Ottobre-Dicembre (nn. 202-204) – I mondiali qatarioti andavano boicottati
Diritti civili, condizione delle donne, gay, corruzione, hackeraggi, sprechi energetici, danni ambientali… Il maggiore orrore, del quale però meno si parla, riguarda i lavoratori-schiavi e le migliaia di morti tra loro. Altro che birra!
Meglio tardi che mai. Ma, stavolta, è davvero troppo tardi! Lo scorso 24 novembre 2022 il Parlamento europeo ha adottato per acclamazione una risoluzione nella quale ha condannato la morte di migliaia di lavoratori migranti durante i lavori per i Mondiali attualmente in corso nel Qatar, ha chiesto il risarcimento di tutte le vittime (6.500 accertate, ma c’è chi ne ipotizza circa 8.000), ha stigmatizzato la persecuzione nei confronti della comunità Lgbtqia+ e ha esortato a misure per la parità di genere. Inoltre gli eurodeputati hanno deplorato la corruzione all’interno della Fifa (il massimo organismo mondiale di calcio), definita «dilagante, sistemica e profondamente radicata» e la mancanza di trasparenza che ha caratterizzato la scelta del Qatar come Paese ospitante i Mondiali.
Ben fatto o ridicolo? Tra l’altro, non si è dimenticata la libertà religiosa? Ci si accorge degli orrori ben dodici anni dopo l’assegnazione dell’evento e con questo già iniziato. Il tutto sa di pilatesco e fa il paio con la surreale conferenza stampa del presidente Fifa, Gianni Infantino, nel corso della quale egli ha dichiarato che, «prima di dare lezioni morali», gli europei dovrebbero «chiedere scusa per i prossimi tremila anni» per quello che hanno «fatto in giro per il mondo negli ultimi tremila anni». Falsità e ignoranza della Storia: Infantino dovrebbe sapere che tutte le civiltà (arabo-islamica, amerindia, africana, cinese, giapponese, ecc.), e non solo quella occidentale, si sono macchiate di crimini, sfruttamento, stragi e genocidi. E, comunque, non si giustifica il presente col passato né le colpe dei padri possono ricadere sui figli. Piuttosto, va ricordato che l’assegnazione all’emirato dell’organizzazione del torneo internazionale più prestigioso e seguito al mondo fu alla base di numerosi scandali. Il più grave è stato quello della corruzione dei massimi dirigenti della Fifa dell’epoca, accusati di aver intascato notevoli somme di denaro dai vertici qatarioti per favorirne la candidatura.
Tra questi Michel Platini che, secondo Sepp Blatter, altro deus ex machina della Federazione calcistica, sarebbe stato a sua volta sollecitato dall’allora presidente francese Nicolas Sarkozy a pressare per la designazione del Qatar che aveva appena stipulato un contratto d’acquisto di jet militari francesi. Inoltre, è recente la denuncia fatta da Stefano Piazza e Luciano Tirinnanzi (Hacker operazione mondiali, in Panorama n. 48, 23 novembre 2022, pp. 50-53), secondo i quali, «per ottenere il più importante campionato di calcio, il Qatar avrebbe orchestrato per anni uno spionaggio informatico ai danni di chi poteva accendere i riflettori su un Paese inadeguato alle sue ambizioni. A partire dal mancato rispetto dei diritti umani».
Tanto per confermare l’ipocrisia di Infantino, egli stesso ha successivamente proibito ai capitani delle nazionali di cingersi il braccio con una fascia arcobaleno in segno di solidarietà con gay e “diversi”. D’altra parte, ci sarebbe molto da ridire su tali gesti compiuti da atleti pagatissimi e ben più attenti ai “diritti cosmetici” che a quelli sociali. Ma cos’è il Qatar? È un minuscolo stato (una penisola di 12.000 km quadrati che si affaccia dall’Arabia sul golfo Persico) senza tradizione calcistica. Monarchia assoluta governata da oltre 150 anni dalla famiglia degli al Thani, è un paese ricchissimo grazie ai suoi giacimenti di gas naturale, dove però la stampa è censurata e l’omosessualità è un reato che può essere punito con la pena di morte. Buona parte dell’economia si basa sul lavoro di operai migranti, che non hanno diritti e vivono spesso in condizioni di semischiavitù, che sono persino peggiorate per la fretta di finire le opere per l’evento Fifa (leggi gli impressionanti servizi di Rachida El Azzouzi e Angelo Andrea Vegliante). Del resto, la tratta schiavistica arabo-musulmana (della cui civiltà l’emirato è parte integrante) iniziò in Africa dalla metà del VII secolo e continuò fino agli inizi del XX ed è presente ancora oggi in alcune zone del mondo.
Riguardo la correlazione tra Mondiali, crisi climatica, emissioni di anidride carbonica, sprechi energetici, danni ambientali, sprechi di acqua, rimandiamo a Mondiali di sangue ed ecoinsostenibili e ad altri articoli quali Mondiali in Qatar: l’aria climatizzata a 20 gradi negli stadi pesa sulla crisi energetica (e climatica) di Martina Alfieri, Mondiali in Qatar: quanto influiscono sulla crisi climatica? di Davide d’Ascoli e Mondiali in Qatar, lo scandalo acqua di Nicola Sellitti. Insomma, era un evento da boicottare. Altro che le lamentele dei viziati tifosi (che si sono potuti permettere una vacanza in novembre-dicembre per assistere alle partite) sulla proibizione della vendita di alcoolici e in particolare della birra…
E sul piano sportivo? Essendo la competizione ancora in corso, non è possibile esprimere un fondato giudizio tecnico. Però già se ne possono evidenziare alcuni aspetti. Le poche reti segnate, soprattutto nelle partite nelle quali il risultato non si sblocca presto (e circa il 50% dei primi tempi è terminato 0-0), rendendo obbligatorio per la squadra in svantaggio tentare il tutto per tutto. I recuperi record sia a metà sia alla fine dei match (leggi le dichiarazioni di Pierluigi Collina). Le orripilanti cronache della Rai, che, dopo aver perso nel corso del tempo i diritti su Formula 1, motociclismo, coppe europee di football e basket e persino la Coppa Italia di calcio, ha deciso di darci dentro coi Mondiali. Peccato che i telecronisti, e i commentatori che li affiancano (ricordate la vecchissima barzelletta dei due carabinieri?), tutti pagati coi soldi pubblici, siano inascoltabili: schiamazzi, urlacci, enfasi per normali azioni di gioco, spiritosaggini, scemenze da teenager coatto; insomma, quasi peggio delle cronache calcistiche Mediaset, che, però, non è finanziata dai contribuenti. E, aspetto che sarebbe ridicolo, se non fosse che anche in questo caso vengono adoperati e sfruttati migranti, i tifosi-claque, cioè una sorta di figuranti adoperati per riempire sempre gli stadi. Per concludere (quasi) scherzosamente, possiamo dire che la figura migliore l’ha fatta l’Italia del commissario tecnico Roberto Mancini: l’unica nazionale a snobbare e quindi a boicottare davvero i Mondiali qatarioti…
Viste le elezioni legislative di fine settembre e la formazione del nuovo governo, in questo trimestre abbiamo dedicato molto spazio alla politica. Giuseppe Licandro ha ripercorso nel corso del tempo i disastri elettorali di partiti che avrebbero potuto evitarli (Masochismi elettorali vecchi e nuovi). Similmente, ci siamo occupati dei singoli Non rieletti e trombati: come finiranno? Bene! Abbiamo ricordato il funesto anniversario del secolo dalla Marcia su Roma (A 100 anni dall’inizio di una dittatura) e i Nostalgici di destra… e di sinistra, chiedendoci perché ci sia ancora tanta gente che rimpiange il fascismo, il comunismo o il Sessantotto, coi loro orrori. Purtroppo proprio l’orrore sembra essere una caratteristica indistinguibile e inseparabile dalla storia umana (Russia, era già tutto previsto, Indigenza e infelicità, conseguenze ineluttabili del capitalismo neoliberista, L’inganno dell’idea di progresso), tanto da ipotizzare Quale apocalisse ci annienterà?
Con estremo piacere e nell’ottica del nostro tradizionale impegno civile, nato pressoché insieme a LucidaMente, sulla tematica del fine vita, abbiamo pubblicato un numero extra (il 38°, per la precisione), dedicato al testamento biologico. Il tutto in collaborazione con Libera Uscita, «Associazione laica e apartitica per il diritto a morire con dignità», alla quale abbiamo spesso dato spazio sulla nostra rivista. Alla piccola impresa hanno partecipato coi loro contributi Mauro Scarpellini (Un fraterno appello a chi legge), sui “blocchi mentali” che impediscono a tantissime persone di stendere il proprio testamento biologico, Léon Bertrand («Au jour du grand voyage»), che parafrasa le parole di una famosa canzone di Jacques Brel, e lo scrivente che ritiene che Senza informazione dei cittadini, non c’è legge né diritti, anche sul testamento biologico. Ma se tali articoli avevano l’obiettivo di informare nel modo più oggettivo possibile sulle opportunità che offre la Legge 219 del 2017 intitolata Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento, una straziante bellezza sono state raggiunte dal videospot, prodotto dalla stessa Libera Uscita («Un atto d’amore verso noi stessi e verso chi ci ama»), e dal racconto di Emanuela Susmel Una soglia da varcare (una mamma, una figlia scomparsa tragicamente, e una scelta commovente e civile). Purtroppo, nel frattempo, si è spenta la presidente dell’Associazione, Maria Laura Cattinari (qui il nostro commosso ricordo). Il suo ultimo contributo (L’importanza di fare Testamento Biologico), sulla possibilità di depositare gratuitamente le proprie disposizioni anticipate di trattamento presso il proprio Comune di residenza, è da ritenersi anche come testamento spirituale.
Nel numero di dicembre abbiamo puntato i nostri attenti riflettori su I falsi filantropi e gli ecotalebani ipocriti (Ong e catastrofisti climatici: la fiera della doppiezza e dell’illegalità, l’odio verso l’Occidente e la sua cultura. Ma chi sta dietro di loro, chi li finanzia, chi li paga?). Si è intanto concluso, con l’ottava “puntata”, Lo stupidario del buonismo politicamente corretto. Manuale-Prontuario di autodifesa. Sempre Scarpellini, in polemica con la premier Giorgia Meloni, si è chiesto: Nazione: cosa significa questa parola? Marilena Genovese ha celebrato La scrittura sovversiva di Annie Ernaux, premio Nobel per la Letteratura 2022.
La sensibilità di Emanuela Susmel l’ha condotta ad approfondire le notizie di cronaca con due articoli: Anna Basta, dalle Olimpiadi a ritrovare se stessa (lunga intervista in esclusiva alla ex campionessa delle Farfalle azzurre che ha denunciato abusi e violenze verbali subìte all’interno dell’Accademia internazionale di ginnastica ritmica) e Web, quando lo scherzo si trasforma in tragedia (un’apparente beffa sfociata in un doppio suicidio: il caso di Forlimpopoli e l’aggressiva spettacolarizzazione de Le Iene). Infine, la nostra vicedirettrice Maria Daniela Zavaroni si è occupata di salute, affrontando l’insonnia con Chi dorme non piglia pesci… ma vive meglio! (in un’epoca in cui si va molto di corsa e i ritmi di vita si intensificano sempre, più non è scontato riuscire a garantirsi almeno otto ore di sonno continuative a notte) e Il diabete, un nemico da combattere. Chiedendo scusa a lettrici e lettori per l’inusuale lunghezza del nostro editoriale, auguriamo loro un buon Natale e un felice 2023.
Rino Tripodi
(LucidaMente 3000, anno XVII, n. 204, dicembre 2022)