Dall’attività motoria agli incontri virtuali con gli amici: esempi di programmazione settimanale per restare padroni del proprio tempo
Siamo in guerra contro il coronavirus. È un conflitto non dichiarato, tutt’altro che previsto fino a un paio di mesi fa. Una battaglia globale, destinata a entrare negli annali della storia, contro un nemico invisibile e ancora sconosciuto. La prima arma da utilizzare è il distanziamento sociale, attuato in primis restando ognuno al proprio domicilio: non più per la “quarantena” di quattordici giorni, il tempo di sviluppo della malattia, fra incubazione e comparsa dei sintomi; ma per un tempo stabilito da un decreto del presidente del Consiglio dei ministri.
All’ansia del contagio da un male che non guarda in faccia a nessuno spesso si aggiunge un senso di sconforto o di panico nel dover restare a casa. E per chi non può lavorare in smart working, la giornata rischia di essere molto lunga da far passare. La realtà è che l’emergenza non finirà presto: dobbiamo quindi abituarci a una nuova dimensione vitale che, per quanto possibile in questo momento, ci faccia apprezzare cose che prima avevamo ritenuto scontate. E, soprattutto, che ci costringa a compiere quotidianamente determinate azioni che ci aiutino a non annoiarci; a non sprecare questo periodo surreale che può apparire infinito. Organizzando dettagliatamente il tempo, tutto sembrerà più semplice. Basta prendere un calendario e una matita: crocettati il primo e l’ultimo giorno della settimana che si appresta a iniziare, si scrive un’azione – realisticamente realizzabile – diversa ogni ventiquattr’ore. Un vantaggio è già immediatamente individuabile: i minuti o le ore che, prima dell’emergenza, venivano impiegati nel tragitto casa-lavoro e viceversa si traducono in un tempo prezioso a disposizione.
Può essere di ispirazione la programmazione delle giornate che si trascorrevano prima della quarantena. Vediamo un esempio di programmazione – da ripetere di settimana in settimana – che potrebbe adottare chi lavora da casa, una volta spento il pc. Lunedì e giovedì si possono dedicare all’attività motoria. Le palestre sono chiuse e non si può andare al parco per la “corsetta”? No problem: bastano un tappetino, da appoggiare su un pavimento ben pulito, tuta e scarpe da ginnastica e un computer o, in assenza, uno smartphone. Fare ginnastica in solitudine non è stimolante né aggregante ma, in questo periodo, la scala delle priorità non è più quella di prima; ciò che conta è mantenere il corpo in movimento.
Il martedì potrebbe essere il giorno in cui si stirano i panni lavati; meglio se con un sottofondo di musica che, per un’oretta, distoglie la mente dalle notizie catastrofiche che rimbalzano da un servizio all’altro dei notiziari. Il mercoledì lo si può dedicare a un incontro virtuale con un amico/un’amica che, in tempi pre-Coronavirus, si sarebbe incontrato/a all’uscita dal lavoro per due chiacchiere. Poco importa se non si possono bere insieme una birra o un tè. Si può brindare ugualmente alzando il calice o la tazza davanti allo schermo del pc o dello smartphone: il contatto umano manca – questo è certo – ma le risate possono essere le stesse. Venerdì: reclusione o no, resta la giornata precedente al tanto sospirato fine settimana. Meglio quindi concentrarsi su un’attività rilassante cui si tiene in modo particolare: una partita con gli altri componenti della famiglia a un gioco di società o con le carte, per esempio.
La vera sfida su come far passare il tempo arriva nel fine settimana. È di sabato o di domenica infatti che, solitamente, si esce con gli amici o per assaporare le bellezze artistiche o della natura, nei centri storici o nei parchi fuori porta. Il sabato mattina ci si può dedicare alla pulizia della casa, talvolta non stravolgendo nulla rispetto ai consueti piani, da abbinare eventualmente a un’attività culinaria sperimentando nuove ricette. Il sabato sera ci si può “incontrare” virtualmente con le persone: più si è e più il tempo corre, raccontandosi come si è trascorsa la settimana appena conclusa. La domenica è e resta la giornata da passare in famiglia. Se si sono programmate sapientemente le attività, la voglia di ritrovarsi nuovamente insieme non mancherà. Concludiamo ricordando a chi non lavora in smart working o non studia da remoto che i compiti da svolgere in una casa possono essere svariati: l’archivio della corrispondenza o delle bollette ricevute, attività manuali da svolgere per esempio in cantina, la sistemazione di vecchie biciclette in vista dell’estate, sono soltanto alcuni esempi.
Emanuela Susmel
(LucidaMente, anno XV, n. 172, aprile 2020)