Finita l’epoca della demonizzazione e dei pregiudizi, sono sempre di più coloro che usano legalmente e con buoni risultati i principi attivi terapeutici della canapa
Uno dei maggiori problemi che l’uomo della nostra società contemporanea deve affrontare è sicuramente lo stress provocato anche da ritmi frenetici, ansie, insicurezze, precarietà. Il tutto si è aggravato a causa prima della grande crisi economica, poi della pandemia da coronavirus, con conseguente nuova crisi economica. Quali possono essere i rimedi migliori?
È faciloneria consigliare di rilassarsi, magari seguendo un apposito corso yoga. Se si è stressati, occorre quasi sempre pure un aiuto farmacologico. Come si sa, sono da evitare gli psicofarmaci, in quanto possono causare gravi effetti collaterali e creare dipendenza. Oggi, però, c’è una novità. È finito il tempo della demonizzazione e della criminalizzazione dei prodotti derivanti dalla canapa (cannabis sativa). I negozi sia fisici sia on line sono ormai perfettamente legali e, soprattutto, numerosi e prestigiosi studi medici hanno confermato l’effettiva efficacia delle sostanze derivanti dalla cannabis per svariate patologie, e in particolare l’olio di CBD, nella lotta allo stress. In particolare negli Stati uniti, sono stati effettuati vari esperimenti, al termine dei quali è stata dimostrata l’efficacia della somministrazione giornaliera di olio CBD per circa un mese, con riduzione dell’ansia e una maggiore capacità di raggiungere il rilassamento. Il perché ha una spiegazione scientifica: il CBD interagisce sul nostro sistema endocannabinoide, in grado di bilanciare e armonizzare i diversi sistemi del nostro corpo tramite i recettori ad esso collegati.
Il cannabidiolo interagisce con i recettori diffusi e comunicanti soprattutto con il sistema nervoso sia centrale sia periferico. Operando sul primo, cioè il cervello, si ha un rilassamento di natura psichica; agendo sul secondo, otteniamo la distensione dei muscoli del corpo, con beneficio sui disturbi di genere psicosomatico. E c’è da chiarire che non si tratta di effetti psicotropi, che, all’opposto, apparirebbero nel caso si usasse un altro principio attivo della cannabis sativa, vale a dire il THC, in grado di alterare i comportamento del soggetto che assume tale sostanza e i suoi stati mentali. Ovviamente, occorre che il CBD sia assunto nella giusta modalità e nelle opportune dosi. Per quanto riguarda la prima, si consiglia quella sublinguale; il dosaggio, invece, deve fare i conti con le caratteristiche fisiche e i disturbi di ogni persona e col contenuto percentuale di CBD nell’olio. Il migliore consiglio è quello di rivolgersi a un esperto o al medico di fiducia che, magari, sta seguendo il paziente per altre patologie. Comunque sembra accertato che il CBD non abbia significativi effetti collaterali, tranne un po’ di sonnolenza o senso di affaticamento, dovuti allo stato di rilassamento raggiunto.
Carmela Carnevale
(LucidaMente 3000, anno XVI, n. 187, luglio 2021)
Proprio vero, ogni giorno di più si scopre qualcosa di positivo su questa straordinaria pianta dalle mille applicazioni!