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Home TEMATICHE CIVILI

Due anni senza libertà

Tra spocchia, malafede, false speranze e, soprattutto, propaganda, protervia e repressione, ci avviamo verso l’imbarbarimento della nostra società. Il vaccino che non è un vaccino e costituisce un obbligo aberrante e incostituzionale. Ma i cittadini andrebbero trattati dal potere politico come persone mature, dicendo loro la verità e non spargendo odio per dividerli

Rino Tripodi by Rino Tripodi
1 Febbraio 2022
in ATTACCO FRONTALE, DALL'ITALIA, TEMATICHE CIVILI
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Tra spocchia, malafede, false speranze e, soprattutto, propaganda, protervia e repressione, ci avviamo verso l’imbarbarimento della nostra società. Il vaccino che non è un vaccino e costituisce un obbligo aberrante e incostituzionale. Ma i cittadini andrebbero trattati dal potere politico come persone mature, dicendo loro la verità e non spargendo odio per dividerli

Gli anni che stiamo vivendo non sono “normali” e ormai non rappresentano più una parentesi nella vita democratica della nazione: «Mai ci siamo trovati di fronte a un’emergenza come quella che stiamo vivendo e mai per fronteggiarla siamo stati messi di fronte a provvedimenti come quelli che stanno comprimendo, fino quasi ad annullarli, diritti e libertà garantiti in massimo grado dalla Costituzione. Provvedimenti adottati con decreti legge, decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, decreti di ministri, di presidenti regionali o addirittura di sindaci» afferma il giurista Giorgio Lattanzi (in Franco De Stefano, La pandemia aggredisce anche il diritto?).

Che continua: «È vero che la libertà di circolazione può essere limitata “per motivi di sanità o di sicurezza” (art. 16, comma primo, Cost.), ma nel nostro caso più che una limitazione è avvenuta una soppressione. Il diritto di riunirsi può incontrare un divieto “per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica” (art. 17, terzo comma, Cost.), ma solo se le riunioni che avvengono in luogo pubblico mentre sono state rigorosamente vietate anche tutte le riunioni in luoghi privati. Si è giunti a non consentire l’esercizio in comune, sia in pubblico che in privato, della fede religiosa e sono state prese misure che hanno impedito il lavoro e l’attività economica. Anche la libertà personale è stata limitata, sia con l’“applicazione della misura della quarantena precauzionale ai soggetti che hanno avuto contatti stretti con casi confermati di malattia infettiva diffusiva o che rientrano da aree, ubicate al di fuori del territorio italiano” (art, 1, comma 1, lett. d del d.l. 25 marzo 2020, n. 19), sia con il “divieto assoluto di allontanarsi dalla propria abitazione o dimora per le persone sottoposte alla misura della quarantena perché risultate positive al virus” (art. 1, comma 1, lett. e d.l. n. 19 cit.). E inoltre con l’art. 14 d.l. 9 marzo 2020, n. 14 sono state introdotte una serie di deroghe significative alla normativa sul trattamento dei dati personali».

Al di là degli aspetti giuridici, quello che preoccupa è la dirompente barbarie politica, giuridica, sociale, umana, psicologica, medica… Per la prima volta, invece di pensare a curare i malati e la malattia, si è imposta la “vigile attesa” e i medici che hanno provato a curare, anche con terapie domiciliari, sono stati sospesi o radiati, nonché ridicolizzati. Strano: si preferisce ospedalizzare. Si esaltano i “vaccinati” che si ammalano e assumono comportamenti incivili, si criminalizzano i non “vaccinati” che stanno bene e sono prudenti. Si perseguitano i giovani, i dubbiosi, i dissidenti, i lavoratori… Si augura la morte ai free vax. Grazie anche alle esternazioni pubbliche di Bergoglio, da sempre appaiato a un certo potere e a un certo settore politico-ideologico, è sparito pure quello spirito popolare cattolico, costituito proprio da pietà, carità, solidarietà, che ha caratterizzato la nostra nazione anche nei periodi più bui e devastanti.

Un ruolo importante nell’accettazione della sospensione delle libertà e nell’accettazione dell’imbarbarimento è stato assunto dai mass media, in particolare dalle tv, con un “giornalismo” che ha rinunciato al proprio ruolo di informazione e di critica per divenire cassa di risonanza del potere, come ai tempi dei peggiori totalitarismi, e, tranne le dovute eccezioni, voce unica: «Com’è possibile che milioni di persone abbiano cessato di utilizzare la logica per leggere la realtà, abbiano abdicato alla razionalità che collega fra loro dati, numeri e fonti, e continuino a prestare fede a una classe dirigente che sta gestendo una pandemia con contraddizioni continue, incongruenze, illogicità e affermazioni che la stessa realtà si occupa di smentire dopo pochi giorni. È un fatto che non si può spiegare con la semplice capacità di persuasione di una propaganda martellante […]. Com’è possibile che, per la maggior parte, l’informazione e la cultura italiana (anche la scienza è cultura), si prestino da due anni a essere strumento di propaganda senza opporre alcun ragionamento, critica, contestualizzazione agli atti del potere politico; rinunciando non solo alla propria deontologia – i mestieri di giornalista e di medico implicano una responsabilità legata all’etica – ma non temendo nemmeno di apparire stolte marionette; certi dunque che nessun cittadino, un giorno, chiederà loro conto di ciò che stanno facendo» (Giovanna Cracco, L’egemonia pandemica, in paginauno).

Si potrebbe anche essere d’accordo sull’invito – non costrizione – a “vaccinarsi” (ma non sono vaccini, bensì terapie geniche sperimentali preventive), tuttavia è aberrante l’obbligo, inaccettabili la sospensione dei diritti costituzionali, la diffusione dell’odio, l’informazione unica e calata dall’alto, i 100 euro illegali di sanzione, il concetto aberrante di “gerarchia dei diritti”, lo scientismo elevato a nuovo dio (ma l’Italia non sarebbe uno stato laico?), la sottomissione alle industrie farmaceutiche e ai baroni della medicina, i ricatti, le menzogne, la sottrazione del proprio corpo e dell’inviolabile diritto all’autodeterminazione e alla libertà di scegliere le cure, ecc. In particolare, nel caso dei “vaccini”, «c’è anche un problema di carattere giuridico perché lo si fa per impedire la malattia, ma non per limitare la trasmissione. Questo diventa un obbligo terapeutico, è una novità assoluta nella sanità pubblica» («È una follia incostituzionale». Furia Crisanti contro l’obbligo vaccinale).

Citiamo ancora: «Per poter essere reso obbligatorio, uno dei criteri che un vaccino deve soddisfare è la protezione degli altri dal contagio, ma, come ormai dovrebbe essere chiaro a tutti, ed ancora più evidente con la variante Omicron, non è questo il caso dei vaccini anti-Covid, che non immunizzano, non impediscono cioè la trasmissione del virus. Se la motivazione dell’obbligo non può essere impedire il contagio, ma diventa “salvare le vite” di chi non vuole vaccinarsi, allora siamo di fronte ad un obbligo terapeutico e al di fuori dei paletti fissati dalla Consulta. A giustificare l’obbligo, quindi la compressione della autodeterminazione personale, è la tutela della salute degli altri, non basta la tutela della salute di chi è assoggettato al trattamento» (Federico Punzi, Superata la linea rossa dell’obbligo: un potere arbitrario che ormai fa più paura del virus). Ma anche coloro che erano libertari e appartenevano ai partiti di sinistra non si accorgono in quale precipizio socio-politico-culturale siamo precipitati. Dovrebbero rileggersi Wilhelm Reich che spiega come i totalitarismi vincano diffondendo paura e panico tra le masse (peste emozionale).

Ma, allora, cosa avrebbero dovuto fare il governo, i media e gli altri poteri? Dire la verità, anche se scomoda. Winston Churchill vinse la guerra promettendo ai propri concittadini “sangue, sudore e lacrime”. Il potere avrebbe dovuto dire: “Cittadini, non sappiamo molto del virus e della malattia; i vaccini non sono in verità vaccini propriamente detti, perché non immunizzano né chi li riceve né chi gli sta intorno; non sono sicurissimi, ma costituiscono una possibile arma contro le forme più gravi della malattia; non trascuriamo le cure precoci; non discriminiamo chi non intende sottoporsi a trattamenti sanitari perché il corpo è sacro; coloro che non intendono aderire alla campagna vaccinale non sono criminali, semmai li vogliamo proteggere dai maggiori rischi che correrebbero in caso d’infezione, e non vogliamo che gli ospedali collassino, visto che in 20 anni si son tagliati il personale sanitario e ben 2/3 dei posti letto; non lasceremo soli tutti coloro che avranno reazioni avverse ai “vaccini” e, intanto, stanziamo un fondo per il loro risarcimento; dialogheremo e saremo aperti sempre con tutti e con chi ha ragionevoli proposte terapeutiche; faremo di tutto affinché la vita scorra normalmente, senza stati d’eccezione”. Invece, si sono sparsi odio e divisione, si è scelta la strada dell’arroganza, dell’autoritarismo, delle false speranze, della brutale repressione (leggi Manganello, olio di ricino e confino… Anzi, randellate, idranti, “vaccino” ed esclusione sociale). Ultimamente, anche nei confronti di studenti minorenni che protestavano per la morte di un loro compagno durante la famigerata esperienza di alternanza scuola-lavoro (vedi Torino, scontri alla manifestazione degli studenti: cariche e manganellate della polizia).

Le immagini: a uso gratuito da pixabay.com.

Rino Tripodi

(LucidaMente 3000, anno XVII, n. 194, febbraio 2022)

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Tags: Coviddirittoemergenzafocuslibertàobbligovaccini
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Comments 2

  1. Nadia says:
    3 anni ago

    Sante parole! Sono d’accordo con tutto l’articolo. Se la gente non comincia ad aprire gli occhi, ma pensa solo al proprio “orticello” cavalcando l’odio per i free vax, ci rovineremo con le nostre stesse mani! Ora come ora, di emergenza sanitaria non c’è più nulla. Anche i medici sospesi che sono guariti dal Covid non vengono riammessi al lavoro, perché devono dare il buon esempio vaccinandosi. Il buon esempio lo dovrebbe dare il governo raccontando la verità e ammettendo i propri errori.

    Rispondi
  2. Bruno Bargiacchi says:
    3 anni ago

    Dott. Tripodi, eccomi di nuovo. Ho letto tutti gli articoli del: FOCUS DEL MESE. Come sempre, analisi perfetta. Il tutto riassumibile con la frase contenuta in questo articolo: “Ma, allora, cosa avrebbero dovuto fare il governo, i media e gli altri poteri?… Dire la verità”.
    Però, anche se la pandemia con i suoi problemi, gli annessi e connessi ha toccato tutto il mondo (per questo la chiamiamo pandemia), non mi risulta che qualche governo abbia fatto un discorso del genere.
    Allora è vero che gli uomini, tutti gli uomini, sotto qualunque regime, anche se mossi da buone intenzioni, non sono capaci di autogovernarsi, di risolvere i problemi, come ebbi ad esporre tempo fa in un articolo che lei molto gentilmente ospitò in questa pagina:
    https://www.lucidamente.com/48380-pandemia-e-linizio-della-fine/
    Altri motivi dovuti alle limitazioni e i difetti degli uomini ho cercato poi di riassumere anche in un commento a un altro dei suoi eccellenti articoli, questo:
    https://www.lucidamente.com/49443-autoritarismo-pandemico/
    Grazie ancora per l’opportunità. Buona serata Bruno Bargiacchi

    Rispondi

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