Tale opinione si fonda su una distorsione della verità storica: la mancanza di conflitti bellici negli ultimi 75 anni dipende da altri fattori
Una delle argomentazioni più usate per difendere, anzi esaltare il percorso che ha condotto il Vecchio continente all’Unione europea (Ue) si fonda sull’idea che i 75 anni di indiscutibile pace della quale esso ha goduto siano dovuti a tale cammino. Un’affermazione falsa sotto più aspetti.
Innanzi tutto, dal 1945 (fine della Seconda guerra mondiale) a oggi, le guerre, i bombardamenti, le pulizie etniche, consumatisi sul territorio europeo sono stati numerosi. Pur non volendo considerare le occupazioni militari dell’Unione sovietica all’interno del Patto di Varsavia, anche dopo la dissoluzione dell’Urss si sono verificati sanguinosi conflitti: tra gli altri, l’invasione turca di Cipro (1974), la guerra interetnica causata dalla disgregazione della ex Jugoslavia (1991-95), il Kossovo (1996-99), i criminali raid della Nato in Serbia (1999); la guerra del Donbass (2014-)… Con un numero di vittime sconosciuto, ma senz’altro di qualche decina di migliaia di morti. Allora, una prima verità è che la tanto sbandierata pace tra gli stati e le popolazioni riguarda solo la parte occidentale dell’Europa. Affermare che l’armonia ha regnato in tutto il continente sottintende un atteggiamento velatamente discriminatorio, se non razzista, in quanto non considera le sofferenze patite dai popoli orientali, slavi, ortodossi. Ancora: è possibile che l’unico modo per evitare guerre tra le nazioni europee sia quello di affidarsi ciecamente a un opprimente governo sovranazionale, tecnocratico, neoliberista, filocapitalista, quale quello dell’Ue (leggi Gli inganni dell’Unione europea)?
Ma la menzogna storica è ancora più grave. In realtà, essa si basa sulla fallacia non causa pro causa (un fatto casuale fatta passare per vera causa di un evento) svelata da Aristotele. In pratica, post hoc, ergo propter hoc oppure cum hoc, ergo propter hoc: più semplicemente, se un fatto avviene dopo un altro o in contemporanea, esso è causato da tale evento, anche se non vi è relazione tra essi. Ad esempio, se un nostro vicino di casa si alza sempre prima o durante il sorgere del sole, la stella si leva grazie a lui…
In verità, la pace tra le nazioni occidentali dell’Europa è stata antecedente alla nascita delle istituzioni europee, soprattutto di quelle fondate non solo sulla semplice collaborazione economica come la Ceca (1951), la Cee e l’Euratom (1957), ma su ben altri intrecci politico-finanziari, quali appunto l’Ue. Il vero motivo dell’assenza di conflitti si spiega con almeno quattro fattori:
- La stanchezza per gli orrori di due guerre mondiali, che avevano lasciato ferite indelebili, soprattutto dopo la rivelazione dei massacri genocidari, e la presa di coscienza di essi nei popoli, anche attraverso scuola e educazione, esercizio del voto e delle libertà democratiche.
- Il boom economico, dovuto anche alle sopra citate forme di partenariato, peraltro limitate a pochi paesi, che ha distolto governi e popoli da isterismi bellicosi.
- La minaccia comunista, che spingeva gli stati europei non dominati dall’Urss a compattarsi.
- La Nato (1949), soprattutto, che ha costretto a un’alleanza militare in funzione filoamericana e antisovietica (Guerra fredda) tutte quelle nazioni che si erano massacrate sul suolo europeo (e non solo) nelle due guerre del 1914-18 e del 1939-45.
Il Trattato di Maastricht, istituente l’Unione europea, è solo del 1992, pertanto già da più di 50 anni prima tedeschi, austriaci, italiani, francesi, britannici, non dichiaravano assurde guerre gli uni agli altri. E, malauguratamente, volendo usare le stesse argomentazioni fallaci, proprio la nascita dell’Ue avrebbe allora provocato le belligeranze successive alle quali si è sopra accennato. Il che non sarebbe vero, sebbene qualche collegamento ci sia stato e alcuni brutti presagi siano presenti. Mentre, infatti, la nostra Costituzione (articolo 11) ripudia la guerra praticamente in ogni sua forma, all’articolo 42 del Trattato sull’Unione europea, si legge che l’Ue può avvalersi di mezzi militari «in missioni al suo esterno per garantire il mantenimento della pace, la prevenzione dei conflitti e il rafforzamento della sicurezza internazionale, conformemente ai principi della Carta delle Nazioni Unite. L’esecuzione di tali compiti si basa sulle capacità fornite dagli Stati membri». Si tratta, in pratica, delle famose “missioni di pace” e di “esportazione della democrazia” a guida statunitense, che hanno massacrato le popolazioni del Medio Oriente, dei Balcani e non solo.
La fallacia dell’argomentazione pro pace filo Ue di cui abbiamo parlato è stata usata dall’intellighenzia allineata anche in un altro modo e per altri fini repressivi: siccome senza partiti e movimenti sovranisti e populisti non vi è stata alcuna guerra, il rafforzamento di tali schieramenti condurrà a nuovi scontri armati tra nazioni, culture, etnie. Allo stesso modo, però, si potrebbe aggiungere che, siccome da quando sono sorti in Europa partiti verdi, i disastri climatici sulla Terra sono aumentati sempre più, la causa di tali calamità siano gli ecologisti. E, così, la falsificazione della realtà potrebbe proseguire all’infinito…
Rino Tripodi
(LucidaMente 3000, anno XVI, n. 191, novembre 2021)