Petizioni, appelli, aperture: per la prima volta nel Parlamento italiano potrebbe esserci una maggioranza schiacciante, in grado di attuare molte riforme sociali, anticasta e laiche
Proprio nel campo preferito e vincente del Movimento 5 stelle, la Rete, si susseguono da ore commenti (vedi l’opinione di Michele Serra e le sue riflessioni sulla sua rubrica L’amaca ne la Repubblica di mercoledì 27 febbraio), appelli, richieste petizioni, affinché non venga sprecata un’occasione forse unica per l’Italia: approfittare della strana composizione che, in parte a sorpresa, caratterizzerà la Camera e il Senato, per realizzare quello che neanche un governo di centrosinistra avrebbe potuto fare.
Reddito minimo di cittadinanza, sviluppo della ricerca, sostegno ai giovani, più tutele sociali, difesa dell’ambiente, efficienza energetica ed energie rinnovabili, difesa dell’acqua pubblica, no a grandi opere inutili come il ponte sullo Stretto, no all’acquisto degli F-35, assegnazione dei soldi dei rimborsi elettorali alle piccole e medie imprese che stanno morendo, alla scuola pubblica e all’università pubblica. Questi alcuni provvedimenti economici e sociali sui quali, essendo in linea di massima d’accordo, senza inciuci e senza compromessi, potrebbero legiferare insieme Pd e suoi alleati e i neoparlamentari grillini.
Sul piano politico-istituzionale: dimezzamento dei parlamentari e dei loro stipendi, legge anticorruzione, nuova legge elettorale, stop ai conflitti d’interesse, referendum consultivi alla svizzera, tetto alle pensioni d’oro… Inoltre, si può votare insieme un valido nuovo presidente della Repubblica. Anche nel campo dei diritti civili e sul terreno della laicità, sarebbero tante le occasioni da non perdere per approvare ciò che è sempre stato bloccato da una stragrande maggioranza parlamentare ultraclericale. Testamento biologico, coppie di fatto e unioni civili, legge antiomofobia, 8 per mille, meno (o niente) soldi alle scuole confessionali e per l’ora di religione…
Dunque, il Movimento 5 stelle ha ora la sua grande occasione. Dando anche un appoggio esterno (astensione, tanto per non sporcarsi le mani) a un governo Italia bene comune, può controllare e indirizzare le scelte politico-economiche-sociali di un esecutivo transitorio – ma forse neanche tanto – a guida Pd, impedendogli di approvare qualunque legge antipopolare. Se non lo farà, sarà oggettivamente uno strumento delle destre e sarà servito, succhiando voti a Pd, Sel, Rc, ecc. (come in realtà è avvenuto; altro che sottrarre voti a Silvio Berlusconi), a impedire un compatto e coeso governo di sinistra-centro Pd-Sel-Psi-Cd, aprendo la strada al prossimo completamento della rimonta da parte dell’uomo di Arcore e della vecchia Italia corrotta, maneggiona, clericalbigotta, degli evasori fiscali, dei collusi, dei puttanieri machisti.
Tornare al voto senza aver prima fatto di tutto per cambiare ciò che è possibile sarebbe un delitto contro gli italiani che hanno votato sia il centrosinistra che il movimento di Grillo. Del resto, secondo il sondaggio on line di Repubblica.it (oltre centomila voti espressi), la maggioranza dei lettori del quotidiano, vale a dire elettori per lo più di centrosinistra, auspica un governo Pd-Sel-5stelle (con appoggio diretto o esterno dei grillini).
Le immagini: il Parlamento e foto di Beppe Grillo (fonte: http://it.wikipedia.org/; autore: Niccolò Caranti).
Rino Tripodi
(LucidaMente, anno VIII, n. 87, marzo 2013)