Nel volume “Quello che le canzoni non dicono 2” Davide Pezzi, da noi intervistato, unisce la passione per la musica a quella della scrittura e svela la genesi dei brani musicali più conosciuti
Quello che le canzoni non dicono 2. Storie e segreti dietro alle nostre canzoni del cuore (Prefazione di Franco Zanetti, Con un’intervista a Maurizio Fabrizio, youcanprint, 2023, pp. 344, € 19,90 in versione cartacea) svela l’origine dei brani musicali più gettonati. Il libro rappresenta la fusione fra la professione giornalistica e la passione per la musica del suo autore, Davide Pezzi, giornalista riminese da sempre appassionato di musica. Dopo aver accumulato una decennale esperienza in diverse radio nella zona della sua città natìa, oggi lavora presso una testata giornalistica della Repubblica di San Marino.
Da noi intervistato, ecco cosa ci ha detto.
L’origine di tutto e le fonti
Com’è nata l’idea di scrivere un testo sulle canzoni?
«La musica è sempre stata una delle mie grandi passioni insieme alla scrittura. Diversi anni fa un gruppo musicale mi chiese di preparare brevi presentazioni delle canzoni che avrebbero eseguito in alcuni concerti. Cercando materiale per scriverle, mi si aprì un mondo: compresi che, su alcuni brani, c’era da raccontare ben oltre le poche righe richiestemi. Iniziai così, per puro diletto, a raccogliere in un blog le storie di alcuni brani. Da lì è nato tutto. Quello che mi affascina – e questo vale anche per i tanti altri appassionati di musica – è andare “dietro” a una canzone; scoprirne retroscena, aneddoti, curiosità, motivazioni e speranze degli autori. Il libro non è un testo specialistico né una “storia della musica” e nemmeno uno sterile elenco di dati: non vuole sostituire Wikipedia. La mia non nascosta ambizione è quella di cercare di scrivere dei veri e propri racconti, le cui protagoniste sono le canzoni stesse».
Quali sono state le sue fonti informative?
«Il lavoro di preparazione, in effetti, è stato lungo. Cercare del materiale interessante sui brani, infatti, è tutt’altro che facile. Per fortuna oggi c’è Internet che permette l’accesso a tanti siti in cui, a volte, gli stessi autori si raccontano. Oltre alla rete ho consultato libri, riviste e, qualche volta, ho raccolto personalmente anche le parole degli autori stessi».
La differenza di contenuto fra i volumi 1 e 2 del libro e la scelta del titolo
Che differenza di contenuto c’è fra il volume 1 e il volume 2 del libro Quello che le canzoni non dicono?
«A parità di struttura, la differenza fondamentale fra i due volumi è la seguente: come detto, il primo è, in parte, una raccolta di storie scritte in un arco di tempo piuttosto lungo; e non tutte nate per una pubblicazione vera e propria. Non ha pertanto uno stile omogeneo: alcune sono più lunghe, altre molto – troppo – corte. Il secondo volume invece è nato come libro, con una maggiore attenzione alla scrittura vera e propria. Contiene un numero inferiore di storie – contestualizzate nel momento storico delle canzoni – rispetto al primo, ma con una maggiore lunghezza e argomentazione».
Ma l’idea di dividere il testo in due parti era stata pensata fin da subito o è nata in séguito?
«No, assolutamente! Addirittura il primo è scaturito quasi a seguito di una provocazione di un amico che mi propose di raccogliere le storie in un libro. Gli risposi: “Ma chi vuoi che lo comprerebbe?”. “Io lo comprerei” mi disse. Allora non pensavo certo di dare un seguito al primo volume!».
La scelta del titolo è volutamente stata pensata in analogia alla canzone di Fiorella Mannoia Quello che le donne non dicono? Nel volume vengono svelati anche i segreti di questa canzone?
«Il riferimento a quella bellissima canzone è ovvio; del resto, Enrico Ruggeri [l’autore, ndr] è uno degli artisti italiani che ho sempre apprezzato maggiormente. Però, strano a dirsi, la storia di quella canzone non c’è, anche perché reperire materiale interessante sulle canzoni italiane è spesso molto difficile. Però, chissà, magari in un terzo volume…».
Cosa racconta il volume: i “segreti” svelati
A integrazione dell’intervista con l’autore, aggiungiamo che il libro narra gli appassionanti retroscena di alcune fra le hit più iconiche e amate di tutti i tempi, svelando i segreti che le hanno ispirate. Le canzoni sono pensate quali capsule del tempo, finestre temporanee che riportano immediatamente i lettori a momenti specifici delle proprie vite, facendo loro rivivere le emozioni che provavano allora, i luoghi esplorati e le persone incontrate all’epoca.
Ma i brani musicali sono concepiti anche come occasione per immaginare come si viveva, per esempio, negli anni Sessanta e Settanta del Novecento; quali erano le sfide e le speranze delle persone, quali eventi storici stavano plasmando il mondo. Il libro non esclude alcuno stile canoro: dalle ballate romantiche ai brani rock ribelli, dalle canzoni che hanno fatto la storia del jazz alle hit pop che hanno dominato le classifiche.
Ed ecco, di seguito, più o meno in ordine cronologico, alcune anticipazioni del contenuto del libro. Strangers in the night di Frank Sinatra nacque in Croazia. Paul McCartney scrisse Michelle a soli 17 anni per cercare di far colpo sulle ragazze. Quando venne alla ribalta Ancora tu, Lucio Battisti venne definito da un giornalista “un Barry White all’italiana”. Vita spericolata di Vasco Rossi è una sorta di lettera indirizzata al suo amico d’infanzia. Tutti Frutti di Little Richard e Relax dei Frankie goes to Hollywood affrontano in modo celato tematiche erotiche, scabrose per gli anni cui risalgono. All I want for Christmas, interpretata da Mariah Carey, nacque in un afoso agosto statunitense, incredibilmente in poco più di un quarto d’ora.
Dai Beatles a David Bowie, da Aretha Franklin a Franco Battiato; ogni pagina del libro offre un’immersione profonda nel processo creativo dietro alle note che ci accompagnano nel nostro quotidiano.
Le immagini: la copertina del libro Quello che le canzoni non dicono 2 e l’autore Davide Pezzi.
Emanuela Susmel
(LucidaMente 3000, anno XVIII, n. 216, dicembre 2023)