Il rapporto di Acs Italia fornisce un dettagliato resoconto delle violenze compiute nel mondo contro una religione oppressa in molteplici Stati e sempre più di frequente
Acs Italia, Aiuto alla Chiesa che Soffre, è una fondazione pontificia fondata nel 1947 e attiva in 23 Paesi con altrettante sedi. Realizza progetti per sostenere la pastorale della Chiesa dove essa è perseguitata, discriminata o priva di mezzi. Nel 2019 ha realizzato oltre 5.000 progetti in 139 Stati. La fondazione ha una triplice missione: informare sulla realtà quotidiana della Chiesa che soffre, pregare per i cristiani oppressi e aiutare concretamente le comunità in difficoltà a causa della povertà e della sopraffazione. Acs Italia ha pubblicato Libera i tuoi prigionieri. Un rapporto sui cristiani ingiustamente detenuti per la loro fede (con la prefazione di Asia Bibi, una donna pakistana simbolo internazionale dell’ingiusta detenzione causata dall’avversione al cristianesimo).
Asia Bibi è stata condannata a morte nella sua patria per un crimine che non ha commesso e da tempo si batte contro l’oppressione a causa della religione parlando di «una sofferenza silenziosa». Racconta la Bibi: «Il governatore del Punjab Salmaan Taseer e il ministro cristiano Shahbaz Bhatti sono morti per aver preso le mie difese, falsamente accusati di blasfemia». Effettivamente tante sono le storie di violenze nel mondo sconosciute o trascurate. Il rapporto si concentra sui seguenti Paesi: Cina, Eritrea, Nigeria e Pakistan. Fra i casi di cristiani ingiustamente detenuti in odio alla fede cattolica in Cina vi sono i vescovi Augustine Cui Tai e James Su Zhimin, i padri Zhang Gulin e Wang Zhong e i pastori Zhang Shaojie e Wang Yi. Sul rapporto si legge: «Pur non essendo mai stato processato o ufficialmente condannato, il vescovo di Baoding James Su Zhimin è stato in carcere per quasi un quarto di secolo, dopo essere stato arrestato nel 1996. Le autorità si sono rifiutate di confermare alla sua famiglia se egli sia ancora vivo o meno» e il nipote Su Tianyou, nel maggio 2019, ha lanciato un appello affinché le autorità dessero informazioni sullo zio. Riportiamo: «Non si sa dove si trovi e nemmeno se sia vivo o no. Sono sconvolto fino alle lacrime ogni volta che penso a quest’uomo di 87 anni. Per favore, pregate per lui».
Molti detenuti del sistema carcerario dello Stato cinese vengono abusati, torturati e ad alcuni vengono prelevati gli organi senza consenso, come è successo a Peng Ming, un attivista cristiano a favore della democrazia e dei diritti umani. L’Associazione patriottica cattolica cinese (Chiesa patriottica) ha lo scopo di controllare le attività dei cattolici in Cina. Ma attualmente, anche a causa di recenti accordi istituzionali, si parla poco della pericolosità del regime capital-comunista. Fra i casi dei cristiani ingiustamente detenuti in odio alla fede cattolica in Eritrea vi sono il patriarca Abune Antonios, Twen Theodros, 150 evangelici, 33 donne e i monaci del monastero di Debrè Bizen. Il caso principale è appunto quello di Antonios, patriarca della Chiesa eritrea ortodossa Tewahedo: nominato nel 2004, è agli arresti domiciliari dal 2007, sebbene non sia mai stata presentata alcuna accusa formale contro di lui.
Sempre nel rapporto Acs sulle condizioni carcerarie in Eritrea leggiamo: «I membri di altre fedi vengono regolarmente arrestati, molestati, picchiati, ripetutamente esortati a negare la propria fede e detenuti in più di 300 siti in tutta l’Eritrea». Purtroppo la pandemia ha complicato ancora di più la situazione. Anche in Nigeria vi è una ingiusta reclusione dei cristiani. Fra i casi di persone ingiustamente detenute in odio alla fede cattolica in questa nazione vi sono Leah Sharibu, il reverendo Lawan Andimi, Alice Ngaddah, Michael Nnadi e Bitrus Tarfa. Dal caso di Leah emerge un dato agghiacciante: «Delle oltre 100 studentesse rapite da Boko Haram [organizzazione terroristica jihadista nigeriana, ndr] nel febbraio 2018, Leah Sharibu è stata l’unica cristiana tra le rapite e l’unica prigioniera a non essere successivamente rilasciata, perché ha rifiutato la conversione all’Islam come prezzo della sua libertà. Il 14 maggio 2020, dopo 814 giorni di segregazione, Leah ha compiuto 17 anni». Successivamente, nell’ambito della campagna “Libera i tuoi prigionieri”, Rebecca Sharibu, madre di Leah, ha esortato i politici britannici a intervenire sul caso: «Mi rivolgo ancora una volta al governo britannico, come ho fatto in precedenza quando mia figlia, dopo due anni di prigionia, ha compiuto 17 anni. Per favore, aiutateci: fate che venga liberata. Grazie».
Nel gennaio 2020 fu diffusa la notizia secondo cui Leah avrebbe partorito e, costretta a convertirsi all’Islam, avrebbe sposato un comandante di Boko Haram. Fra i casi dei cristiani ingiustamente detenuti in odio alla fede cattolica in Pakistan vi sono invece Huma Younus, Imran Masih, Sadaf Masih, Shehzad Masih e Maira Shahbaz. Il caso principale citato dalla Bibi è proprio quello di Maira, che aveva solo 14 anni quando è stata rapita sotto la minaccia delle armi, filmata mentre veniva stuprata, costretta a rinunciare alla sua fede cristiana e a contrarre un matrimonio fittizio.
Dopo essere scappata dalla prigionia, si è nascosta per le minacce di morte. Khalil Tahir Sandhu, che ha rappresentato in tribunale la famiglia di Maira, ha denunciato Nakash e altri corresponsabili affermando: «Ciò che il signor Nakash e i suoi complici hanno fatto è chiaramente contrario alla legge. Hanno attuato un rapimento sotto la minaccia delle armi e organizzato il matrimonio di una minore, senza chiedere alcun permesso né alla madre né alla prima moglie e producendo davanti alla Corte un certificato di matrimonio che si sapeva essere falso. Le persone che fanno questo genere di cose a una bambina come Maira ci trattano non come esseri umani, ma come animali». Le condizioni di detenzione in Pakistan, come negli altri Stati del presente rapporto, sono pessime e a dir poco disumane. Tante sono le ragazze vittime di stupro, prostituzione coatta, traffico di esseri umani e abuso domestico. La persecuzione dei cristiani è una realtà terrificante: essa si nasconde e progredisce nel silenzio assordante dei governi, che a volte rimangono muti, altre volte consentono o, peggio, favoriscono questi crimini contro l’umanità.
Le immagini: la copertina del rapporto Libera i tuoi prigionieri a cura di Acs Italia.
Paolo Marraffa
(LucidaMente 3000, anno XVI, n.182, febbraio 2021)