Intervento di Fare per fermare il declino-Emilia-Romagna su una delle vergogne italiane. Quale la situazione in regione
Riceviamo e, visto anche il nostro costante impegno sul tema trattato, volentieri pubblichiamo l’opinione pervenutaci da Fare Emilia-Romagna.
Sovraffollamento e suicidi negli istituti penitenziari gettano l’Italia in fondo alla lista dei paesi europei, seguita solo dalla Serbia. Una condanna che arriva direttamente da Strasburgo, dove il Consiglio d’Europa ha reso noto i dati del Rapporto 2012. Una vergogna che vede l’Italia prima per numero di stranieri detenuti e seconda per numero di suicidi.
Uno scenario rispecchiato nelle carceri emiliano-romagnole, dove nei 12 istituti sono presenti 3.706 detenuti (dati Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria), numero che supera di oltre 1.300 unità la capienza regolamentare, con un tasso di affollamento pari a 154 detenuti per ogni 100 posti letto, quando la media europea è di 107. Il Sappe (Sindacato autonomo di polizia penitenziaria) ha recentemente diffuso altri sconfortanti dati: 811 gesti di autolesionismo e 126 casi di tentato suicidio durante lo scorso anno, a fronte di gravi carenze di personale (in regione mancano circa 600 unità).
Tutto questo è l’ultimo tassello di una giustizia inefficiente, che oltretutto costa agli italiani l’1% del Pil, nota per una durata dei procedimenti che equipara l’Italia all’Iraq, un intasamento dato da cause pretestuose a danno di quelle serie (le prime andrebbero risolte diversamente che dal “classico” tribunale) e un abuso dello strumento processuale (perché non creare sezioni e giudici specializzati?). Il risultato è un numero troppo alto di detenuti in attesa di giudizio: nei penitenziari dell’Emilia-Romagna sono quasi il 40% i carcerati in attesa di sentenza definitiva, di cui la metà in attesa del primo giudizio!
Allo stesso modo la prigione è la soluzione per troppi piccoli reati, mentre i grandi crimini, come ad esempio quelli finanziari, restano oscuri e impuniti. È urgente introdurre e aumentare le pene alternative al carcere per condannati non pericolosi, così come è ora di considerare la carcerazione preventiva una misura estrema e non un’anticipazione di pena verso presunti innocenti. Sulle carceri, la risposta è nel programma di Fare: affidamento tramite appalti pubblici dei servizi di gestione (esclusi i servizi di sorveglianza) e incentivi per la costruzione degli istituti penitenziari in concessioni di lavori e project financing, come opere di pubblica utilità.
Fare per fermare il declino – Emilia-Romagna
(LucidaMente, anno IX, n. 101, maggio 2014)
Ricordiamo che il tema dello scandalo carceri in Italia sta da sempre a cuore di LucidaMente. Ce ne siamo occupati in numerose circostanze, a partire dalla pubblicazione di un vero e proprio dossier e di uno spunto satirico del nostro direttore. Ne I giornalisti emiliano-romagnoli dietro le sbarre, abbiamo riportato l’inchiesta compiuta dal numero 83 di Giornalisti (http://www.odg.bo.it/giornalisti/Giornalisti83.pdf). Abbiamo inoltre più volte ospitato testimonianze di detenuti come Vincenzo Andraous e Mario Trudu. E, soprattutto, dell’ergastolano-scrittore Carmelo Musumeci, il suo tragico appello, un’intervista, un suo intervento-lettera aperta al ministro della Giustizia, l’articolo Sesso e galera. Abbiamo informato su iniziative e manifestazioni dei Radicali italiani, il gruppo politico più attivo sulla questione con la sua proposta di Amnistia per la Repubblica, così come su quelle dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII (Trasferiti ergastolani di Spoleto) e altre (Detenuti senza diritto alle cure; L’ergastolo non esiste… anzi sì). Né abbiamo dimenticato la condizione della polizia penitenziaria, in sofferenza come quella dei detenuti, trattata in Quegli altri uomini dentro le prigioni.