Secondo un sondaggio dell’associazione HelpAge International, il 99% della popolazione in età avanzata non lascerà le proprie abitazioni e non ha più mezzi per sopravvivere. Aperta una raccolta fondi per coloro che sono rimasti nelle proprie case e hanno un disperato bisogno di cibo, acqua potabile e farmaci
La preoccupazione per le vittime dei conflitti bellici è in genere rivolta soprattutto ai bambini e alle donne. In effetti, in un mondo migliore, nessuno dovrebbe morire per le guerre, compresi gli uomini e persino i militari impegnati nei combattimenti. Tuttavia, è pur vero che spesso ci si dimentica della popolazione anziana residente negli scenari peggiori. A porre l’attenzione su tale fascia è HelpAge International.
Si tratta di un’associazione nata a Londra nel 1983, che raduna più di 154 membri in 86 paesi del mondo, col fine di promuovere il diritto di tutte le persone anziane, ovunque si trovino, a condurre una vita dignitosa, sana e sicura. Essa lavora in Ucraina dal 2014 e collabora da tempo nel Paese con una rete di partner e volontari per dare supporto a 4.800 anziani, fornendo loro viveri, medicinali e supporto psicologico, attraverso visite o telefonate regolari. All’intensificarsi del conflitto, la profonda conoscenza del tessuto socioeconomico e il contatto quotidiano con la popolazione coinvolta hanno consentito all’organizzazione di estendere rapidamente la risposta tenendo conto degli specifici bisogni degli anziani colpiti dall’emergenza in corso, ad esempio prendendo accordi con reti locali di approvvigionamento per fornire cibo e beni primari. Nelle regioni di Donetsk e Lugansk, per verificare gli effettivi bisogni primari, i volontari hanno condotto un sondaggio su 1.513 persone anziane, utilizzando un breve questionario. I risultati sono molto preoccupanti: il 99% dichiara di non voler essere evacuato dalle proprie case. Il 91%, nove persone su dieci, ha bisogno di aiuto per procurarsi il cibo perché ha problemi di mobilità o vive da solo. Il 79% non ha accesso all’acqua potabile, mentre oltre il 90% degli intervistati è senza energia elettrica, con temperature esterne costantemente sotto lo zero. Il 75% riferisce di aver bisogno di articoli per l’igiene personale e il 34% di farmaci per malattie croniche, inclusi i farmaci per il diabete, per l’ipertensione e antidolorifici.
Le persone in età avanzata costituiscono un terzo di tutte quelle bisognose di assistenza a causa emergenza, il che rende l’attuale conflitto la crisi umanitaria “più anziana” al mondo. Una persona su quattro in Ucraina ha infatti più di 60 anni e l’Ucraina ha quindi la più alta percentuale al mondo di anziani coinvolti in un conflitto in un unico paese. HelpAge è presente in Italia dal 2017. Proprio Emilia Romano, direttrice generale di HelpAge Italia, afferma che «molte donne e bambini stanno lasciando il paese, molti uomini rimangono per difenderlo, ma la stragrande maggioranza delle persone anziane non può e non vuole lasciare il paese, rimanendo isolata. Abbiamo la volontà e il dovere di garantire anche a loro il sostegno umanitario necessario alla sopravvivenza. Il nostro staff, i nostri volontari e le associazioni locali con le quali collaboriamo stanno facendo un grande lavoro, ma abbiamo bisogno di altre risorse per espandere l’intervento e per questo abbiamo lanciato un appello di raccolta fondi attivo sul sito dell’associazione». Infine, è da considerare che HelpAge ha incluso nella sua risposta all’emergenza anche attività di supporto ai rifugiati che stanno arrivando in Moldova e Polonia, per garantire agli anziani che oltrepassano il confine un’assistenza adeguata ai loro specifici bisogni.
Isabella Parutto
(LucidaMente, anno XVII, n. 195, marzo 2022)
Grazie di averci ricordato questa emergenza. Quasi del tutto sottaciuta.