Secondo il nostro lettore, si tratta certamente un esecutivo presentabile rispetto al precedente, ma occorrono misure intelligenti e misurate
La caduta del Governo Berlusconi può certo soddisfare quanti erano disgustati sia dal comportamento personale del premier e di alcuni ministri che da un immobilismo irresponsabile, giacché la principale attività di Governo riguardava la risoluzione dei problemi personali con la Giustizia del Cavaliere. Tuttavia, che, in ultima analisi, queste dimissioni rappresentino la soluzione dei problemi economici e politici dell’Italia sarà ancora tutto da dimostrare.
Partendo dal presupposto che non sono i programmi politici a fare la differenza, ma sono le persone e la loro personale integrità morale ed etica, certamente con l’incarico a presidente del Consiglio dei Ministri affidato dal presidente Napolitano a Mario Monti si è raggiunto un primo importante obbiettivo: ridare credibilità e dignità alla nostra istituzione più importante, il Governo.
Nell’Italia di oggi c’è bisogno di ricreare la consapevolezza dei valori. Per troppo tempo il giudizio morale è stato relegato al terzo grado del processo penale: “se non mi condannano in terzo grado significa che non ho fatto nulla di riprorevole…”.In questo modo fra prescrizioni e leggi ad personam, fra privazione di Giustizia e Giustizia trasformata in film a luci rosse o a show mediatico, fra atteggiamenti pilateschi e “salvataggi” di colleghi dall’’arresto che hanno tanto il sapore del do ut des, (ora tocca a te, ma domani potrebbe toccare a me), i politici non solo si sono autoassolti, ma hanno iniziato ad instillare negli Italiani una morale a ritroso: “Se non mi beccano, significa che, in fondo, non era così grave”. Una idea che ci si possa regolare secondo una “morale autonoma”, in cui si può assumere una responsabilità e non portarla avanti, si può ricevere lauti compensi senza fare nulla (quante volte ci siamo accorti che enti inutili continuavano a fornire stipendi e a essere gestiti da interi consigli di amministrazione strapagati?). Troppo fango è stato versato nel paese per condannare solo i politici, quindi occorre che siano i cittadini a muoversi contro la mala politica. La nostra classe politica combatte le sue battaglie esclusivamente per ottenere visibilità, che è un valore effimero.
Con il nuovo Governo di fatto l’Italia è commissariata. Mario Monti dovrà aumentare le entrate e ridurre le spese con interventi equi e ragionevoli, e quindi ridare fiducia internazionale sulle misure che andranno prese per il risanamento dei nostri conti pubblici. Un percorso difficile in quanto occorre, insieme a una riduzione delle spese, creare i presupposti per un ritorno alla crescita economica. Questo dopo un decennio di calo dei redditi e un triennio di deterioramento dei conti. Guai a raggiungere l’obiettivo di un avanzo di bilancio esclusivamente con taglio delle spese e aumento effettivo delle tasse, una spirale perversa già sperimentata in Grecia. E le misure per la ripresa economica non debbono nel contempo liberare risorse finanziarie che siano una sorta di albero della cuccagna per la speculazione internazionale.
Tullio Marra (http://www.tulliomarra.it)
(LucidaMente, 27 settembre 2011)