Gennaio-Marzo (nn. 193-195) – Il conformismo dei “trasgressivi”
Come ha dimostrato chiaramente la recente edizione del Festival di Sanremo, gli atteggiamenti apparentemente anticonformistici sono ormai del tutto allineati al potere e all’ideologia dominanti, che, anzi, li sponsorizzano
Uno dei più bei racconti di Herbert George Wells (1866-1914) – che ne ha scritti tanti di magnifici – è Il paese dei ciechi (1904). Il protagonista della vicenda, Nuñez, finisce per caso in un villaggio sconosciuto, perso in una valle isolata delle Ande ecuadoriane, nel quale da quindici generazioni tutti gli abitanti hanno perso la vista e si sono adattati a vivere usando gli altri sensi. In breve, quando gli anziani della comunità scoprono gli “strani” bulbi oculari dell’ospite, ritengono che si tratti di una dannosa anomalia e decidono di toglierglieli. Non riveliamo il finale.
Il racconto è, pertanto, anche un apologo su cosa è normale e cosa non lo è. In linea di massima, se la stragrande maggioranza di una comunità ha sembianze fisiche, costumi, abiti, gusti di un certo tipo, gli anormali sono gli altri. Per fortuna, da almeno due secoli, si è diffuso il pensiero del filosofo francese Michel de Montaigne (1533-1592). Questi, partendo dalle notizie di usi e costumi differenti da quelli europei, che provenivano proprio dalle Americhe, da poco scoperte, ha elaborato la teoria relativistica, per cui il “diverso” va rispettato, anzi potrebbe anche insegnarci qualcosa. Veniamo al presente. In un ambiente sociale nel quale maleducazione, tatuaggi, schiamazzi, eccessi, droghe più o meno “leggere”, consumismo sfrenato e violenza veicolata dalla musica rap/trap, costituiscono, specie tra i giovani, la “normalità”, chi è il diverso? Nello specifico, il Festival di Sanremo costituisce da anni, più che una vetrina, una cassa di risonanza di tutto ciò che un tempo sarebbe stato considerato “di cattivo gusto”. Ma non è solo il consueto evento ligure di febbraio a essere improntato a un’ideologia ormai tracimante e prepotente, che si può sintetizzare come politically correct.
Sono tutti i mass media, gli influencer tipo Ferragnez, il mondo della cultura, dell’arte, della musica, delle scuole e delle università, dell’editoria, a martellare in modo assillante e intollerante su problematiche da tempo acquisite: la difesa dell’ambiente, il rispetto dei gay, la valorizzazione delle donne, il razzismo, l’accoglienza ai migranti, la marijuana, l’antifascismo e l’antinazismo… Una solfa noiosa, lagnosa, vittimista, zeppa di banalità, di vuoti slogan, sui quali non si può che essere d’accordo perché non dicono nulla, quali quelli degli spot pubblicitari imperversanti delle grandi aziende multinazionali, le vendite a domicilio al food delivery, dai vestiti griffati alle auto elettriche. La qual cosa dovrebbe se non altro indurre al sospetto almeno coloro che ancora si definiscono anticapitalisti.
Ma, lasciando da parte i politici, che rincorrono l’onda della cultura di massa e obbediscono agli ordini dei nuovi padroni, perlomeno gli intellettuali, i giornalisti, gli artisti, viziati e spesso viziosi, non dovrebbero provare un minimo di vergogna a ripetere come pappagalli le identiche stupidaggini e a massacrare tutto ciò che di nobile conteneva il passato: tradizioni, radici, civiltà, affetti, valori, cibi? A diffondere odio e intolleranza? A essersi dimenticati, per sempre, di chi non ha lavoro, non ha una casa, delle coppie eterosessuali che a causa della povertà non possono mettere al mondo dei figli, dei giovani senza futuro, degli sfruttati, dei precarizzati a vita? E tale “intellighenzia” ha pure la faccia tosta di sentirsi coraggiosa, trasgressiva, anticonformista, quando è solo allineata al potere e il solo rischio che corre è quello di arricchirsi sempre più? Ipocriti buonisti. Con tale panorama, chi sono allora i veri temerari, che rischiano l’isolamento, l’allontanamento (anche dal lavoro), la derisione, il linciaggio (non solo morale), visto il dilagante clima fondamentalista di intolleranza, fanatismo, repressione, inquisizione?
I nuovi eroi, i nuovi resistenti, allora, sono coloro che credono ancora nell’amore vero, nel dare al prossimo, cioè al vicino, senza denaro in cambio, negli affetti familiari, nell’onore, nel rispetto, nel senso del dovere, negli obblighi comunitari, nello studio, nella decenza e nel pudore, nel rispetto del proprio corpo e della propria sessualità, nella misura. Della diffusione di modelli dannosi per se stessi e per la società abbiamo appunto parlato nelle ultime uscite di LucidaMente 3000 in Le imposizioni culturali e di costume delle élite al popolo: un tempo erano “i vizi dei ricchi”; oggi droghe, pornografia, eccessi sessuali e di ogni tipo sono diffusi tra le masse per indebolire popoli e nazioni.
E, purtroppo, in questo scorcio iniziale del 2022, abbiamo avuto la conferma della terribile violenza della macchina del potere. A partire dalla surreale riconferma di Sergio Mattarella a presidente della Repubblica (Il ticket Draghi-Mattarella ulteriore tracollo per la democrazia italiana di Giuseppe Licandro) e dall’ulteriore giro di vite verso i dissidenti la strategia anti epidemia adottata dal Governo e sostenuta da tutti i poteri che contano. Per non dilungarci, anzi invitando a un’attenta lettura, ecco alcuni nostri personali contributi sull’argomento: Due anni senza libertà (tra spocchia, malafede, false speranze e, soprattutto, propaganda, protervia e repressione, ci avviamo verso l’imbarbarimento della nostra società); Stupidario Covid (ventiquattro mesi di errori, incompetenza, menzogne, smentite, arroganza, brutalità… e colossali profitti); Campagna vaccinale: qualche verità sta venendo a galla (“vaccini” che non immunizzano, conteggi errati sui ricoverati positivi al Covid, i “vaccinati” che diffondono il virus, dosi plurime che potrebbero procurare danni al sistema immunitario…); Autoritarismo e “vaccini” obbligatori: la magistratura comincia a muoversi (a segnalare i provvedimenti del governo italiano sia giornali esteri sia, finalmente, organi giudiziari); Esiste una gerarchia dei diritti? (la questione centrale è se sia possibile restringere o sopprimere alcune libertà costituzionali dei cittadini in nome di altre tutele). Insomma, come ha scritto Nicola Marzo, La pandemia ci ha fatto imbarbarire: sono peggiorati sia le persone, sia i loro rapporti personali e sociali, specie se si litiga su vaccini e obblighi sanitari.
Soprattutto, ci siamo resi conto, anche con l’aggressione della Russia all’Ucraina, che i poteri politici e militari cui facciamo riferimento (governo, Ue, Nato, Onu) sono del tutto impotenti, non ci difendono e non sanno programmare azioni che portino alla pace e alla giustizia. Riguardo il mare nostrum ne parla ancora Licandro in Il Mediterraneo, un «caos organizzato» crocevia di guerre e di scambi commerciali, con strategie geopolitiche del tutto inette da parte dell’Occidente. Del resto, ci siamo posti la domanda delle domande, vale a dire: I cittadini hanno voluto l’Unione europea? Potete immaginare la risposta. E, allora, come difendersi? Alcune proposte le fornisce Francesco Borgonovo nel suo nuovo libro per Lindau (Come combattere il neocapitalismo e la sua ideologia). Altre, più modestamente e con una certa ironia, le suggerisce il sottoscritto con Lo stupidario del buonismo politicamente corretto. Manuale-Prontuario di autodifesa. Divisi in più parti, troverete dalla A alla Z tutti i luoghi comuni (quanto falsi) del pensiero unico occidentale agli inizi del XXI secolo. Buona lettura, tra sorriso per le assurdità che si vanno diffondendo e angoscia per il totalitarismo avanzante.
Rino Tripodi
(LucidaMente 3000, anno XVII, n. 195, marzo 2022)
Questo è parlare “lucidamente”.