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Eterosessuofobia, ossia la repressione del “normale”

La sacrosanta tolleranza, il giusto rispetto per ogni stile di vita sessuale, si sono trasformati in un progetto di ingegneria sociale intransigente, in funzione del pensiero e degli scopi neoliberisti

Rino Tripodi by Rino Tripodi
8 Luglio 2023
in ATTACCO FRONTALE, ECONOMIA-FINANZA-SPESA, MONDO E GLOBALIZZAZIONE, TEMATICHE CIVILI
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Eterosessuofobia, ossia la repressione del “normale”
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La sacrosanta tolleranza, il giusto rispetto per ogni stile di vita sessuale, si sono trasformati in un progetto di ingegneria sociale intransigente, in funzione del pensiero e degli scopi neoliberisti

Spot pubblicitari a tambur battente, libri, programmi e film in tv, sfilate del gay pride ridotte a blasfeme carnevalate, fino all’apoteosi delle ultime edizioni del Festival di Sanremo, divenuto, più propriamente, di Sanscemo… Lo scopo non è più quello di vendere prodotti, raccontare storie o proporre canzoni e programmi di intrattenimento: l’intenzione, ormai palese, è quella di imporre un’ideologia e, soprattutto, un nuovo costume e una nuova morale sessuale (vedi Neocapitalismo, erotomania e pornocrazia).

Propaganda del sesso trasgressivo
Da tempo sui media è stato sdoganato, anzi enfatizzato, il sesso gay, trans, estremo, perverso, sterile, disincantato, posto sotto gli obiettivi dei media e della morbosità del pubblico. E, per di più, frettoloso, consumato male e in poco tempo, magari sotto l’effetto di alcool, eccitanti, droghe, senza alcun rispetto per se stessi e il partner… E la teoria gender, con l’arroganza, l’hybris, di manipolare la natura a proprio piacimento.
Chiariamo. Non c’è nulla di male nell’amore omosessuale, nelle fantasie erotiche di ogni tipo, nella libertà sessuale ecc. E nessuno rimpiange la repressione sessuale, l’intolleranza e il bigottismo che hanno caratterizzato quasi tutte le epoche e le società del passato. Tuttavia, le domande da porsi sono tante. Perché tanta presenza, tanto da rasentare la prevalenza, di quegli orientamenti sessuali che una volta sarebbero stati scioccamente classificati come “perversioni”? C’è un disegno ideologico e di Potere in questa improvvisa caratterizzazione culturale e di costume? Cui prodest?
Vecchi libertini e libertari e attuali consumisti di sesso
La visione libertina della vita era ed è splendida, se praticata da stupendi esseri eccezionali, quali artisti, geni ribelli, minoranze trasgressive (vedi L’amore libertino e la sua bellezza). Ma oggi è divenuta conformismo di massa, senza cultura né arte. A propugnare questa nuova società, questo “mondo nuovo” di fattura huxleyana, sono state dapprima le università anglosassoni radical chic, quindi i partiti e gli intellettuali di sinistra.
Quasi rovesciando secoli di lotte marxiste e socialiste, e perfino una certa componente operaista del Sessantotto, hanno sostituito al grande, nobile obiettivo della difesa delle classi disagiate e del loro riscatto sociale, il vuoto diritto a un compulsivo piacere fisico (leggi Il sesso sporco del neocapitalismo). Le sanguinose e faticose battaglie per la democrazia e per combattere le ingiustizie sociali, i privilegi, le scandalose disuguaglianze economiche, sono state cancellate e svendute in nome dell’individualismo (al posto del comunitarismo): diritti civili, temi bioetici, liberalizzazione della droga, fecondazione artificiale, adozione per le coppie gay, modificazione transgenica, utero in affitto…
La resa di destre e sinistre
Pertanto, si è passati dall’umanesimo al postumano. E, come visto per il Covid, dalla coscienziosa ricerca scientifica al fanatismo scientista, dall’amore per la medicina e per le cure all’arroganza dottorale e all’ideologia prona agli interessi delle multinazionali farmaceutiche e diretta alla repressione delle libertà fondamentali.
Del resto, se la sinistra ha abbandonato la propria visione sociale e culturale, il proprio progetto di un mondo migliore, lo ha fatto pure buona parte della vecchia destra. Questa ha ripudiato la propria visione morale, spesso “perbenistico-borghese”, per abbracciare, dal berlusconismo in poi, le baggianate di consumismo, commercializzazione del corpo femminile, superficialità e incultura. Le buone, sane, vecchie famiglie, di destra e di sinistra, per non dire del centro cattolico, educavano i propri figli all’onestà, allo studio, al lavoro, al risparmio e alla moderazione. Vi era la convinzione diffusa che con tali valori si potesse ascendere nella scala sociale. Oggi viene premiato non chi lavora tanto e onestamente, ma chi lavora poco o niente (influencer, trapper, speculatori, giocatori di borsa on line).
Ridicolizzare il cisgender
Spesso alla nuova visione sessuale che va imponendosi in Occidente, coi fili tirati evidentemente dall’alto, si accompagna, tra l’altro, l’esaltazione del brutto, del cattivo gusto, dell’eccessivo, della volgarità, della blasfemia. Sembra davvero di assistere alla rivincita della bruttezza. E, per di più, persino il sano rapporto amoroso tra due giovani eterosessuali, con contorno sì di sesso, ma anche di sentimento e passione, progettualità, è ridicolizzato. Non parliamo neppure, poi, di una coppia con in mente una progettualità familiare e filiale…
L’eterosessualità, pur costituendo ancora – ma per quanto? – la condizione maggioritaria e, quindi, da considerare nella norma, dunque “normale”, è stata declassificata, con una sorta di eterosessuofobia, come uno dei tanti “generi”: il cisgender! Così, in tale contesto, l’eterosessualità rischia di essere derisa, considerata passatista, reazionaria e, dulcis in fundo della banalizzazione criminalizzante, fascista! Infatti, si è instaurata un’«atmosfera ostile, che circonda sempre più spesso chi difende, anche pacificamente, la famiglia tradizionale» (Enrica Perucchietti e Gianluca Marletti, Unisex. Cancellare l’identità sessuale: la nuova arma della manipolazione globale, Arianna Editrice, p. 10; qui la nostra recensione).
Secondo Silvana De Mari (Chi ordina un figlio non può fare il genitore, in LaVerità, 27 marzo 2023, p. 13), le “famiglie arcobaleno” sono «rigidamente e ottusamente monocolori, fondate su un’incapacità totale del diverso da sé». Insomma, si chiede la massima apertura culturale e mentale da parte degli eterosessuali, ma non la si contraccambia.
Le finalità commerciali del neocapitalismo
Insomma, l’ideologia dominante del politically correct determina nuove discriminazioni sessuali: sì alle perversioni, meno sesso “normale”; pornografia; liberazione sessuale del Sessantotto come caricatura, così come le sue istanze politico-sociali. Tutto in connubio con l’era del soddisfacimento compulsivo, rapidissimo e vuoto, di ogni desiderio (vedi Amazon, con la consegna dei tuoi bisogni indotti, delle tue stupidaggini, in 24 ore, o le imprese di food delivery, col tuo cibo-spazzatura in pochi minuti, a scapito dei lavoratori e dei riders, cui si impongono ritmi disumani).
Il Potere economico gradisce il single o il gay: sono compratori più propensi agli acquisti e ai nuovi stili di consumo. Soprattutto rispetto al padre o alla madre di famiglia con figli, che devono far quadrare i conti del bilancio familiare e tendono al risparmio per amore della prole. Invece, il Potere tifa per il consumismo, e per una società immatura, irresponsabile, eternamente adolescenziale, senza spirito comunitario né impegno sociale, civile, politico, passiva, funzionale alle élite dominanti. Politicamente corretto? No: politicamente corrotto.

Le immagini: a uso gratuito da pexels.com e pixabay.com.

Rino Tripodi

(LucidaMente 3000, anno XVIII, nn. 211-212, luglio-agosto 2023)

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Tags: consumismoeliteeterosessualitàeterosessuofobiafocusgayintolleranza
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