Palazzo Morando di Milano sta ospitando una mostra dedicata all’iconica eroina Dc Comics: fumetti, tv, cinema…
«Bella come Afrodite, saggia come Atena, con la velocità di Mercurio e la forza di Ercole…». Chi sarà mai? Soprattutto gli appassionati meno giovani di fumetti non avranno difficoltà a rispondere: Wonder Woman! Nato negli anni Quaranta dalla penna dello psicologo William Moulton Marston, oggi è uno dei personaggi femminili più celebri nel mondo dei cartoon, ma anche della tv e del cinema.
Ora a questa icona pre o pseudofemminista (pensate pure a Batwoman o a Xena o alla nostra Valentina) viene dedicata a Milano la mostra Wonder Woman. Il mito. Curata da Alessia Marchi e promossa dal Comune di Milano-Assessorato alla Cultura, essa si tiene nella pittoresca cornice di Palazzo Morando-Collezione Costume Moda Immagine (via Sant’Andrea 6). L’intento è quello di celebrarne la storia e il successo con un approccio interdisciplinare – dall’illustrazione e il fumetto al cinema, passando per la moda. Lungo l’esposizione, infatti, è possibile osservare tavole originali, costumi, proiezioni e oggetti di scena. L’evento, che ha avuto inizio lo scorso 17 novembre, si protrarrà fino a domenica 20 marzo 2021. Ideata nel 1941, con le prime illustrazioni di Harry G. Peter, Wonder Woman è diventata negli anni Settanta l’omonima serie televisiva statunitense, interpretata dalla celebre Lynda Carter, per approdare infine al grande schermo con i film Wonder Woman (2017) e Wonder Woman 1984 (2020), sempre per la regia di Patty Jenkins. Nelle stanze di palazzo Morando allestite per l’evento è possibile ripercorrere tutta la storia dell’eroina.
Infatti, la mostra inizia il proprio percorso dalla prima serie di fumetti dedicati a Wonder Woman e dalla formazione accademica e le ricerche in campo psicologico che Marston intraprese per creare il personaggio, dal suo profilo e carattere ai suoi superpoteri e fino al suo costume. Il pubblico viene introdotto alla cosiddetta “Golden Age” di Wonder Woman, ovvero il periodo epico del fumetto negli Stati Uniti (1941-1955), attraverso alcune tra le copertine più iconiche e un videoracconto che intreccia la Storia con il Mito. Nel Dopoguerra, negli anni Cinquanta e nei primi anni Sessanta il character viene ripensato sulla base di modelli e riferimenti più attuali, tanto che viene privata dei superpoteri (a partire dal 1968) e infine resa partecipe della nuova ondata sessantottina e femminista. In mostra, a fianco della gigantografia del periodico femminista Ms. magazine, cofondato dall’attivista Gloria Steinem, una selezione di tavole delle wonder women, le illustratrici italiane dell’universo DC Comics (tra cui Laura Braga, Emanuela Lupacchino e Maria Laura Sanapo), che vogliono mostrare il contributo tutto italiano alla costruzione della figura di Wonder Woman come la conosciamo oggi.
Quindi si entra nel mito attraverso una videoinstallazione, immersiva e dai toni epici, che racconta la formazione di Diana Prince nell’isola Paradiso, Themyscira, permettendo al visitatore di scoprire le sue origini mitologiche. Fondamentali per Wonder Woman saranno gli anni Ottanta: dopo Crisis on Infinite Earths, un ciclo narrativo pubblicato da DC per dieci numeri dall’aprile 1985 al marzo 1986, grazie a nuove avventure scritte da Greg Potter e Len Wein e magistralmente illustrate da George Pérez, il personaggio acquista nuova vita e dignità. I suoi ultimi trent’anni sono raccontati in una sezione dedicata: il pantheon dei suoi illustratori comprende ora, tra gli altri, artisti come Brian Bolland Adam Hughes, Phil Jimenez e Alex Ross; è un’ulteriore rinascita del personaggio, fino alle serie The New 52 (dal 2011) e Rebirth (dal 2016). La mostra si conclude con un’escursione nei mondi della televisione e del cinema: dalla serie tv della già citata Carter fino ai recenti film con Gal Gadot. È un breve viaggio che tocca anche la sfera della moda, curata in particolare attraverso una videoinstallazione, con il contributo di ricerca dello storico della moda Maurizio Francesconi
Quest’ultimo pone l’accento sull’importanza delle influenze stilistiche della moda che insieme ai costumi dell’eroina ha attraversato ottant’anni di cambiamenti e ha giocoforza influenzato la sua figura in una costante oscillazione tra il passato, il presente e un immaginario futuro. In conclusione, un personaggio di un fumetto che avrebbe potuto avere breve vita, come tanti, è divenuto indiscusso simbolo di verità, giustizia e uguaglianza, attraversando e superando confini geografici e decenni di storia. Wonder Woman. Il mito è il primo progetto museale – nonché la prima mostra in Italia – interamente dedicato all’eroina femminile dell’universo DC, un personaggio femminile tra i più amati di sempre. Il leitmotiv dell’esposizione è la sua figura, che impersona valori come lealtà, uguaglianza e lotta contro ogni forma di ingiustizia, incarnando le migliori abilità fisiche e morali che la mitologia greco-romana ci continua a insegnare: un bell’esempio di empowerment femminile che continua a parlare a generazioni di persone in tutto il mondo.
La mostra Wonder Woman. Il mito ha come sede Palazzo Morando–Collezione Costume Moda Immagine, via Sant’Andrea 6. Gli orari di visita sono martedì, mercoledì, venerdì e domenica dalle ore 9,30 alle ore 19,30; giovedì e sabato dalle ore 9,30 alle ore 22,30. L’ultimo ingresso sarà consentito sino a un’ora prima della chiusura. Il costo del biglietto intero è € 14,00, ridotto € 12,00. Per ulteriori informazioni: tel. +39 011 2178540; email: c.palazzomorando@comune.milano.it; sito web: http://www.costumemodaimmagine.mi.it
Le immagini: la locandina della mostra e alcune foto dell’esposizione (© Jule Hering).
Isabella Parutto
(LucidaMente 3000, anno XVI, n. 192, dicembre 2021)