In occasione del centenario della morte del Sommo poeta è uscito il libro “L’ultima notte a Ravenna” (C1V Edizioni) di Marco Cappadonia Mastrolorenzi, che accompagna il lettore in un percorso da Ravenna al cosmo tolemaico
In occasione del settimo centenario della scomparsa di Dante Alighieri (1265-1321), un inviato speciale, in diretta dalla Zona del silenzio di Ravenna, tenta di ricostruire – proprio dalla tomba del Sommo poeta – la sua ultima notte nella città che lo ha ospitato dopo aver lasciato Verona e che ancora oggi accoglie i suoi resti. L’ultima notte prima del viaggio a Venezia.
Ma per quale motivo Dante dovette partire da Ravenna per svolgere una delicatissima ambasceria nella città lagunare? Quale impegno doveva affrontare per il signore della città che in quel momento storico era Guido Novello da Polenta? Ed ecco che, alzando lo sguardo alle «stelle», parola che chiude, come è noto, ogni regno dell’aldilà dantesco, si cominciano a vedere gli astri e i corpi celesti al tempo della cultura di Dante, gli interessi scientifici del grande poeta, fino a viaggiare all’interno del cosmo aristotelico-tolemaico per arrivare alla fine di quell’universo (ed estendersi anche oltre). Nel nuovo libro di Marco Cappadonia Mastrolorenzi, Dante. L’ultima notte a Ravenna. Dalla Terra alle stelle (C1V Edizioni, pp. 284, € 15,00; quinto volume della collana “Scientia et Litterae”) un presentatore televisivo è in collegamento da Roma con Ravenna, dove prenderà la parola un divulgatore pronto a raccontare una lunga storia che comincia proprio al tramonto di una giornata di agosto del 2021, esattamente 700 anni dopo la partenza del Sommo da Ravenna che lo portò ad affrontare il viaggio che, purtroppo, gli fu fatale. Tanti gli argomenti affrontati in questo volume divulgativo, soprattutto i vari interessi scientifici dell’Alighieri, un poeta innamorato delle stelle.
Tra i libri che Dante maneggiava durante la stesura ventennale della Divina commedia, c’erano, per esempio, degli studi che oggi definiremmo di etologia, e che all’epoca erano chiamati “bestiari”, oppure saggi di geofisica e geologia del tempo, oltre che di astronomia e medicina. L’interesse di Dante per l’astronomia (e per l’astrologia che nel Medioevo era parte integrante dell’astronomia) si coglie in tutto il viaggio della Commedia, ma si squaderna (Par., canto XXXIII, v. 87) in modo molto forte soprattutto negli ultimi canti del Paradiso, dove, una volta arrivati alla fine del mondo aristotelico, si apre un’altra dimensione, straordinariamente simile all’universo descritto nel Novecento da Albert Einstein. E proprio nella Zona dantesca ravennate l’inviato speciale converserà con Piergiorgio Odifreddi intorno a vari temi scientifici che riguardano Dante (a questo proposito si può vedere l’intervista in esclusiva rilasciata proprio dal noto matematico a LucidaMente).
Nella seconda puntata si cercherà di andare oltre gli occhi di Dante e di allargare lo sguardo fuori dal cosmo dantesco per scoprire – insieme al lettore – le meraviglie della scienza dell’universo che hanno consentito all’uomo di svelare un cosmo che non poteva essere visto soltanto dal debole occhio umano. Il viaggio dalla Terra alle stelle si concluderà proprio a Ravenna, al termine della notte in cui l’inviato speciale finisce il tempo a disposizione per poter raccontare la sua storia. Sarà, poi, Michele De Pascale, sindaco di Ravenna, a chiudere il viaggio insieme all’inviato-narratore per parlare delle importanti iniziative culturali che la città romagnola ha dedicato (e sta ancora dedicando) al creatore della Divina commedia in occasione di questo settimo centenario della scomparsa. L’autore si è soffermato anche intorno alla figura di Beatrice, analizzandola dal punto di vista della realtà storica e del senhal (figura letteraria/escamotage letterario): questa figura femminile di cui ci parla Dante è davvero compatibile con la Bice Portinari vissuta a Firenze nello stesso periodo dell’Alighieri? Sulla base delle analisi osteologiche eseguite tempo fa da illustri studiosi è molto interessante la riflessione scientifica sulle possibili patologie di cui avrebbe sofferto il letterato fiorentino. È plausibile che Dante sia morto di malaria, come ogni manuale di letteratura italiana riporta (o come ogni dantista suggerisce)?
Il volto di Dante, secondo lo studio antropometrico del cranio, era veramente così come l’arte figurativa tradizionale ce lo tramanda e siamo abituati, da sempre, a vedere? Il viaggio avrà fine al termine della notte, quando non sarà più possibile scorgere le stelle in cielo, con il ricordo della campana di Dante che ogni sera, prima del tramonto, batte 13 rintocchi per rammentare la scomparsa del genio italiano, avvenuta, presumibilmente, nella notte tra il 13 e il 14 settembre 1321. Un viaggio davvero appassionante tra storia, letteratura e scienza, con varie sorprese che durante il viaggio il lettore incontrerà dentro l’universo dantesco, in compagnia di molteplici voci narranti che si alterneranno con la loro presenza scenica per celebrare uno dei più grandi geni dell’umanità. Un volume che non può mancare nella libreria di chi, almeno una volta nella vita, ha alzato il viso verso le stelle (magari per esprimere un desiderio o per dichiararsi al proprio amore) che illuminano il nostro firmamento.
Le immagini: la copertina del libro Dante. L’ultima notte a Ravenna. Dalla Terra alle stelle; la Zona del silenzio a Ravenna e la tomba di Dante; l’autore Cappadonia Lorenzi nel proprio studio.
Mario Smargiassi
(LucidaMente 3000, anno XVI, n. 187, luglio 2021)