La scomparsa delle nuvole sull’ottavo, lontanissimo, pianeta del sistema solare è dovuta all’azione del Sole. È allora facile immaginare quanto maggiore possa essere l’influenza della nostra stella sui pianeti più vicini ad essa, come la Terra. E ora che diranno gli ecoterroristi?
Non v’è alcuna certezza. Del resto, quando si parla di Scienza – quella vera, non di fanatismo ideologico scientista – ogni asserzione è provvisoria e mutevole in base a nuove scoperte e dati. Stiamo parlando del cambiamento climatico, nuovo terrorismo indotto da Poteri sovranazionali globali e mass media, dopo crisi economica, pandemia, guerra nucleare imminente, ecc.
Ma cosa stanno combinando i nettuniani?
Come ci chiedevamo in un precedente articolo di qualche tempo fa, le domande da porsi sono tre: 1) è in atto un catastrofico cambiamento climatico?; 2) se sì, le cause principali sono le attività umane?; 3) a prescindere, si può fare qualcosa di concreto?
Mentre gli ecoterroristi e gli ecoteppisti non hanno dubbi, nella seconda metà di agosto è giunta da importanti fonti scientifiche una singolare notizia. Su Nettuno sono sparite per la prima volta – a memoria di osservatori astronomici – le nuvole bianche che si stagliavano sullo splendido azzurro del pianeta gassoso. La causa di tale scomparsa è legata all’attività del Sole (vedi qui e Andrea Fusco, Nettuno, le nuvole sono legate ai cicli solari).
Lo affermano i ricercatori guidati da Imke de Pater, dell’Università della California a Berkeley, secondo cui esiste una correlazione tra le nuvole nettuniane e il ciclo solare, ossia il periodo di circa undici anni di fluttuazione dell’intensità delle radiazioni solari. Durante i picchi di emissione di luce ultravioletta proveniente dal Sole si assiste sul gelido pianeta a un aumento delle nubi, simili ai nostri cirri, che ora, finita l’intensa attività solare, sono spariti.
Voi potreste allora chiedervi che ce ne frega di Nettuno e cosa c’entra col cambiamento climatico terrestre… Beh, considerate che Nettuno è il più lontano dalla nostra stella tra tutti i pianeti del sistema solare, distando circa quattro miliardi e mezzo di chilometri dal Sole, mentre la Terra si trova a “soli” 150 milioni di chilometri di distanza. Pertanto, Nettuno riceve solo un millesimo della luce che riceve il nostro pianeta dalla stella madre!
La Fisica dell’atmosfera
Nonostante tale distanza e l’apparente poca influenza del Sole su un pianeta così lontano, come si vede, l’eliosfera include pure Nettuno e lo influenza. Pensate all’influsso – benefico, ma anche distruttivo – che il Sole ha su un pianeta “vicino” come la Terra e, per di più, piccolo rispetto al gigantesco Nettuno (diametro di 12.700 chilometri rispetto a circa 50.000 km)! Malgrado queste ovvie verità scientifiche, se su Nettuno vivessero i catastrofisti del clima accuserebbero i poveri nettuniani di essere la causa della scomparsa delle nuvole sulla superficie del pianeta.
Da tempo docenti universitari come Franco Prodi, studioso di Fisica dell’atmosfera, affermano che il clima cambia come è sempre mutato nella storia della Terra, ma che l’influenza dell’uomo su di esso è quasi nulla (e, quindi, anche la sua possibilità di mutarne l’andamento). Il problema, invece, è quello di adattarvisi con intelligenza, come sempre si è fatto, senza sprecare risorse in provvedimenti inutili o dannosi, e catastrofici per le economie dei cittadini.
Di recente pure un altro notissimo scienziato come Antonino Zichichi (ma anche il Nobel Carlo Rubbia) ha posto la questione della differenza tra fattori di inquinamento e fattori climalteranti, che gli ecologisti d’assalto tendono a confondere. Intervistato da Carlo Cambi («Il clima è determinato soltanto dal Sole. Il resto è ideologia», in LaVerità, 7 agosto 2023, p. 2), ha affermato al riguardo: «Chi inquina deve essere punito non perché produce cambiamenti climatici, ma perché commette un delitto contro la buona salute di tutti gli abitanti della Terra». Invece «l’andamento del clima è legato all’attività del Sole».
Un articolo del 1990 di Massimo Croce e la teoria di Milutin Milanković
Il bello (o il brutto) è che gli studi sull’influenza del Sole sul clima terrestre non sono una novità. Casualmente, scartabellando nella mia collezione completa di quella splendida rivista che fu Abstracta. Curiosità della Cultura e Cultura delle Curiosità, mi sono imbattuto in un articolo dell’astrofisico Vincenzo Croce (1932-2011), dal significativo titolo Quanto Sole nell’atmosfera terrestre! (in Abstracta, n. 54, dicembre 1990, pp. 64-71), scritto dunque in tempi non sospetti di negazionismo e affini.
Lo studioso vi affermava che «l’importanza della presenza del Sole nell’ambito dell’economia generale del nostro mondo e dei confratelli planetari è fondamentale e assoluta. […] In ogni caso, è l’energia solare che domina e governa quasi tutti i fattori climatici e meteorologici del pianeta che noi abitiamo».
Tale influenza fu messa in luce per la prima volta nel 1920 dal climatologo serbo Milutin Milanković (1879-1958). Il clima terrestre è dunque fortemente determinato dalle influenze solari (ma anche astronomiche) insieme all’«oscillazione dei gradi di inclinazione dell’asse della Terra (con periodo prossimo a 40 mila anni) e del suo orientamento rispetto alla volta celeste (periodo detto di precessione, pari a 26 mila anni». Da tali fattori deriva la «ripetitività delle grandi glaciazioni – ed anche delle glaciazioni minori – venutesi a susseguire sul pianeta nel corso degli ultimi 600 milioni di anni». Dunque, alle glaciazioni seguono riscaldamenti globali e viceversa.
Cosa diranno gli ignoranti ecogretini tra circa un miliardo di anni Quando il Sole vaporizzerà la Terra? Se la prenderanno con le attività umane e l’anidride carbonica? Forse un po’ di senso del sacro, del divino e della precarietà dell’esistenza del genere umano sarebbero utilissimi. Ma questa gente ha mai letto qualcosa di Giacomo Leopardi?
Le immagini: da Nasa/Esa/E. Chavez/I. de Pater.
Rino Tripodi
(LucidaMente 3000, anno XVIII, n. 214, ottobre 2023)