Inchiesta sul sito d’informazione, riconducibile a una società controllata dalla Lega, di cui Matteo Salvini è stato condirettore
«AUDACE, ISTINTIVO, FUORI CONTROLLO»: questo è il sottotitolo – in caps lock – che campeggia sulla testata telematica registrata www.ilpopulista.it, alla quale fa capo una pagina Facebook con quasi 24mila like. A febbraio 2020 il sito di notizie raggiungeva un volume di traffico pari a quasi 65mila visualizzazioni. Il dominio è stato aperto nel 2012 come sito di satira. Alla fine di aprile 2015 viene registrato il periodico on line Il Populista e le pubblicazioni iniziano il 5 maggio 2015.
Il richiamo contenuto nella home page non è casuale. Infatti un banner in primo piano, corredato dall’immagine di un lupo, si rivolge al lettore: «LIBERA LA BESTIA CHE C’È IN TE!». Fra le varie rubriche – come «L’INCAZZATO», «IL BUONISTA», «L’INVASIONE» – troviamo la sezione «LIVE NEWS». «Contribuisci anche tu – si legge – […] inviandoci un video, una foto o un articolo!». Talvolta, proprio fra il materiale spedito dagli utenti, vi sono fake news conclamate, come quella del cartello stradale australiano che reciterebbe «Noi abbiamo il nostro sistema di leggi, che non è la Sharia. Non ti piace? Fai i bagagli e vattene». Alla dicitura «X-FILES» troviamo invece notizie dedicate a convegni di ufologia e avvistamenti sospetti. Firma di punta è Alfredo Lissoni, membro del Centro ufologico nazionale e autore di libri quali Ufo: la Bibbia segreta. La verità che la Chiesa nasconde sulla presenza extraterrestre sul nostro pianeta, che in una e-mail con Armando Siri dichiara: «Lavoro in Lega da una vita». La sede legale de Il Populista si trova in viale Vittorio Emanuele II 23, a Bergamo. Giulio Centemero – capogruppo della Lega in Commissione Finanze alla Camera – è amministratore del dominio web.
Altri domini di riserva (ilpopulistaonline.it, ilpopulistaquotidiano.it, ilpopulistanews.it) sono intestati a Luca Morisi, responsabile della comunicazione di Matteo Salvini. Centemero non è solo deputato della Lega, ma – secondo un’inchiesta de L’Espresso – «il tesoriere ufficiale del partito, voluto dal leader […] per gestire i conti dopo gli scandali della truffa sui rimborsi elettorali» risalenti alla direzione Bossi-Belsito. Insieme ad Andrea Manzoni e Alberto Di Rubba, il tesoriere leghista possiede lo studio di commercialisti Dea consulting srl, con sede sempre a Bergamo in via Angelo Maj 24.
Allo stesso indirizzo risulta domiciliata anche l’associazione culturale Più Voci, fondata – come racconta ancora L’Espresso – per finanziare proprio Il Populista e Radio Padania e di cui il contabile leghista è rappresentante legale. Per questo meccanismo, nel 2019 i Pm di Milano hanno chiesto il processo contro Centemero, accusato di finanziamento illecito, come si legge nell’approfondimento de Il Fatto Quotidiano. La società editrice del periodico che afferisce al network leghista è la MC srl, la cui sede legale si trova, ancora, in via Angelo Maj 24. Capitale sociale 10mila euro e amministratore unico Giulio Centemero. I dati emersi dalla visura camerale certificano che il 100% delle quote della società è posseduto da Pontida-Fin srl. Si tratta di una delle due partecipate dal partito di Matteo Salvini. La nota integrativa al bilancio 2017 reperibile sul sito leganord.org evidenzia proprio che «dopo una profonda ristrutturazione è diventata la società di gestione di tutte le proprietà immobiliari del Movimento, nonché nella partecipazione (al 100%) della società MC srl».
La MC srl non naviga in buone acque: «Il fatturato […] durante il 2018 è diminuito del 74,34%», si legge. Questi dati, reperibili open access su internet, sono confermati dal bilancio societario, che indica una perdita dell’esercizio 2018 pari a € 88.040,00, a fronte di un attivo al 31 dicembre 2017 di appena 3.961,00 euro e debiti che «ammontano complessivamente a euro 302.345». La situazione è aggravata dal fatto che parte dei crediti della società «afferiscono alle somme oggetto di sequestro giudiziario […] nell’ambito del procedimento penale […] presso il Tribunale di Genova». Ovvero concorreranno alla restituzione dei famosi 49 milioni frutto della truffa sui rimborsi elettorali.
L’editrice della testata, che dichiara come attività prevalente l’«ideazione di campagne pubblicitarie», possiede – stando alla Camera di Commercio – un solo dipendente. Ma le attività de Il Populista sono portate avanti da numerosi esponenti leghisti: basti pensare che almeno fino all’estate 2018 il segretario del partito Salvini figurava nella gerenza in qualità di «condirettore». Attuale condirettore è invece Alessandro Morelli, deputato ed ex direttore di Radio Padania. Come emerge dal database di e-mail hackerate da Anonymous, altri esponenti leghisti di spicco hanno partecipato, a vario titolo, alla pubblicazione di contenuti su Il Populista: da Andrea Paganella, caposegreteria di Salvini, al già citato Siri, senatore indagato per corruzione nel 2019, passando per Andrea Lorusso, già portavoce di un assessore regionale leghista, licenziato dopo una foto che lo ritraeva inginocchiato davanti alla tomba di Mussolini. Inoltre, un rapporto dell’Italian Atlantic Committee (associazione che si occupa di «formazione ed informazione sui temi […] relativi all’Alleanza atlantica») menziona proprio Il Populista, insieme ad alcuni fra i più noti titoli di disinformazione on line «come Tutti I Crimini degli Immigrati, […] Italia Patria Mia, VoxNews», quale uno di quei siti portavoce della retorica antimigranti.
Le immagini: screenshots tratti dal sito www.ilpopulista.it.
Edoardo Anziano
(LucidaMente, anno XV, n. 172, aprile 2020)