Sette domande e sette risposte controcorrente. Quanto incide l’anidride carbonica sull’innalzamento della temperatura globale? Non esiste alcun pianeta da salvare. Il nostro mondo, pur coi suoi naturali cambiamenti (o cataclismi) climatici già avvenuti più volte, durerà ancora 4-5 miliardi di anni. Il rischio riguarda soprattutto la specie umana, mentre, secondo gli studiosi degli esopianeti, ad alcune di quelle animali e vegetali qualche grado in più di temperatura media del pianeta farebbe addirittura solo bene
In un altro articolo (leggi Il capitalismo ha scaricato Greta) abbiamo raccontato la triste parabola del fanatismo green. In questo vogliamo rispondere ad alcuni luoghi comuni o domande legate al catastrofismo appunto alla Greta Thunberg. Eccole. 1) È vero che è in atto un cambiamento climatico che riguarda tutto il mondo? 2) Si tratta di una novità per il nostro pianeta? 3) È causato dalle attività umane? 4) Deriva da altro? 5) Si può fare qualcosa? 6) La Terra è un pianeta troppo caldo? 7) È un pianeta da salvare? Proviamo a rispondere brevemente punto per punto.
Gli eterni cambiamenti climatici
1) Sì, è vero, stanno avvenendo cambiamenti climatici e del meteo. 2) Ma essi, nel corso non solo delle ere, ma anche lungo i secoli, sono stati sempre presenti. C’è da considerare che la Terra si è formata poco dopo il Sole, 4,5 miliardi di anni fa. Per milioni di anni abbiamo avuto un pianeta bombardato da meteoriti, o del tutto ghiacciato, o del tutto infuocato dalle eruzioni dei vulcani, ecc., con innumerevoli estinzioni di specie vegetali e animali. Ma, anche se ci limitiamo alle centinaia o semplicemente alle decine di migliaia di anni, il clima è stato molto diverso da oggi e mutevole. Appena 12.000 anni fa molti abitanti dell’Asia attraversarono lo stretto di Bering perché le due sponde erano unite dal mare ghiacciato e arrivarono nelle Americhe. Tra il XIV e il XVII secolo vi fu una piccola era glaciale.
3) L’unico dei gas serra, responsabili dell’innalzamento globale medio delle temperature, prodotto dall’uomo è l’anidride carbonica. Che costituisce solo il 3% di essi (soprattutto si tratta di vapore acqueo). Ed è comunque proprio ai gas serra che abbiamo un pianeta abitabile, con una temperatura media attorno ai +15/20°. Senza di loro, essendo la Terra abbastanza lontana dal Sole, quasi ai margini della zona abitabile (cioè della zona astronomica entro la quale l’acqua non evapora per il caldo né si ghiaccia per il freddo), staremmo, al contrario, tra i meno 15/20°. Pertanto le attività umane sono responsabili solo per una minima parte dell’innalzamento delle temperature. Di più: l’Europa incide solo per l’8% (del 3% dei gas serra); l’Italia per l’1%; dunque, rispettivamente per lo 0,24% e per lo 0,03%. Enormi costi (e sacrifici) per le case da rendere ecocompatibili, per l’acquisto di auto elettriche, per pale eoliche e pannelli solari (dalla produzione costosissima in termini energetici e dall’installazione gravosa come ricadute ambientali fino al loro problematico smaltimento), ecc., per nessun risultato.
Dal Sole agli esopianeti
Queste verità sono così lapalissiane che c’è chi ha proposto il reato di negazionismo climatico. Ragionate un attimo: nessuno proporrebbe un tale reato, comunque sempre d’opinione, per perseguire chi affermasse che la Luna è una stella o che gli alberi o i pesci o le montagne non esistono. Si vogliono proibire e bandire le idee quando sono vere, ma scomode e contrarie a interessi e fanatismi.
4) I cambiamenti climatici sono dovuti principalmente ai brevi (dodici anni circa; leggi Ciclo undecennale dell’attività solare, in Wikipedia.it) e ai lunghi, lunghissimi cicli dell’attività solare, per non parlare delle espulsioni di massa coronale, tipica delle stelle.
5) Se i cambiamenti climatici non si possono miracolosamente arrestare, possiamo però contrastarli, come l’umanità ha sempre fatto, adattandoci a essi, regolamentando il territorio, costruendo edifici sicuri, raccogliendo l’acqua in eccesso per i tempi di aridità, incanalando i fiumi, ecc.
6) Gli astronomi scoprono ogni giorno nuovi esopianeti (cioè lontani dal sistema solare) – ne sono stati scoperti circa seimila. Tra questi, gli scienziati ne hanno trovati molti di presumibilmente abitabili, ovvero che sono in grado di ospitare la vita, ma ritengono che quelli più grandi, più vecchi e con temperature medie superiori di circa cinque gradi a quelle medie terrestri sarebbero superabitabili (fonte: Wikipedia). È intuitivo: rendete meno freddi l’Antartide, la Siberia o altri luoghi ghiacciati, espandete le foreste tropicali, e avrete molti più territori in cui prolifera la vita. Certo, se oggi, e in tempi rapidi, accadesse questo al nostro pianeta, avremmo lo scioglimento dei ghiacci che provocherebbe effetti disastrosi per l’uomo. Ma andrebbe molto meglio per le specie animali e vegetali, ad esempio, della Foresta amazzonica o per le giungle africane o del sud-est asiatico, che vedrebbero ampliato a dismisura il loro habitat, con una proliferazione di vita inimmaginabile.
Altri miliardi di anni della Terra e l’arroganza progressista-scientista
Siamo giustamente antropocentrici e non ci farebbe piacere estinguerci per lasciare posto a un caldo pianeta completamente verde, ma con poche aree dal clima temperato adatte agli esseri umani, sebbene popolato da molti milioni di più di altre specie vegetali e animali.
7) Insomma, non c’è alcun pianeta da salvare, almeno per altri 4,5 miliardi di anni. Ovvero, fino a quando il Sole moribondo si espanderà inghiottendo pure la Terra. La quale, intanto, muterà aspetto e forme di vita altre decine o centinaia di volte.
Ma, oltre a essere antropocentrico, l’uomo odierno, illuminista-progressista-scientista, che ha perso la fede religiosa e la visione cosmica del mistero e della grandezza dell’universo, vive nell’arroganza di sentirsi onnipotente nel bene come nel male. E ha perso l’umiltà derivante dalla consapevolezza di essere meno di un granello di sabbia rispetto alla grandezza e alla potenza delle forze del cosmo e della Natura, spesso incontrollabili. E che ogni cosa ha un suo inizio e un sua fine, riguardo le quali l’umanità poco può fare.
Le immagini: a uso libero e gratuito da Pixabay (foto di Buddy_Nath , myshoun e YolGezer).
Rino Tripodi
(Pensieri divergenti. Libero blog indipendente e non allineato)