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Campagna vaccinale: qualche verità sta venendo a galla

“Vaccini” che non immunizzano, conteggi errati sui ricoverati positivi al Covid, i “vaccinati” che diffondono il virus, dosi plurime che potrebbero procurare danni al sistema immunitario… A dirlo esperti “sì vax” italiani, comprese le virostar, ma anche autorità scientifiche estere. Lo scandalo dei numeri “gonfiati” da ospedali e cliniche private per incassare dallo Stato i rimborsi previsti

Rino Tripodi by Rino Tripodi
1 Febbraio 2022
in DALL'ITALIA, SALUTE-MEDICINA, TEMATICHE CIVILI
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Campagna vaccinale: qualche verità sta venendo a galla
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“Vaccini” che non immunizzano, conteggi errati sui ricoverati positivi al Covid, i “vaccinati” che diffondono il virus, dosi plurime che potrebbero procurare danni al sistema immunitario… A dirlo esperti “sì vax” italiani, comprese le virostar, ma anche autorità scientifiche estere. Lo scandalo dei numeri “gonfiati” da ospedali e cliniche private per incassare dallo Stato i rimborsi previsti

Nonostante censure, pensiero unico, ridicolizzazione delle argomentazioni e dei personaggi non omologati, il tempo è galantuomo e le bugie hanno le gambe corte. Pertanto, pur tra mille difficoltà, qualche verità sulla faccenda Covid e conseguente campagna “vaccinale” sta emergendo. A fatica. Infatti, lunedì 10 gennaio 2022, il il presidente del Consiglio Mario Draghi aveva scagliato il consueto odio su chi dissente: Draghi: “Se siamo in difficoltà è colpa dei non vaccinati, per questo ospedali sono sotto pressione”. Ovviamente, tutto falso (vedi Tutta colpa dei No Vax? Le menzogne di Draghi per coprire gli errori del Governo). Come le precedenti affermazioni del tipo “Chi non si vaccina muore” o “Chi si vaccina è sicuro di non contagiare e non contagiarsi”.

Ma stavolta è sfortunato. Martedì 11 gennaio 2022, emergono alcune falsità e qualche verità su “vaccini”, dati, ospedali sotto pressione e altro, denunciate da fonti ufficiali, mica dai soliti eretici free vax! Intanto, sui numeri diffusi dal lugubre bollettino quotidiano, la Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere) delinea finalmente la realtà: «Un paziente su tre, sia pur con infezione accertata al virus Sars-CoV-2, viene ospedalizzato per curare tutt’altro: traumi, infarti, emorragie, scompensi, tumori». In altre parole, il 34% dei pazienti positivi ricoverati non è malato di Covid-19: non è in ospedale per sindromi respiratorie o polmonari e non ha sviluppato la malattia da Covid, ma richiede assistenza sanitaria per altre patologie. Tuttavia, siccome al momento del tampone pre-ricovero è risultato positivo al Sars-CoV-2, viene enumerato tra i ricoverati per la pandemia. Se ne deduce che i numeri “esibiti” sulla gravità della situazione sono calcolati enormemente per eccesso (vedi Covid, lo studio della Fiaso: «Il 34% dei positivi ricoverati non è malato di virus»).

A questo punto, come san Paolo sulla via di Damasco, anche l’infettivologo virostar, estremista pro vax, Matteo Bassetti ha un sussulto di illuminazione, resipiscenza e saggezza: «Nei nostri reparti siamo ben oltre il 35% di ricoverati che con il Covid-19 non c’entrano nulla. Non hanno della malattia nessun sintomo, ma solo la positività al tampone per l’ingresso in ospedale. Anzi, dirò di più, questo avviene anche nella registrazione dei decessi: se il paziente entra in ospedale per tutt’altro, ma è positivo e muore, viene automaticamente registrato sul modulo come decesso Covid. Sono numeri assolutamente falsati. Noi abbiamo i reparti occupati al 26% ma li avremmo al 10% se usassimo criteri diversi. Quindi sarebbe un gennaio normale: sempre, infatti, in questo mese invernale avevamo in reparto pazienti con influenze e polmoniti» (Covid, Bassetti: “Numeri di morti e ricoverati sono falsati”).

Perciò, e non solo per questo, il bollettino giornaliero è inutile, anzi dannoso. Sempre il rinsavito Bassetti: «Non dice nulla e non serve a nulla se non mettere l’ansia alle persone, siamo rimasti gli unici a farlo. Che senso ha dire che abbiamo 250mila persone che hanno tampone positivo? Bisogna specificare se sono sintomatici, asintomatici, sono ricoverati, stanno a casa. Sono numeri che ci fanno fare brutta figura col resto del mondo, perché sembra che vada tutto male e invece non è così, nella realtà altri Paesi che hanno molti più contagi di noi cercano di gestirli in maniera diversa. Se continuiamo così finiremo con l’andare in lockdown di tipo psicologico e sociale». Dunque, se i ricoverati non per coronavirus, ma con coronavirus, purtroppo decedono, vengono conteggiati come vittime della pandemia. Ma l’11 gennaio è giornata di grazia. L’Oms afferma che «sono necessari e andrebbero sviluppati vaccini contro il Covid-19 che abbiano un alto impatto sulla prevenzione dell’infezione e della trasmissione, oltre che sulla prevenzione di malattie severe e morte. […] Una strategia di vaccinazione basata su richiami ripetuti [dei vaccini attuali] ha poche possibilità di essere appropriata o sostenibile» (leggi L’Oms: “Servono vaccini nuovi, non bastano booster con attuali”).

Oh, finalmente si afferma ai massimi livelli che quelli sinora spacciati come vaccini non lo sono, visto che non prevengono dall’infezione e dalla trasmissione, ma, nel migliore dei casi, proteggono dalle forme gravi del morbo. Non solo: si asserisce con chiarezza che è inutile o dannoso continuare con “vaccinazioni” dello stesso siero a distanze ravvicinate. Anche il capo della strategia vaccinale dell’Agenzia europea del farmaco (Ema), Marco Cavaleri, si allinea: «Sta emergendo una discussione sulla possibilità di somministrare una seconda dose booster con gli stessi vaccini attualmente in uso: non sono ancora stati generati dati a sostegno di questo approccio. Se l’uso dei richiami potrebbe essere considerato parte di un piano di emergenza, vaccinazioni ripetute a brevi intervalli non rappresenterebbero una strategia sostenibile a lungo termine. Le preoccupazioni nello specifico sono due: se scegliamo una strategia per la quale diamo dosi ogni 4 mesi, finiremo potenzialmente per avere problemi con la risposta immunitaria. E la risposta del sistema immunitario potrebbe non essere così buona come vorremmo che fosse. Quindi dovremmo fare attenzione a non sovraccaricare il sistema con ripetute immunizzazioni. E la seconda: c’è il rischio di affaticare la popolazione aumentandone l’esasperazione».

Insomma, non è possibile farsi la “punturina” 3-4 volte all’anno, col rischio di provocare danni al sistema immunitario. Mercoledì 12 gennaio il microbiologo Andrea Crisanti, altra virostar, dice chiaramente che il re è nudo. In un’intervista rilasciata alla testata Notizie.com ha ammesso: «Non sono i no vax a diffondere il virus, ma i vaccinati. Come misura per bloccare la trasmissione dei contagi, le restrizioni a carico di chi non è immunizzato portano un contributo marginale. Perché la maggior parte dei casi si registra tra i vaccinati». Secondo Crisanti «c’è stato un cortocircuito di comunicazione da parte del governo, che ha sbagliato. È pure vero che i non vaccinati si ammalano e occupano i posti in terapia intensiva, ma non sono loro la maggior causa di trasmissione del virus, bensì i vaccinati». Tutto il contrario della vulgata politico-massmediologica: «Se ci troviamo in questa situazione di emergenza, oggi, la colpa è principalmente dei non vaccinati». E, beninteso, sono mesi e mesi che le persone non annichilite da paura, propaganda e odio, affermano tali verità.

C’è di più. Nel novembre 2021 era scoppiato il caso della “talpa” all’interno della Pfizer: «Secondo quanto riportato dal British Medical Journal (Bmj), un ricercatore scientifico avrebbe denunciato problemi di forte integrità dei dati nella sperimentazione sui vaccini anti-Covid di Pfizer. Pratiche inadeguate, errori, sviste e cattiva gestione del laboratori nel Texas: di questo e tanto altro trattano le rivelazioni di Paul D. Thacker, giornalista investigativo» (il sussidiario.net). A riferirgli che la velocità dei test può essere stata ottenuta «a scapito dell’integrità dei dati e della sicurezza dei pazienti» è un’esperta di trial clinici, Brook Jackson, impiegata nel Ventavia Research Group in Texas. Ovviamente, subito licenziata. Restando all’estero, il 21 gennaio 2022 la prestigiosa rivista scientifica inglese The Lancet «pubblica un’analisi molto dura in cui ripercorre tutte le vicende già note sulle prime settimane di pandemia: “La decisione di non creare la zona rossa ad Alzano e Nembro da parte del governo e di Regione Lombardia viene vista come direttamente responsabile della diffusione dell’infezione in altre città attraverso la provincia di Bergamo e poi in tutta Europa”» (il Fatto Quotidiano). Concludiamo col capitolo più doloroso: la somministrazione dei “vaccini” alla fascia giovanile e infantile della popolazione. Il 23 maggio 2021, rivolta all’Mhra (Agenzia del farmaco britannica), era stata pubblicata sul The Telegraph la lettera di 40 scienziati: “Non ripetere gli errori della storia. Nessuno sotto i 15 anni sano è morto”. Il 19 gennaio 2022 viene diffusa un’altra lettera aperta all’Mhra di insigni scienziati e sanitari inglesi sui dati di mortalità infantile, cresciuti dopo le “vaccinazioni”.

Infine, proprio pochi giorni fa, il 27 gennaio, viene diffuso uno scoop della trasmissione Re Start della Rai ripreso persino da… La7 (vedi qui). Lo scandalo finanziario-sanitario denunciato è gravissimo: più gli ospedali pubblici (e le cliniche private) dichiarano tra i ricoverati pazienti “positivi” al Covid (sebbene non affetti da alcun relativo disturbo, ma piuttosto con problemi ortopedici, cardiologici, epatici, ecc. ecc.), più incassano i rimborsi statali. Così si inseriscono in reparti Covid pazienti asintomatici, condannandoli alla malattia virale o peggio, e si “gonfiano” i numeri, falsificando altresì la percezione generale della situazione pandemica in Italia.

Rino Tripodi

(LucidaMente 3000, anno XVII, n. 194, febbraio 2022)

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Tags: Covidfocusimmunizzazionesistema immunitariovaccini
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