E per la marcatura industriale (imballaggi, etichette, tubi metallici) oggi si usano i laser e i micropunti
La tecnica artistica in grado di tracciare segni sopra una superficie scavandola, meglio conosciuta come incisione, risale già alla Preistoria, dove viene impiegata nell’arte rupestre all’interno delle grotte, ed è arrivata fino ai giorni nostri, anche se in forme e scopi molto diversi rispetto al passato, pensiamo per esempio alla marcatura laser. I materiali su cui si compie l’incisione possono essere i più disparati, dalla pietra al legno, passando per la ceramica o il cuoio. Un aspetto che non è mai mutato col trascorrere del tempo è il suo essere una forma di comunicazione grafica, capace di veicolare messaggi o informazioni di un certo tipo e, nonostante dalla lama di pietra per incidere al laser ne sia passata di acqua sotto i ponti, osservare un segno prodotto seguendo specifiche tecniche richiama un’idea di continuità, persistenza e validità, indipendentemente dalle ragione per cui è stato prodotto. Per comprendere come si è giunti ai sistemi di marcatura odierni, è importante conoscere i significati e gli sviluppi che l’incisione ha avuto nel corso della storia.
La storia delle incisioni: la scrittura egizia
L’esempio più lampante di incisione nella pietra risalente all’Antico Egitto riguarda i geroglifici, che in greco significano “scritture degli dei”, nati 5000 anni a.C. Si trattava per l’appunto di caratteri sacri, impiegati nei templi o sugli obelischi per realizzare scritte religiose, anche a carattere funereo. I segni potevano indicare una lettera, come nella scrittura alfabetica che anche noi conosciamo, oppure uno specifico concetto, presentandosi sotto forma di pittogramma. Ma in che modo venivano messi a punto i geroglifici? Oltre a essere campiti, ovvero si riempiva il contorno di una figura disegnata su una superficie liscia, potevano essere incisi attraverso la tecnica del rilievo su un supporto di pietra precedentemente levigato. Asportando lo sfondo e lasciando in risalto solo il soggetto o le scene principali, si otteneva il bassorilievo; mentre, se veniva scolpito il contorno delle figure e si manteneva la medesima sporgenza dello sfondo, si aveva come risultato un rilievo inciso, impiegato in Egitto soprattutto nel periodo del Medio Regno.
Incisione greca: dalle ceramiche alle toreutica
Facendo un salto avanti nel tempo e catapultandoci nell’Antica Grecia, è possibile notare nell’Arte vascolare, incentrata sulla lavorazione dei vasi in ceramica per uso religioso o quotidiano, una specifica forma di incisione a scopo decorativo, in particolare nei vasi con figure nere su sfondo rosso. Dopo la fase di modellazione dell’argilla, venivano realizzate delle figure nere attraverso un rivestimento lucido in argilla finissima, che dopo la cottura acquisiva un colore scuro e venivano impreziosite con l’aggiunta di dettagli attraverso delle linee incise, usate anche per i contorni, ottenuti graffiando la vernice e facendo emergere il colore rosso-bruno dell’argilla sullo sfondo. Tra le tecniche di incisione esistevano anche quella a sbalzo e cesello, racchiuse nella toreutica, termine riferito alla lavorazione superficiale di oggetti servendosi di un martello o uno scalpello. I Greci e gli Egizi hanno infine in comune l’arte glittica, volta a incidere le pietre preziose con intagli di varie forme, prodotti per motivi religiosi come nel caso dello scarabeo, simbolo di rinascita dopo la morte, eseguiti con scalpelli o punte di corindone, impressi da torni azionati a mano o a piede. La punta veniva bagnata con una miscela di olio e polvere di diamante.
Marcatura: una moderna tecnica di incisione
Giungendo ai giorni nostri, possiamo notare come vi sia una predominanza della marcatura industriale, che, oltre ad aver mutato nome e a non essere considerata, almeno a livello di definizione, come una tecnica di incisione, viene sfruttata per motivi diversi da quelli artistici, perché punta a rendere i prodotti tracciabili e a identificarli in maniera univoca, aiutando il consumatore a risalire con facilità al produttore, nonché a garantirne la qualità. Nuovi anche i contesti di applicazione, che vanno dagli imballaggi alle etichette, fino ai tubi metallici. La tipologia più performante è la marcatura laser, impiegata anche da Automator International, capace di incidere qualsivoglia superficie senza difficoltà con un raggio laser, ottenendo ottimi risultati in tempi ridotti. È inoltre un tipo di marcatura resistente all’usura, al calore e a sostanze chimiche come l’acido, a differenza delle altre incisioni a inchiostro che, oltre al rischio di scomparire, sono esposte all’asportazione del materiale. A parte il vantaggio di persistere nel tempo, la marcatura laser ha un basso impatto ambientale proprio perché non si serve di solventi o materiali di consumo. Un’altra tecnica innovativa è la marcatura a micropunti, che grazie a un corpo in diamante penetra nel componente da incidere, creando una sequenza di micropunti, i quali vanno a formare il disegno o il logo stabilito, come risultato di una corrente pulsata ottenuta attraverso la procedura della micropercussione.
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Isabella Parutto
(LucidaMente 3000, anno XVI, n. 190, ottobre 2021)