Nel suo libro “Catastrofi a scelta” (A. Mondadori editore) lo scrittore Isaac Asimov aveva ipotizzato quindici possibili disastri: dall’estinzione della specie umana alla scomparsa del sistema solare e della Terra, fino alla morte dell’intero universo. E non tralasciava guerre e virus… Quale sarà quella “giusta”?
Le catastrofi oggi più gettonate dai mass media, e che, quindi, influenzano le masse, sono quella climatica (Greta dixit) e quella virale (Covid imperans), mentre, visto il conflitto Russia-Ucraina-Nato, torna ad affacciarsi la preoccupazione di un olocausto termonucleare… Che nulla sia eterno e che verrà un giorno nel quale la stessa Terra non esisterà più, è scontato. Perlomeno perché, se tutto va bene, tra circa quattro miliardi di anni il Sole si espanderà inglobando il nostro pianeta.
Ma, se questa è l’ipotesi più “ottimista”, poiché posticipa la fine dell’umanità a tempi lontanissimi, non è detto che questa sopravvivrà sul pianeta fino ad allora. Con un sadismo quasi pari al senso di serenità/rassegnazione che può indurre l’ineluttabilità di ogni cataclisma, il narratore e saggista, nonché divulgatore scientifico, Isaac Asimov (1920-1992) aveva elencato ben quindici possibili calamità. Lo aveva fatto in uno dei suoi numerosissimi volumi: Catastrofi a scelta. Le apocalissi che incombono sul nostro pianeta, del 1979, pubblicato in Italia un anno dopo da Arnoldo Mondadori editore. Informiamo subito il lettore eventualmente interessato all’acquisto che da tempo il volume è fuori catalogo e quindi quasi introvabile; pertanto, dovrà accontentarsi della nostra breve sintesi (e siamo lieti di potere così almeno ricordare quel libro). Dicevamo che si prova quasi una sensazione di piacere nel pensare a disastri che riteniamo che non avverranno mai o quando noi non ci saremo, soprattutto quando ci si trova nella propria casetta, al sicuro… Al sicuro? Beninteso, nel corso dei 4,5 (?) miliardi della loro esistenza il sistema solare e i suoi pianeti, la Terra coi i suoi abitanti animali, vegetali, minerali, sono di continuo mutati, con estinzioni ed estinzioni, per non dire degli imperi e delle società umane, che, collocati su quella scala temporale, hanno avuto una durata di pochi attimi.
Pertanto, quando si parla di catastrofi, apocalissi o fini del mondo, si può intendere appena il disfacimento di una determinata, precaria, momentanea condizione di stabilità. Ciò comprende sia l’entità più grande, l’intero cosmo, così come quella più piccola, la specie umana. Asimov, infatti, distingue cinque tipi di catastrofi. Quelle del I tipo riguardano l’universo; quelle del II il Sole; quelle del III la Terra; quelle del IV la biologia e la guerra; quelle del V risorse, inquinamento, tecnologie. Sicché le quattro catastrofi del I tipo comprendono il Giudizio Universale, presente in molte religioni e mitologie, l’aumento dell’entropia, l’espansione illimitata dell’universo o la sua contrazione, il collasso delle stelle e i buchi neri. Le due del II tipo riguardano la stella più vicina a noi, con le sue micidiali, imprevedibili emissioni e la sua futura instabilità. Le collisioni della Terra con comete, asteroidi o meteoriti, il rallentamento del nostro pianeta e i disastri che deriverebbero qualora la Luna si allontanasse o si avvicinasse troppo, i pericoli provenienti dai fattori geologici (tettonica, terremoti, vulcani), i cambiamenti climatici (glaciazioni o riscaldamenti, che sono sempre avvenuti), la perdita del magnetismo terrestre, con lo spiacevole risultato che tutti gli esseri viventi e il loro Dna non sarebbero più protetti dai raggi cosmici, costituiscono le cinque minacce del III tipo.
Ovviamente, Asimov aveva previsto anche ciò che in questo periodo tanto ci preoccupa: l’estinzione umana a causa di virus e dei disastri di una guerra totale; sono, infatti, le due catastrofi del IV tipo: epidemie da microrganismi e utilizzo di armi nucleari (delle quali l’autore auspica l’eliminazione completa). Infine, le due catastrofi del V e ultimo tipo sono quelle più “probabili” e che stiamo già vivendo: il depauperamento delle risorse e l’inquinamento; la sovrappopolazione. Proprio su questo punto il saggista è esplicito: nessun problema può essere risolto se la Terra è abitata da decine di miliardi di persone, mentre, al contrario, molte difficoltà possono essere superate se si attua un controllo sulle nascite («è necessario dissociare sesso e concepimento»). [Leggi anche Demografia, sovrappopolamento, distruzione dell’ambiente… e migrazioni]. Questo impressionante numero di eventi ansiogeni può essere diviso in tre categorie: apocalittiche ma improbabili (ad esempio, un blocco di antimateria che investe la Terra); certe e sui quali l’umanità nulla può fare (l’evoluzione del Sole in stella rossa, col suo accrescimento comprendente l’orbita terrestre), però lontane nel tempo; sicure di verificarsi e prossime, ma sulle quali si può intervenire (la sovrappopolazione, l’inquinamento, l’impoverimento delle risorse). Insomma, lo scrittore è, in fin dei conti, ottimista: «Non c’è niente che ci minacci di una distruzione imminente in modo tale che siamo incapaci di evitarlo».
Speriamo che Asimov avesse ragione (ma bisogna considerare che scriveva il proprio libro alla fine degli anni Settanta dello scorso secolo, mentre si stavano aprendo i felici anni Ottanta). Noi però riteniamo che l’apocalisse più probabile, perché dipendente da quell’orrendo animale che è l’uomo e perché legata a quanto sta avvenendo in questo periodo, possa essere quella determinata dall’annientamento nucleare per cause belliche. Pertanto, ci sembra giusto concludere con un brano notissimo ma sempre impressionante e profetico, l’explicit de La coscienza di Zeno (1923) di Italo Svevo:
«L’occhialuto uomo […] inventa gli ordigni fuori del suo corpo e se c’è stata salute e nobiltà in chi li inventò, quasi sempre manca in chi li usa. Gli ordigni si comperano, si vendono e si rubano e l’uomo diventa sempre più furbo e più debole. Anzi si capisce che la sua furbizia cresce in proporzione della sua debolezza. I primi suoi ordigni parevano prolungazioni del suo braccio e non potevano essere efficaci che per la forza dello stesso, ma, oramai, l’ordigno non ha più alcuna relazione con l’arto. Ed è l’ordigno che crea la malattia con l’abbandono della legge che fu su tutta la terra la creatrice. La legge del più forte sparì e perdemmo la selezione salutare. Altro che psico-analisi ci vorrebbe: sotto la legge del possessore del maggior numero di ordigni prospereranno malattie e ammalati.
Forse traverso una catastrofe inaudita prodotta dagli ordigni ritorneremo alla salute. Quando i gas velenosi non basteranno più, un uomo fatto come tutti gli altri, nel segreto di una stanza di questo mondo, inventerà un esplosivo incomparabile, in confronto al quale gli esplosivi attualmente esistenti saranno considerati quali innocui giocattoli. Ed un altro uomo fatto anche lui come tutti gli altri, ma degli altri un po’ più ammalato, ruberà tale esplosivo e s’arrampicherà al centro della terra per porlo nel punto ove il suo effetto potrà essere il massimo. Ci sarà un’esplosione enorme che nessuno udrà e la terra ritornata alla forma di nebulosa errerà nei cieli priva di parassiti e di malattie».
Le immagini: copertina del saggio di Isaac Asimov; a uso gratuito da pxfuel.com e da pixabay.com.
Rino Tripodi
(LucidaMente 3000, anno XVII, n. 202, ottobre 2022)
Sino a qualche anno fa i Testimoni di Geova erano considerati “catastrofisti” perché, si diceva, che annunciavano la “fine del mondo”. Tra parantesi non lo hanno mai detto, non hanno mai parlato di fine della terra e dei suoi abitanti, ma dicevano e dicono tutt’ora che si tratta del “termine del sistema di cose” (Vangelo di Matteo capitolo 24 versetto 3), traduzione del greco aiòn.“Quando si riferisce allo stato delle cose o alle caratteristiche che contraddistinguono un certo periodo di tempo, un’epoca o un’era”. E questo è un messaggio positivo poiché si tratta dell’adempimento della preghiera modello (Padre nostro) dove recita “Venga il Tuo Regno…come in cielo così in TERRA”. In parole povere termina l’epoca del dominio dell’uomo sulla terra e seguirà l’istaurazione del Regno di Dio il quale altro non è che un vero e proprio governo (vedi anche Daniele 2:44). Tra l’altro questo è sempre stato il tema fondamentale della predicazione di Cristo e i suoi discepoli i quali come sappiamo predicavano il “Vangelo” (dal greco euaggèlion, “buona notizia”). Chiusa la parentesi.
Da qualche tempo sono scienziati, studiosi e altri che parlano di fine, di catastrofe mondiale, un esempio per tutti Il Doomsday Clock o “orologio dell’apocalisse”, è un’idea degli scienziati della rivista Bulletin of the Atomic Scientists dell’Università di Chicago del 1947 e consiste in un orologio metaforico che misura il pericolo di una ipotetica fine del mondo a cui l’umanità è sottoposta. E’ riconosciuto in molte nazioni e indica quanto l’umanità sia vicina a un’autodistruzione. Secondo il giornale online Il Mattino del 27 gennaio 2021,” restano meno di due minuti (100 secondi) alla mezzanotte… l’ipotetica fine del mondo. Quest’anno l’annuncio è stato dato tramite una conferenza.
Poi oggi leggo questo articolo: “Quale apocalisse ci annienterà?” qui si cita il libro “Catastrofi a scelta” (A. Mondadori editore) dello scrittore Isaac Asimov dove sono descritti scenari apocalittici e si conclude: “con un brano…impressionante e profetico, l’explicit de La coscienza di Zeno (1923) di Italo Svevo:” Ci sarà un’esplosione enorme che nessuno udrà e la terra ritornata alla forma di nebulosa errerà nei cieli priva di parassiti e di malattie».
Però secondo la Bibbia e gli insegnamenti del Cristo stesso le cose non andranno così. Nessuno degli scenari descritti Da Asimov e Svevo riportati in questo articolo si verificheranno. Riguardo alla terra riporto solo una delle frasi che accennano al suo destino (Ecclesiaste o Qoèlet capitolo 1verso 4) “Una generazione va e una generazione viene, ma la terra rimane per SEMPRE”.
L’uso stesso della parola “apocalisse” che oggi viene usata da tutti (non solo in questo articolo) e alla quale viene dato un significato negativo (catastrofe, rovina totale, fine del mondo) è inappropriata in questa accezione poiché Il sostantivo greco (apokàlypsis) così tradotto significa “scoprimento”, “svelamento”, e spesso è usato a proposito di rivelazioni di natura spirituale o inerenti alla volontà e ai propositi di Dio. Il culmine del libro biblico “Apocalisse” riportato al capitolo 21 versetti 3,4 dice:” Allora sentii una voce possente che veniva dal trono dire: “Ecco, la tenda di Dio è con gli uomini; egli dimorerà con loro (riprende la preghiera modello “regno …sulla terra) ed essi saranno il suo popolo. Dio stesso sarà con loro. 4 Ed egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi, e la morte non ci sarà più, né ci sarà più lutto né lamento né dolore. Le cose di prima (il sistema di cose) sono passate”. Questo è un messaggio catastrofico e da temere oppure c’è da sperare che venga presto visto che non solo l’umanità non verrà distrutta, ma anzi saranno eliminati i motivi di dolore?
Una sola parte dell’umanità dovrà eventualmente temerlo, ed è ben descritta nella Bibbia, mi limito a citarne solo un brano, lo faccio prendendolo sempre dal libro “Apocalisse” dove al capitolo 11 verso 18 si legge:”… e giunse il tempo stabilito… per distruggere quelli che stanno distruggendo la terra”.
Grazie per l’attenzione e per questo spazio