Il terzo romanzo di Emanuela Susmel verrà presentato nel capoluogo bolognese, patria dell’autrice e uno dei luoghi in cui la vicenda è ambientata. Nel titolo e nella sua rappresentazione grafica è contenuto solo uno dei tanti enigmi in cui la narrazione si sviluppa
Il successo può costare caro. Lo sa bene uno dei protagonisti di Mistero a Pigalle, nuovo romanzo di Emanuela Susmel (Self Publishing Amazon, pp. 412, € 15,00 la versione cartacea e € 8,00 la versione kindle). Una serie di enigmi si dipana tra le magiche atmosfere parigine e quelle di Bologna, città in cui l’autrice è nata e vive, luogo immancabile nelle sue opere letterarie. Il primo mistero è proprio quello espresso nella grafica del titolo: una inconsueta “R” di cui il lettore capirà il senso soltanto una volta terminato il libro. La narrazione ha inizio con il ritrovamento, da parte di un taxista parigino, di una valigia che una singolare cliente ha dimenticato nel baule.
Seguirà un’indagine svolta – non senza colpi di scena – dalla Gendarmérie francese, al fine di identificarne il contenuto e giungere al suo proprietario. Parallelamente il lettore vivrà, attraverso i personaggi, due esistenze agli antipodi: una, condotta sul palcoscenico del Moulin Rouge, nel luccichio evanescente delle paillettes; l’altra, lontana dalle luci della ribalta, nella speranza di colmare un vuoto a tratti insopportabile. Compagni di viaggio sono numerose citazioni musicali – non casuali – e svariati dialoghi in lingua francese, debitamente tradotti in calce.
L’opera sarà presentata venerdì 3 dicembre 2021 alle ore 20,45, a Bologna, presso il teatro della parrocchia San Giovanni Bosco, via Bartolomeo Maria Dal Monte 14. Dialogherà con l’autrice Antonella Cosentino. Del libro pubblichiamo di seguito la significativa introduzione di Maria Daniela Zavaroni, dal titolo Un lungo viaggio attraverso anni, canzoni, esistenze, città…
Leggere un romanzo, si sa, è sempre un viaggio su un duplice binario, quello della trama del libro e quello della propria interiorità. Ci sono storie che ci stupiscono e ci parlano, che sembrano cucite addosso ai nostri percorsi di vita, ai nostri sogni o alle nostre difficoltà. Tutti, almeno una volta, ci siamo immedesimati in una vicenda, in un personaggio, in un dettaglio più o meno secondario trovato nelle pagine di un romanzo che abbiamo tenuto tra le mani. La scrittrice bolognese Emanuela Susmel lo sa bene. Con il suo terzo libro, Mistero a Pigalle, ci regala un intreccio intrigante, a tratti spettacolare, che ci assorbe in un vivace alternarsi di situazioni sorprendenti, esistenze artefatte e complicate e differenti stati d’animo.
Quando Emanuela mi ha chiesto di scrivere questa prefazione, l’emozione è stata tanta, anche per aver avuto il piacere di visionare in anteprima uno scritto che, non ho mai avuto dubbi, mi ha stupita capitolo dopo capitolo, facendomi vivere le vicende con immedesimazione e partecipazione. I protagonisti sono divenuti miei amici – chi più, chi meno! – e alla fine del libro mi è dispiaciuto doverli salutare! Incarnate nei tanti personaggi, la storia ci regala mille sfumature di caratteri, impulsi, comportamenti, timori, passando dalla crescita personale delle figure di spicco – non tutte – e con ambientazioni che costituiscono il palcoscenico di ogni vicenda in maniera intelligente e ragionata, nel dipanarsi di avvenimenti realmente accaduti che hanno segnato i primi due decenni del XXI secolo. Un vero e proprio giallo, un mistero appunto, intriso di «bolognesità», che prende il via dalla periferia del capoluogo emiliano, omaggiato attraverso i suoi simboli e le caratteristiche salienti che tanto lo rendono caro a chiunque impari a conoscerlo; una storia d’amore, dapprima ostacolata da un’assenza che non potrebbe essere più ingombrante, poi esplosa in una dolce passione tra Anna e Mauro, che trovano finalmente la propria strada, non prima di essere travolti da chi decide per tutti. Il destino? Sì, ma, nel caso specifico di questa storia, anche da qualcuno che ha un nome e un cognome e torna spietatamente dal passato nell’irruenza di una notte tempestosa.
E poi, Pigalle: oltre a Bologna, il lettore esplora alcuni luoghi cardine della città dell’amore e li osserva intrecciarsi con le vicende dei «bolognesi doc», mentre, nel corso di lunghi anni, fanno da sfondo a qualcosa di luccicante, incredibile e misterioso. Si impareranno ad amare a proprio modo tutti i personaggi, da Roberta, una «tigre» in gabbia che troverà il senso della vita solo una volta ferita, «improvvisamente accasciatasi al suolo» a seguito degli eventi indotti dalla devastazione della sua stessa esistenza, indurita dall’illusione di essersi alzata in volo «come ali di gabbiano», a Matieu Durac, poliziotto scrupoloso e sensibile, conosciuto dal lettore in giovane età e ritrovato marito e padre ai giorni nostri, fino alle due figure chiave cui sono affidati gli snodi principali della storia: il simpatico taxista parigino Jean-Paul, che appare inconsapevolmente ad aprire e chiudere il cerchio dell’intricata vicenda, e Ottavia, donna sanguigna, rumorosa e colorata, “campanello” che risveglia la coscienza della protagonista, sopita sotto un pesante «strato di cenere».
L’autrice sceglie di omaggiare Bologna, Parigi e la lingua francese, ma anche il suo amore per la musica, italiana e non: sono numerose le citazioni di canzoni, mai inserite a caso nel romanzo, a caratterizzare momenti precisi, con una particolare attenzione alle sorti di ogni personaggio, che evolvono in base alle decisioni prese nell’arco di una o più vite. La Susmel si conferma una penna sensibile, fantasiosa e mai banale, presentandoci una storia con un romanticismo diverso rispetto ai suoi precedenti libri (Un sogno chiamato Vittoria e L’Alba di un nuovo domani), ricca di colpi di scena, sbalzi di stati d’animo e causa di una piacevole confusione data dal non comprendere davvero fino in fondo, se non alla fine del volume, che cosa significhi rinascere ed essere veramente “buoni” o “cattivi”: «A chi idolatra il “dio potere” e a chi lo ha già detronizzato». Lasciandovi il piacere di scoprire il senso della dedica dell’autrice a inizio libro, non mi resta che augurarvi un buon viaggio a spasso nel tempo tra Bologna e Parigi e di abbandonarvi alle tante emozioni che sgorgano come «lapilli di lava incandescente che il tempo ha trasformato in brace» nella consapevolezza del tutto soggettiva di che cosa conti davvero nella vita.
Le immagini: la copertina del romanzo ed Emanuela Susmel.
Edoardo Anziano
(LucidaMente 3000, anno XVI, n. 191, novembre 2021)