sulla Terra. Nell’Apocalisse di Giovanni (o Rivelazione), 21, 3-4, leggiamo: «Ecco la tenda di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro […]. E asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più la morte né lutto né lamento né affanno». Non ci sono dubbi che ci si si riferisca alla Terra: «morte», «lutto», «lamento», «affanno», sono condizioni presenti su tutto il nostro pianeta. Per concludere, chi ha fede nella Bibbia è convinto che questa pandemia, la Covid-19, sia solo l’ennesima prova che l’uomo è incapace di autogovernarsi, «dirigere il suo passo». Il motivo è semplice: egli non è stato creato con questa dote. Invece, sotto il Regno di Dio retto da Cristo, tra gli uomini e le donne o tra le varie etnie non ci saranno disparità, ma tutti avranno gli stessi diritti e gli stessi doveri. La Terra non è stata creata per essere colma di sofferenze causate da guerre, malattie, o altro che la porteranno all’autodistruzione, ma è destinata a esistere per sempre, abitata da persone che vivono in pace e in salute, governate direttamente dal Creatore. Certo è che, se le cose stanno veramente così, c’è davvero da riflettere e approfondire la propria spiritualità.

Bruno Bargiacchi

(LucidaMente 3000, anno XVI, n. 184, aprile 2021)

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Tags: apocalissebibbiaCoviddiopandemiareligioneumanità
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Comments 2

  1. Renato G. says:
    2 anni ago

    Mi sembra che nell’Apocalisse di Giovanni e nella descrizione fatta da Gesù (ad esempio, nel Vangelo di Matteo) la fine del mondo non sia così idilliaca, ma si parla di dolori di afflizione e di situazioni molto dolorose per gli uomini.

    Rispondi
    • Bruno Bargiacchi says:
      2 anni ago

      Grazie per il commento.
      E’ vero: parlando della fine ci sono cose che potrebbero spaventare, ma va visto tutto secondo il quadro generale di quel libro e dell’intera Bibbia. Vediamo se in poche parole riesco a spiegarmi. Il libro dell’Apocalisse (o Rivelazione) non parla di fine del mondo, ma della fine di un’era o sistema di cose della quale aveva parlato anche il Cristo (da lei citato) nel Vangelo di Matteo al capitolo 24 verso 3: “Al monte degli Ulivi poi, sedutosi, i discepoli gli si avvicinarono e, in disparte, gli dissero: «Di’ a noi quando accadranno queste cose e quale sarà il segno della tua venuta e della fine del mondo» (Bibbia edizione CEI 2008). Qui il termine greco aiòn si riferisce allo stato delle cose o alle caratteristiche che contraddistinguono un certo periodo di tempo, un’epoca o un’era, quindi per correttezza il versetto si dovrebbe tradurre:”
      Dicci: quando avverranno queste cose, e quale sarà il segno della tua presenza (greco “parousìa”) e della conclusione del sistema di cose?” . Non fine del mondo che sarebbe in contrasto con “la buona notizia” che Gesù venne ad insegnare.

      Torniamo all’Apocalisse. Che quel giorno porterà difficoltà lo ammette chiaramente anche il libro stesso, infatti coloro che sopravvivranno vengono da un periodo chiamato “Grande Tribolazione” Apocalisse, capitolo 7, versetti 13,14 “chi sono e da dove vengono?». Gli risposi: «Signore mio, tu lo sai». E lui: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione…
      Il culmine di questa grande tribolazione è riportato al capitolo 16 verso 16 : “luogo che in ebraico si chiama Armaghedòn.”
      E’ vero, comunemente anche questa parola “Armaghedòn” incute paura, me se ricorriamo alla spiegazione che da la Bibbia di questo termine, vedremmo che è diverso dall’imaginario collettivo. E’ difficile dirlo in due parole, si tratta dello scontro finale tra i governi umani e Dio. Anche oggi questi governi e i loro sostenitori si oppongono a Dio, rifiutando di sottomettersi al suo dominio (Salmo 2:2). La battaglia di Armaghedon metterà fine al dominio umano (Daniele 2:44).

      Il finale, sempre secondo l’Apocalisse, non può che essere positivo e auspicabile. Come scrivo nell’articolo è descritto verso la fine, in Apocalisse 21 versi 3 : «Ecco la tenda di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro ed essi saranno suoi popoli ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio. (ricollegabile all’adempimento della preghiera insegnata da Gesù : “… VENGA il tuo regno come in cielo così in TERRA…). Il versetto successivo (4)a conferma che questo si adempirà sulla Terra aggiunge: “E asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più la morte né lutto né lamento né affanno, perché le cose di prima sono passate». Infatti queste cose sono sulla terra non in cielo. Sono quelle cose di “prima” che “sono passate”. Grazie per l’attenzione.

      Rispondi

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