In un contesto internazionale segnato dal multipolarismo, Russia e Usa hanno ripreso l’insidioso conflitto per la supremazia militare a livello planetario
La dissoluzione dell’Urss, avvenuta in circostanze drammatiche tra agosto e dicembre del 1991, ha garantito agli Usa una supremazia a livello globale che gli americani hanno sfruttato imponendo ovunque i propri valori, improntati alla competizione individuale, al profitto economico e al consumismo.
La situazione internazionale è mutata, tuttavia, nel corso degli ultimi anni, perché la Cina e la Russia hanno scosso i pilastri sui quali si è eretta l’egemonia statunitense: la preminenza economica e la superiorità militare. Gli Usa, dopo il tracollo che ha travolto il sistema finanziario occidentale, hanno attraversato un periodo difficile e la Cina si è affermata come principale volano dell’economia mondiale, con ritmi di crescita impressionanti. Nell’ultimo decennio, infatti, il pil cinese è aumentato alla media annua del 10%, toccando l’apice nel 2007 col 14% (anche se poi nel 2014 è sceso al 7% circa). Mentre gli americani erano impelagati nelle guerre “impossibili” in Afghanistan e Iraq, i russi – sotto la ferrea guida di Vladimir Putin, ex agente del Kgb ed ex direttore dell’Fsb – hanno riorganizzato il proprio apparato bellico, tornando prepotentemente sulla scena militare internazionale prima con la vittoriosa guerra contro la Georgia (2008), poi con l’annessione della Crimea (2014) e, infine, con gli attacchi aereonavali in Siria (2015).
I rapporti di forza tra Usa e Russia si sono ribaltati nel volgere di pochi anni e adesso il Cremlino ha superato gli strateghi del Pentagono, almeno riguardo agli armamenti convenzionali (vedi Pepe Escobar, Vuoi la guerra? La Russia è pronta alla guerra, in http://megachip.globalist.it; Thierry Meyssan, L’esercito russo afferma la propria superiorità nella guerra convenzionale, in www.voltairenet.org). La Casa bianca, preoccupata dalla minaccia russa, ha già provveduto ad attivare – nella base della Nato di Deveselu in Romania – una batteria di razzi che costituiscono il primo nucleo di uno “scudo” in grado di proteggere l’Europa da eventuali attacchi missilistici.
La Russia, infatti, è dotata di un temibile arsenale che comprende, tra gli altri, i seguenti vettori: il Kalibr, razzo da crociera invisibile ai radar con una gittata di 1.500 km; l’Iskander, missile a corta gittata che può viaggiare a una velocità sette volte superiore a quella del suono; l’Ss-18, potente razzo a propulsione liquida, soprannominato Satan, che trasporta fino a dieci testate nucleari; l’S-300, l’S-400, l’S-500, missili difensivi in grado di intercettare e abbattere quelli della Nato; il Topol’ M, vettore intercontinentale che riesce a percorrere in un’ora ben 25.600 chilometri. I russi, inoltre, possiedono un esercito di circa 1.245.000 uomini, i potenti sottomarini Classe Typhoone e i bombardieri supersonici Tupolev Tu-160 in grado di lanciare bombe nucleari in condizioni di estrema sicurezza. Il Cremlino, infine, è dotato di attrezzature che possono offuscare radar, sonar, impianti di trasmissione e ha perfezionato il Reflexive control, un sistema di false informazioni da fornire al nemico per indurlo all’errore.
I russi non temono la Nato e sono passati all’offensiva in Siria, bombardando a tappeto i territori sotto il controllo dell’Isis e dei ribelli anti-Assad, anche a costo di colpire l’inerme popolazione civile. È possibile che Washington prenda atto dei mutati rapporti di forza con la Russia e accetti un accordo complessivo per stabilizzare il Medioriente, ponendo fine all’assurdo sostegno finora fornito ai gruppi fondamentalisti sunniti in chiave anti sciita (vedi Gianni Rosini, Isis: la storia di Al-Baghdadi, dalla liberazione da Camp Bucca alla nascita del califfato. Sotto gli occhi degli Usa, in www.ilfattoquotidiano.it).
I segnali positivi non mancano, poiché il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha approvato all’unanimità la Risoluzione 2254, grazie alla quale si dovrebbero avviarei negoziati per la pacificazione della Siria. È evidente, dunque, che la fase storica caratterizzata dal predominio incontrastato della superpotenza americana si è chiusa e un nuovo contesto geopolitico multipolare si è ormai profilato a livello planetario (vedi Un nuovo scenario politico-militare mondiale). L’auspicio è che prevalga sempre il dialogo tra americani e russi e si scongiurino i pericoli nucleari insiti nella ripresa della Guerra fredda.
Le immagini: Putin nel 1998, quando dirigeva l’Fsb (fonte: http://visualrian.ru; autore: Sergej Subbotin); un razzo Kalibr (fonte: en.wikipedia.org; autore: Allocer); veduta della parte antica di Damasco (fonte: www.flickr.com; autore:Aiace Telamonio).
Giuseppe Licandro
(LucidaMente, anno XI, n. 122, febbraio 2016)
Le fonti sono buone ma l’articolo è davvero brutto. Se ci sono minacce non sono certo da parte russa. Che vi siete fumati? E poi adesso arriva la guerra calda, in Turchia.