L’attuale “movimentismo”, giovanile e non, spesso animato da vecchi “nostalgici”, è conformista, senza allegria, plumbeo, coccolato dai partiti di sinistra, quindi allineato ai poteri forti dominanti. E spesso intriso di odio e di violento squadrismo
In genere le spinte e i movimenti sessantottini e dei successivi anni di contestazione vengono distinti dagli studiosi del fenomeno e dagli storici in due categorie: quelli che intendevano modernizzare i costumi, specie quelli sessuali o relativi alla condizione femminile, e quelli più politici, aventi lo scopo, in ultima analisi, di rovesciare lo stato democratico con una rivoluzione popolare.
Due tipologie di contestatori e di “arrabbiati”
La distinzione è senz’altro corretta, ma noi vorremmo proporne una quasi trasversale. Vi erano gruppi e militanti che vivevano i moti studenteschi come qualcosa di allegro, goliardico, con notevole ironia e autoironia (si pensi ai film del primo Nanni Moretti, come Io sono un autarchico ed Ecce bombo). Questi erano più o meno coscienti di vivere in una salda democrazia che, in quanto tale, permetteva appunto il dissenso, nonché consapevoli che nessuna rivoluzione si sarebbe mai realizzata.
E vi erano coloro che, in entrambi i versanti, sia quello più di rivolta contro le antiquate regole di una società rimasta indietro rispetto alle grandi trasformazioni socioculturali ed economico-industriali, sia quello più politico-rivoluzionario, erano permeati di violenza contro il “sistema”.
Certamente più plumbei erano i “kompagni” che finirono in seguito con l’abbracciare la lotta armata e si macchiarono di orribili stragi e delitti. Ma anche sul versante “libertario” non mancavano fanatismi come il rifiuto della famiglia naturale e della figura paterna, la contestazione di una scuola seria, l’esaltazione di pratiche sessuali sfrenate o l’estremismo femminista, che oggi hanno assunto un ruolo quasi predominante (leggi anche Contestazione giovanile: eravamo bellissimi. Anzi, no).
L’utopia (o distopia) realizzata
Infatti oggi il Sessantotto dei (mal)costumi ha vinto. Sia perché le stesse mode e costumi sono andati mutando verso e oltre la direzione da esso auspicata, sia perché la sua ideologia giovanilistica, edonista, individualista, anticomunitaria, domina la cultura di massa ed è maggioritaria o difesa dai e all’interno dei partiti “progressisti” (utero in affitto, droga libera, feroce e ripetitivo antifascismo senza fascismo, estremismo femminista, rifiuto del dialogo e della dialettica politica nonché della democrazia rappresentativa e degli organi eletti, disprezzo per le istituzioni e in particolare per le Forze dell’ordine, fanatismo, infantilismo, mancata presa di coscienza dei doveri civici, insulti, aggressività, mancanza di rispetto per le cariche pubbliche di centrodestra, violenza diffusa, teppismo, squadrismo, intellettualoidi e artisti sballati come maestri di pensiero e di vita).
Nulla è più trasgressione, giacché tutto è non solo permesso, ma persino incoraggiato e sollecitato (leggi Perpetuo e istituzionalizzato: il Sessantotto elevato a sistema).
Come abbiamo scritto altrove (Nostalgici di destra… e di sinistra), spesso i manifestanti odierni hanno i capelli bianchi e «il mondo che vediamo sotto i nostri occhi assomiglia molto proprio a quello da loro vagheggiato: libero sesso, libera droga, famiglie disgregate, misandria, infantilismo perenne, mancanza di senso civico e comunitario, rincorsa a ogni utopia folle e distruttiva (terzomondismo, immigrazionismo, teoria gender, nazifemminismo, cancel culture, liberalizzazione delle droghe)».
Ma quello che manca del tutto è l’allegria, la gioia, la propositività… Prevale, invece, l’esclusione degli altri (altro che «inclusione»!), l’odio, lo schiamazzo, la prevaricazione, il vittimismo dei prepotenti…
Idee folli sostenute dalle élite
Ogni bizzarria e idea bislacca è lecita, anzi va attuata. Ogni desiderio o capriccio diventa un diritto. I migranti vanno santificati (anche quando delinquono). Invece il maschio occidentale, bianco ed eterosessuale, è criminalizzato. La famiglia naturale è bistrattata, derisa, destrutturata. La polizia è violenta e razzista. È lecito che poche persone blocchino il traffico con motivazioni risibili, impedendo alle ambulanze di recare nei nosocomi i malati e alle persone di recare i figli a scuola o di lavorare. Si proclama come diritto il reato di occupazione di edifici e di case di povera gente. Così come si può impunemente borseggiare, scippare, rubare. Tutto contro il popolo.
Si esaltano la mutilazione e la sterilizzazione sessuale dei corpi (leggi Dilemmi morali, questioni bioetiche: eutanasia, cambio di sesso, utero in affitto, aborto… droga). Esistono solo “femminicidi” e non anche “maschicidi” o delitti tra omosessuali. Occorre essere ProPal e anti Israele in maniera acritica. E chi non la pensa così è un fascista da odiare. A tal punto che vanno diffondendosi le manifestazioni violente e i messaggi d’odio non solo rivolti a esponenti politici di centrodestra, ma addirittura ai loro figli e congiunti (leggi pure Si sta incubando una nuova stagione di violenza politica?).
Il tutto con l’appoggio o il silenzio degli odierni politici e dei partiti di sinistra “progressisti” (mentre Pci, Psi, Psdi, Pri, guardarono, a ragione, con prudenza e sospetto la marea ribellistica politico-culturale montata negli anni Sessanta e Settanta). E, soprattutto, col sostegno di un’egemonia culturale sostenuta dal capitalismo globalista neoliberista e dall’Unione europea, nonché da magistratura, mass media, mondo accademico, intellettuali quasi tutti schierati da una parte, star dello spettacolo, cantanti, attori, pubblicitari, influencer…
Una vittoria di Pirro: guerre e ingiustizia sociale
La gente comune deve subire il disturbo e la noia continui di una serie di manifestazioni di piazza che non servono a nulla, se non a dare visibilità a chi le organizza, raccattare qualche voto e far lavorare di più i netturbini. Slogan stupidi, settari, spesso ignobili, che palesano la mancanza di cultura e conoscenze storico-politiche. Il tutto come prova dell’impotenza di chi intende far politica e la politica solo come un profluvio di marce per le città (bloccate) di manifestanti teleguidati che peggiorano la vita dei cittadini comuni.
Ma la realtà, per chi la vuol vedere, è il trionfo del capitalismo, lavoratori precari e/o sottopagati, una società disgregata, il rischio di una guerra nucleare imminente stimolata proprio dai politici di centrosinistra che sabotano i tentativi di mediazione e pacificazione russo-ucraina del presidente statunitense Donald Trump.
Non ci sembra un bel risultato per chi intendeva abbattere il sistema capitalistico e instaurare un’età di giustizia, pace e amore (peace and love)…
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Rino Tripodi
(Pensieri divergenti. Libero blog indipendente e non allineato)