Quali sono i fattori umani e i “blocchi mentali” che impediscono a tantissime persone di stendere il proprio testamento biologico?
La legge sul testamento biologico non è di recentissima promulgazione; approvata presso il Senato della Repubblica il 14 dicembre 2017, pubblicata il 22 dicembre 2017, è entrata in vigore il 31 gennaio 2018 (clicca qui per leggerne il testo completo sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana). Tuttavia, il numero degli italiani che compie il leggero impegno di fruirne è ancora numericamente modesto.
Questa constatazione mi porta a immaginare, con la necessaria prudenza, che lo scarso numero di italiani che la applica sia il risultato di un’operazione mentale che semplifico e sintetizzo così: la condizione e il desiderio che spingono a scrivere le proprie volontà, più il livello di conoscenza della legge, più il consiglio di parenti e amici; meno la disincentivazione data dall’attuale buona salute goduta dalla persona, meno la propensione al rinvio della decisione di scrivere, meno il dubbio sulla opportunità della scelta e – spero che non sia così ma non posso escluderlo – meno un po’ di superstizione, perlomeno in qualcuna e in qualcuno. Sommando e sottraendo si perviene a un modesto numero di cittadini che usufruiscono di una legge che è annoverata tra i diritti umani di altissima sensibilità. Ho descritto i fattori umani che io penso possano agire allorquando la persona si accinge a toccare l’argomento e quindi ad assumere una decisione che riguarda essenzialmente la qualità della propria vita. Forse ve ne possono essere altri a favore e contro e possono avere rilevanze diverse e segni differenti da quelli che ho esemplificato; ho voluto solo accennare alla questione e non pretendo certo di sviluppare questi aspetti.
Non mi soffermo altresì sui miglioramenti che potrebbero essere fatti alla legge – che non sarebbero di semplice perfezionamento ma di notevole rilevanza – se il corpo politico e legislativo attuale fosse consapevole dell’importanza di tale legislazione. Il suo rilievo non ha bisogno di commento o di spiegazione perché la portata dell’oggetto è la vita. Le disposizioni anticipate di trattamento (abbreviate in DAT) per le quali il cittadino può optare in base alla legge, obbligatoriamente per iscritto, sono le volontà che chiamiamo comunemente e semplicemente testamento biologico. Con esse la persona stabilisce, prima di averne bisogno, quali prestazioni sanitarie intende ricevere e quali non intende ricevere qualora si trovi in una condizione nella quale la persona medesima non possa decidere autonomamente relativamente alla propria salute. Ogni cittadino maggiorenne può redigere le proprie disposizioni. L’Associazione Libera Uscita ha iniziato la propria vita per conseguire il diritto alla libera scelta e, quindi, la relativa legislazione, e poi per informare, consigliare e assistere le persone interessate. Con spirito fraterno invito la lettrice e il lettore a soffermare la propria riflessione, con serenità ma anche con intelligente voglia di autotutela, sulla possibilità di servirsi di tale legge.
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Mauro Scarpellini
(LucidaMente 3000, anno XVII, n. 203, novembre 2022 – supplemento LM EXTRA n. 38, Speciale Testamento biologico)