Con un testo di etica civile recitato in un videoclip, il blogger e attivista politico Matteo Brandi svela il grande inganno di chi sta imponendo un regime nel nostro Paese e, per di più, si autodefinisce sprezzantemente “migliore” per reprimere il pensiero alternativo
Si definiscono “antifascisti”, ma censurano il pensiero altrui e approvano le limitazioni delle libertà personali.
Si definiscono “antirazzisti”, ma sono gli unici a dare peso al colore della pelle, giudicando il prossimo in base ad esso.
Si definiscono “democratici”, ma scavalcano le elezioni e sognano la fine delle sovranità nazionali.
Si definiscono “tolleranti”, ma attaccano con violenza chiunque non la pensi come loro, dal web alle piazze.
Si definiscono “progressisti”, ma stanno cancellando tutte le conquiste in materia di libertà di pensiero ed equità sociale.
Si definiscono “acculturati”, ma riscrivono la Storia a seconda della propria ideologia e accettano un unico punto di vista, il loro.
Si definiscono “anticonformisti”, ma agiscono, parlano e pensano sempre e solo come vogliono i grandi media.
Si definiscono “rivoluzionari”, ma hanno dalla loro parte tutta l’informazione, i grandi social, il mondo dello spettacolo e persino la magistratura.
Si definiscono “di sinistra”, ma distruggono i diritti sociali dei lavoratori, ubbidendo a multinazionali e grandi banche.
Si definiscono “umani”, ma sfruttano i migranti come manodopera a basso costo e lucrano sulla tratta dei nuovi schiavi.
Si definiscono “competenti”, ma a furia di andare loro dietro l’Italia si è impoverita e deindustrializzata.
Si definiscono “cittadini europei”, ma dell’Europa disprezzano la Storia, la cultura, le radici e i popoli.
Si definiscono “cittadini del mondo” e amanti della diversità, ma sognano un globo in cui tutto è omologato e appiattito in nome dei mercati.
Sono la parte peggiore d’Italia e credono di essere l’esatto opposto.
(Matteo Brandi, 13 maggio 2021)
Carmela Carnevale
(LucidaMente 3000, anno XVI, n. 186, giugno 2021)